ROMBIOLO, 4781 abitanti. Località e frazioni: Pernocari, Orsigliadi, Moladi, Garavati e Presinaci
CENNI STORICI
Comune della zona del Poro, posizionato ad un’altitudine di 450 metri circa s.l.m. Non è facile tracciare il profilo storico di Rombiolo, soprattutto perché risulta diviso in tante frazioni. Le sue origini si fanno risalire al monachesimo basiliano. Secondo alcuni, però, fu fondato un po’ prima dagli abitanti dell’Antica Meduma che fuggivano da un’incursione saracena. Incerta l’etimologia del nome. Forse deriva da “Rubeolum” che significa “zona di rovi” o da rhombiolus, diminuitivo di rhombus, cioè rombo, oppure ancora dalla parola rombus, che vuol dire trottola. Nei secoli successivi è stato incluso tra i casali di Mesiano, e ha fatto quindi parte dei possedimenti della famiglia dei Pignatelli. Divenne Comune autonomo nel 1811. Negli ultimi decenni ha conosciuto un considerevole sviluppo urbanistico e socio-economico.
DA VEDERE
Essendo il Comune suddiviso in varie frazioni, sono tante le chiese da visitare. Tra queste: la chiesa parrocchiale di San Michele del 1700, recentemente restaurata; la chiesa del Rosario del 1800; la chiesa dell’Immacolata a Garavati, risalente al XIV secolo; la chiesa dell’Immacolata a Pernocari, conosciuta anche come “chiesa di San Sebastiano”, anch’essa del 1800; la chiesa di San Nicola a Moladi; la chiesa di Santa Filomena a Pernocari, riedificata dopo il terremoto del 1783; la chiesa della Madonna del Lume a Presinaci, di recente realizzazione; la chiesa di San Raffaele a Orsigliadi, risalente a metà del XVII secolo. Da visitare il Convento dei Cappuccini (del XVI secolo) e la chiesa annessa, complesso che custodisce al proprio interno pregevoli ed antiche opere. Da vedere inoltre i ruderi del Convento di Sant’Agostino a Pernocari e il Museo della civiltà contadina a Presinaci. Molto bello anche il centro storico di Rombiolo, caratteristico dei piccoli centri calabresi, che conserva palazzi antichi di pregevole fattura. Una passeggiata si consiglia anche negli abitati vecchi delle altre frazioni che conservano tutte aspetti storici rilevanti e peculiari. Da vedere inoltre i ruderi degli antichi mulini e il rudere della chiesetta in località Torre, tipico esempio di chiesa rurale.
FESTE RELIGIOSE
Le feste religiose, per il medesimo motivo sopracitato, sono tante: Sant’Antonio si festeggia il 13 giugno; San Michele Arcangelo il 29 settembre; la Madonna del Lume la terza domenica di settembre a Presinaci; la Madonna del Rosario la terza domenica di ottobre; San Sebastiano la terza domenica di agosto a Pernocari; l’Immacolata l’8 dicembre a Garavati; San Nicola il 6 dicembre a Moladi; la festa di San Raffaele a Orsigliadi è il 24 ottobre. Nel periodo pasquale a Rombiolo e Pernocari viene inoltre realizzata l’“Affruntata”, l’incontro tra la Madonna e Gesù Risorto.
PRINCIPALI EVENTI TRADIZIONALI
Moltissime le iniziative tradizionali soprattutto nel periodo estivo (Estate rombiolese). Tra queste: la sagra della patata ad agosto a Pernocari; la sagra del maiale a settembre a Presinaci; la Festa dell’emigrante ad agosto a Rombiolo; Il Premio “Il Telaio”, assegnato a personalità calabresi; il concorso di Poesia dialettale a Pernocari; un motoraduno; la Festa per i bambini; la Festa dei popoli e dell’integrazione; una rassegna sulle tradizioni e sulla civiltà contadina. Da segnalare, inoltre, la “focara” (falò) organizzato la vigilia dell’Epifania a Rombiolo.
ALTRE INFORMAZIONI E CURIOSITà
Tra i tanti prodotti tipici della zona da segnalare “i ncinetti”, dolci fatti con uova e farina ricoperti di glassa di zucchero. Quando si parla di Rombiolo non si può non nominare il magnifico Pecorino del Poro, prodotto in abbondanza sul territorio comunale.
Al contrario di quasi tutti gli altri centri della provincia, il Comune di Rombiolo, negli ultimi anni, ha fatto registrare un dato demografico molto confortante; segno che la piaga dell’emigrazione, almeno qui, ha subito un rallentamento.
Dopo il terremoto del 1783, Pernocari e Pernocarello, allora due paesi distinti, subirono danni imponenti alle rispettive chiese fino allora servite dal medesimo parroco. Successivamente, si costruì, perciò, una chiesa in una sorta di baracca, come d’altronde le altre abitazioni post-sisma. Questa “chiesa”, però, venne costruita dal lato di Pernocari. La cosa portò a litigi tra i due paesi, soprattutto in occasione delle ricorrenze religiose. Ma con ogni probabilità decretò l’inizio del processo di fusione tra i due centri abitati.
Per la festa di Sant’Antonio a Rombiolo, come in qualche altro centro vibonese, vi è la cosiddetta “tredicina”. Appunto tredici giorni prima della festa (dall’1 giugno al 13) viene celebrata una messa ogni mattino presto e recitate delle preghiere. Viene inoltre distribuito del pane benedetto. Si tratta di una tradizione religiosa molto partecipata.
Un grazie alla Pro loco, in particolare al Presidente Massimiliano Pata, per averci fornito delle informazioni. Alcune notizie provengono dal sito www.poro.it, dell’amico Raffaele di Bella, che ringraziamo.