VIBO VALENTIA, 33813 abitanti. Località e frazioni: Vibo Marina, Vena Superiore, Vena Media, Vena Inferiore, Piscopio, PortoSalvo, Bivona, Triparni, Longobardi e San Pietro
CENNI STORICI
Vibo Valentia è ritornata ad essere capoluogo di Provincia nel 1992 (v. sezione Altre informazioni e curiosità). Sorge adagiata su un rilievo collinare ad un’altitudine di 550 metri circa s.l.m. La sua origine è molto remota. Secondo la leggenda fu fondata dai Focesi di ritorno da Troia. Ma gli storici attribuiscono la fondazione agli abitanti di Locri, di cui poi divenne colonia attorno al VII secolo a.c. Il nome che le venne dato fu Hipponion. Sul significato di esso vi sono più interpretazioni anche se, letteralmente, si traduce “sella di cavallo”. Nel corso della sua storia passò poi sotto diversi domini. Fu distrutta e riuscì a risorgere. Le fu dato quindi il nome di Monteleone nel XII secolo, appellativo che mantenne a lungo. Appartenne a diversi signori, tra cui i Pignatelli, che la tennero fino ad inizio ‘800. Nel 1928 prese, anzi riprese, a chiamarsi Vibo Valentia, nome latino voluto dal fascismo (molto anticamente, per un certo periodo, Vibo Valentia ha avuto infatti l’appellativo che ha oggi). Il suo territorio comprende diversi centri, ed ha perciò una densità molto elevata. Particolarmente sviluppate risultano: la zona del porto (Vibo Marina); la zona industriale di PortoSalvo e l’area industriale in zona aeroporto.
DA VEDERE
Il centro storico che si sviluppa ai piedi del Castello, con i suoi antichi e bellissimi palazzi (su tutti Palazzo Gagliardi dal quale nei secoli si sono affacciati regnanti e condottieri). Altra tappa per i visitatori è il castello Normanno-Svevo (XI secolo), posto proprio in cima al rilievo collinare sul quale è stata edificata Vibo Valentia. Al’interno del castello vi è un Museo Archeologico di una certa rilevanza: il pezzo più pregiato è una lamina d’oro del V secolo a.c. (lamina orfica). Dal castello, vista la posizione, si domina l’intero territorio provinciale. Un altro castello, anzi i resti di esso, si trova nella frazione Bivona e risale al XV secolo. Tante le chiese da visitare: il Duomo di Santa Maria Maggiore o di San Leoluca, costruito tra fine ‘600 ed inizio ‘700 sul sito in cui sorgeva un’antica chiesa bizantina (vicino al Duomo si trova il Convento Valentianum risalente al 1400, una delle cui sale è adibita a teatro per manifestazioni di vario genere). Altre chiese importanti sono: la chiesa di San Michele (del XVI secolo- campanile di Baldassarre Peruzzi); la chiesa del Rosario, edificata nel XIII secolo sul rudere di un antico teatro romano; la chiesa di Santa Maria degli Angeli del XVII secolo; la chiesa di S. Omobono; la chiesa dei Cappuccini del XVI secolo; la chiesa dello Spirito Santo anch’essa del XVI secolo; la chiesa di Santa Maria La Nova del 1500; la chiesa di Santa Maria del Soccorso, ricostruita ad inizio ‘900; la chiesa del Carmine del ‘600, ricostruita dopo i sismi; la chiesa di San Giuseppe del primo ‘700; la chiesa di Sant’Antonio (XVI secolo); il monastero di Santa chiara della fine del ‘500; la chiesa dello Spirito Santo di fine ‘500. Altri luoghi significativi sono i seguenti: il Parco delle Rimembranze nel quale l’archeologo Orsi rinvenne i resti di un tempio risalente alla dea Proserpina; i resti delle Terme romane; i resti di Villa Sicca dove soggiornò anche Cicerone; i conventi presenti nel centro storico (alcuni oggi di proprietà privata); la Porta Conte d’Apica, porta urbica medievale; l’Arco Marzano, anch’essa porta urbica medievale; le mura greche dell’Acropoli (8 km in origine che cingevano Hipponion, oggi visibili solo i resti di poche centinaia di metri).Tra le cose da vedere nelle frazioni segnaliamo inoltre: il Museo della Tonnara (a Bivona); la chiesa di San Michele Arcangelo, ricostruita nel ‘900 (a Piscopio, paese del quale San Michele è patrono); il Santuario della Madonna di Pompei (Vibo Marina); la chiesa parrocchiale di San Nicola della frazione Vena Superiore; la Chiesa di Maria SS. Immacolata nella frazione Vena Media; la chiesa di San Francesco di Paola a Vena Inferiore; la chiesa di San Nicola nella frazione Triparni; La chiesa di San Leonardo nella frazione di Longobardi e la chiesa dei Santi Cosma e Damiano di Bivona; la chiesa della Madonna di Portosalvo a PortoSalvo; la chiesa di san Pietro nell’omonima frazione; la chiesa Padronale a PortoSalvo ( definibile chiesa privata ad uso pubblico); la zona archeologica di Trainiti; le torri costiere saracene di S.Venere e Tomarchiello (a Vibo Marina e Bivona); la grotta ipogea di Malacorona (a Vena Superiore) di circa 1000 metri quadrati, sembra una grotta-chiesa scavata nel tufo.
