Monterosso Calabro: un borgo affascinante

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MONTEROSSO, 1842 abitanti

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CENNI STORICI

Il Comune di Monterosso è situato tra l’altopiano delle Serre e il bacino artificiale dell’Angitola, ad un’altura di 270 metri circa s.l.m. Ha un centro abitato dalla conformazione che fa pensare ad una fondazione molto antica, ma le notizie storiche disponibili non aiutano a fare piena luce sulle origini di questo posto. Pare che già in età normanna (quindi XI-XII secolo) esistesse una torre di avvistamento nota come Rocca Capana (che sarebbe perciò il primo nome di Monterosso). Sappiamo, però, con certezza che in seguito fu casale di Castelmonardo e appartenne perciò anche alla famiglia Ruffo di Catanzaro. Fu poi feudo dei Trezze e infine dei Pignatelli di Monteleone che lo detennero fino all’inizio dell‘800, periodo in cui vi fu l’eversione della feudalità e divenne Comune autonomo.

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Il “cireneo”

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DA VEDERE

Il centro storico ricco di antichi palazzi, stradine, viuzze e saliscendi che lo rendono unico: specie di notte, illuminato, sembra un presepe. Da visitare anche la chiesa del Rosario del XVIII secolo;  la chiesa parrocchiale del XVII secolo, dedicata alla Madonna del Soccorso (ricostruita dopo il sisma del 1783, conserva all’interno alcune opere di pregio tra cui un prezioso crocifisso); il rudere della chiesa dell’Addolorata; il rudere del Convento dei camaldolesi; i resti di una torre di avvistamento normanna. Due gli spazi museali allestiti a Monterosso, entrambi da visitare: il “Museo della Civiltà Contadina e artigiana della Calabria”, uno dei primi realizzati in Regione; il Museo Multimediale delle Serre, anch’esso di carattere antropologico. Interessanti anche i ruderi degli antichi mulini.

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FESTE RELIGIOSE

La festa di San Sebastiano è la terza domenica di gennaio; San Nicola si celebra il 6 dicembre; la festa di S.Antonio il 13 giugno; la festa di Maria SS.ma del Soccorso la prima domenica di luglio; la ricorrenza in onore della Madonna del Carmelo il 16 luglio; il 16 agosto si festeggia San Rocco; la terza domenica di settembre ricorre il SS.mo Crocefisso; il SS.mo Rosario si celebra la prima domenica di ottobre; il 5 maggio si svolge la festa della Santa Croce. Le ricorrenze religiose, come abbiamo visto numerose, assumono particolare significato anche nel periodo pasquale durante il quale vi è una processione imponente ed emozionante con statue particolari e la cosiddetta “processione dei misteri”.

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PRINCIPALI EVENTI TRADIZIONALI

Rinomata è la Biennale d’Arte contemporanea, che si tiene solitamente tra luglio e agosto. In estate e nel periodo natalizio vengono poi organizzati degli spettacoli di intrattenimento musicale e culturale tra cui: la “MonterossoE’”; una rassegna del folklore; la “nottelunga”, un’intera notte dedicata all’intrattenimento e alla cultura. Da segnalare anche il Premio ”Personaggio di Prestigio 2010” assegnato da un’associazione locale.

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ALTRE INFORMAZIONI E CURIOSITà

In passato a, Monterosso, era rinomata una sorgente di acqua ferruginosa che trovava applicazione nella colorazione dei tessuti

Si narra che un uomo, la prima domenica di luglio, si recò alla fiera per comprare una pariglia di buoi. Giunto sul luogo rimase colpito dalla bellezza di una statua raffigurante la Madonna del Soccorso con uno scettro nella mano destra, il figlio sul braccio sinistro e, ai piedi, una bambina e il  diavolo. Anziché comprare i buoi decise di usare i 5 scudi per acquistare la statua. Le due suore che vendettero l’effigie narrarono all’uomo una strana storia: un tempo una bambina raccontava spesso le sue confidenze alla madre che, preoccupata per il continuo stato di ubriachezza del marito, non le dava ascolto e la rimproverava dicendole di andare al diavolo e lasciarla in pace. Fu così che un giorno, fra enormi fiamme, apparve il diavolo per prendersi la bimba. Il soccorso della Madonna fu repentino: prese la bimba sotto il suo manto e scacciò via il diavolo. Il contadino, quando tornò a casa, trovò la moglie su tutte le furie per il mancato acquisto dei buoi, utili per il sostentamento della famiglia. La donna, comunque, non vedendo le rondini volare avvertì qualcosa di strano nell’aria. Levò l’involucro che ricopriva la statua e rimase incantata dalla bellezza dell’effigie. Le rondini, quindi, ripresero a volare intorno alla statua tracciando una traiettoria simile a una corona.

Secondo la tradizione, il 21 novembre 1806 le truppe del generale Bonaparte marciavano verso Monterosso per distruggerla, ma essendo ormai tardi decisero di rinviare l’attacco. I soldati si fermarono a riposare nei pressi della località Barzillà. Durante la notte, una donna si presentò al comandante dell’esercito come la castellana di Monterosso dicendogli: “tu non distruggerai il mio paese. Io fermo te con il segno di potere che mi è dato”. Il militare rimase sorpreso dal coraggio della donna e il giorno dopo andò a cercarla. Entrato nella chiesa di Santa Maria, rimase colpito quando vide che la Madonna era identica alla castellana. Il comandante si inginocchiç davanti alla statua e decise di risparmiare il paese.

Alla processione del Venerdì Santo, oltre alla statua del Cristo morto, della Madonna Addolorata e di San Giovanni, partecipa il “Cireneo”: vestito di rosso, incappucciato, scalzo e con una pesante croce sulle spalle. L’interprete del personaggio fa ciò per voto e cambia di anno in anno. Ma la sua identità non viene mai svelata.

Il sovrano Carlo III fece un viaggio in Calabria durante la prima metà del 1700. Le cronache dell’epoca (forse solo leggenda) raccontano che il sovrano si trovava nei pressi di Monterosso per una battuta di caccia. Essendo tarda l’ora e rigido il clima, decise, la sera, di non fare ritorno nella sua dimora a Maida. Chiese perciò, tramite le sue guardie, ospitalità ad una persona del posto, la quale, pur non riconoscendoli, quando bussarono alla sua porta, diede loro cibo e ospitalità. Il re accettò e passò la notte nell’abitazione. Al mattino, il proprietario, probabilmente avvisato da una guardia che gli aveva indicato il nominativo del suo ospite, si prostrò ai piedi del sovrano. Chiese quindi al Re di convincere i Pignatelli, che allora governavano anche su Monterosso, di permettergli di continuare nella costruzione di un pilastro in paese sul quale posizionare una croce. Il Re esaudì  la richiesta. Il pilastro esiste ancora oggi.

Anticamente a Monterosso vi era un’importante miniera di grafite.

Una volta, durante la festa di San Rocco, i contadini portavano le mucche sul sagrato della chiesa per farle benedire. Solitamente legavano delle banconote sulla testa dell’animale. Alcune di esse si inginocchiavano di fronte al sacerdote.

 

Un ringraziamento alla Pro loco per le informazioni forniteci.

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