SIMBARIO, 1017 abitanti
CENNI STORICI
Piccolo comune situato sul confine della provincia vibonese ad un’altura di 760 metri s.l.m nell’alta valle del fiume Ancinale. Il nome deriva, probabilmente, dal dialetto “zimba”, termine con cui venivano identificati i porcili. Ma non tutti coloro che hanno studiato la storia di questo paese concordano con tale impostazione. Secondo alcuni, infatti, l’origine di Simbario si può far risalire addirittura alla Magna Grecia e l’etimologia del nome potrebbe essere diversa. Fece parte, nel corso della sua storia, della Contea di Arena e quindi del territorio della famiglia Carafa di Nocera, proprietaria in Calabria di diversi possedimenti. In seguito, nel 1667, venne ceduta ai Padri Domenicani del Convento di Soriano. I terremoti abbattutisi in Calabria non risparmiarono neppure Simbario che venne quasi completamente distrutto, ma poi ricostruito. Divenne Comune autonomo ai primi dell’800, dopo il riordino amministrativo attuato per impulso dei francesi.
DA VEDERE
Il caratteristico centro storico paesano lastricato in porfido e ricco di portali in granito; la Chiesa della Madonna delle Grazie e la Chiesa dell’Addolorata (che si dispongono in maniera simmetrica rispetto alle centrali torri campanarie); la Chiesa della Trasfigurazione.
FESTE RELIGIOSE
La festa patronale di San Rocco si tiene la seconda domenica di agosto; la festa di Santa Maria delle Grazie la terza domenica di luglio; la festa della Madonna Addolorata la seconda domenica di settembre; la festa dell’Immacolata l’8 dicembre.
PRINCIPALI EVENTI TRADIZIONALI
Da segnalare la sagra della patata e quella del fungo, entrambi ad agosto, appuntamenti che rientrano nell’ambito dell’Estate Simbariana, una rassegna di eventi ludici, culturali e ricreativi. Da non perdere la sagra “de li vuti a Santu Roccu” (la sagra dei voti a San Rocco) anch’essa ad agosto, però durante la festa patronale.
ALTRE INFORMAZIONI E CURIOSITà
*Il rinvenimento della statua delle Madonna delle Grazie ha dato adito a delle leggende che i credenti reputano vere. Secondo una di queste, raccontata dallo studioso P. Scopacasa, la statua della Vergine era stata avvistata a Soverato (Cz) e da molti paesi partirono diverse persone per andare a prenderla. Da Simbario partì un certo “Patoscia” con un carro vecchio e delle mucche scheletriche. Egli però era preso in giro da tutti. Durante la notte si fermò a riposare. Quando si svegliò, vide la statua della Madonna sul suo carro e, meravigliato ed emozionato, la portò in paese. I buoi, sulla strada del ritorno, si fermarono in un determinato punto vicino Simbario e non vollero proseguire. Lui decise di riposare di nuovo e, al risveglio, vide la statua sul tronco di un pioppo. Lì sorse allora la chiesa in onore della Madonna, costruita in seguito dagli abitanti di Simbario. Quel tronco di pioppo divenne una sorta di reliquia dalla quale molte persone asportarono parti.
*Un dolce tipico del luogo sono “i cuzzupi”, un impasto di uova, farina e zucchero. Tale dolce è molto diffuso in Calabria, ma altrove, cioè in altri paesi del vibonese, viene chiamato diversamente.
*La cappella dell’Immacolata di trova in un’abitazione privata. La statua della Vergine viene spostata temporaneamente da lì il 28 novembre di ogni anno, giorno in cui inizia la novena in onore dell’Immacolata. Dopo la festa dell’8 dicembre la sacra effigie viene riportata al suo posto. Per la comunità questo è un brande giorno di festa. Per le strade vi è l’usanza di accendere dei falò, detti luminari, durante la processione. Un tempo si pensa che questi fuochi servissero per illuminare la strada per il passaggio della sacra effigie, mentre oggi hanno una funzione simbolica e devozionale.
*A Simbario, sempre dal racconto di Scopacasa, la popolazione credeva nei cosiddetti “sampaolari”, contadini imbroglioni che andavano in giro con delle vipere e facevano credere alla gente che erano in grado di guarire malattie e assicurare buoni raccolti. Naturalmente facevano questo in cambio di denaro.
*Simbario ha dato i natali, specie molti decenni fa, a tanti medici e prelati importanti.
Un grazie all’Amministrazione comunale per le notizie forniteci, alcune delle quali provengono dagli studi e dai racconti di Peppino Scopacasa storico del luogo.