FESTE RELIGIOSE
Partecipate, singolari e sentite le manifestazioni durante il periodo pasquale, in particolare “Affruntata” (incontro tra Cristo Risorto e Sua Madre) e la processione con le diverse statue fatte sfilare il Venerdì Santo (i cosiddetti “Vari”) che ricordano episodi della Passione. Ultima a sfilare in questo corteo, a tarda sera, è “La desolata”, cioè la Madonna Addolorata. Tra le altre feste religiose vi è la ricorrenza in onore di San Leoluca, festeggiato il primo marzo. Molto sentita è anche la festa della Madonna del Rosario la prima domenica di ottobre e quella in onore di S.Anna il 26 luglio (nella chiesa “Madonnella”). Nelle frazioni sono molto partecipate le feste in onore di: San Michele a Piscopio, la domenica più vicina al 29 settembre; Maria SS. del Rosario, patrona di Vibo Marina denominata anche la “Festa del mare” durante la quale si svolge una suggestiva processione a mare (prima domenica dopo ferragosto); San Nicola ad agosto a Vena Superiore ; la Madonna delle Grazie il due di luglio a Vena Media; Maria SS. di Portosalvo a luglio a PortoSalvo; San Nicola nel mese di agosto a Triparni ; i SS. Cosma e Damiano il 26 e 27 settembre a Bivona; San Leonardo a Longobardi nel mese di novembre; San Pietro il 29 giugno a San Pietro (caratteristica processione con statua molto pesante portata fino a Bivona).
PRINCIPALI EVENTI TRADIZIONALI
Specialmente in estate, a Vibo e nelle sue frazioni, vengono organizzate moltissime manifestazioni (“Estate Vibonese”) di vario genere e diversa portata. Ne ricordiamo solo alcune di carattere gastronomico: la sagra delle “fileja” (pasta tipica locale) il 26 luglio, cioè il giorno di S.Anna; la sagra delle zeppole a Carnevale; la sagra dell’orto a Piscopio l’8 agosto; la sagra del dolce a Bivona in occasione della festa dei Santi Cosma e Damiano.
ALTRE INFORMAZIONI E CURIOSITà
Nel 1992 Vibo Valentia è ritornata capoluogo perché, come ci ha spiegato lo storico Michele Furci, la vecchia Monteleone fu già capoluogo della Calabria Ulteriore dopo il decreto dell’8 agosto 1806 che dava l’avvio al riordino amministrativo del territorio.
Vibo Valentia da alcuni è chiamata “Il giardino sul mare” in considerazione del panorama che si può ammirare da diversi punti del centro abitato da dove si domina, in pratica, tutta la Costa degli Dei fino al Golfo di S.Eufemia, con la Sicilia in lontananza e le Isole Eolie sullo sfondo: una vista veramente mozzafiato.
A Vibo Marina si può assistere al rientro delle barche dalla pesca ed alla vendita del pesce.
Alcuni sostengono che il Castello di Vibo Valentia sia stato costruito nell’XI secolo con materiale proveniente dai templi greci.
Il duca Pignatelli “proprietario” di Vibo Valentia, nel XVI secolo, dopo una rivolta, fece giustiziare 7 persone. Le loro teste furono esposte sui torrioni della sua residenza (da tale avvenimento storico sorse la leggenda di Diana Recco, vicenda dalla quale qualche anno fa è stata tratta una manifestazione culturale denominata Palio di Diana).
In età greca, nell’attuale Vibo Valentia sorgeva un magnifico tempio dedicato a Proserpina che, secondo il mito, venne rapita proprio lì da Plutone.
Si sostiene che nel primo secolo a.c. la città rientrasse tra le prime 20 più ricche dell’Impero.
Nel periodo in cui la città venne elevata a Municipio romano si ebbe: Vibona (nei pressi del Porto di Agatocle dove vi sono i ruderi del castello di Bivona) e Vibo Valentia, nel sito delimitato dai muri di cinta della vecchia Hipponion. Ecco perché in epoca fascista venne “rispolverato” il nome che ancora oggi porta la città.
Gli abitanti della frazione Piscopio si chiamano piscopisani.
Tra i tanti illustri personaggi nati a Vibo Valentia ricordiamo Michele Morelli, uno dei primi patrioti del Risorgimento italiano, originario proprio di questi luoghi.
Nel corso dell’”Affruntata”, a Vibo Valentia come altrove, la fase del rituale in cui la Madonna viene svestita del drappo nero per vestirsi di azzurro è molto tesa perché una cattiva riuscita rappresenta, secondo la tradizione popolare, un presagio negativo.
La frazione Vibo Marina anticamente veniva chiamata “Porto Santa Venere”, nome datole da un pescatore che, secondo la leggenda, trovò su questo lido una statua di Santa Venere. Tale statua sarebbe quella che oggi si trova all’incrocio di due importanti vie della cittadina.
Un grazie, per le informazioni forniteci, a Michele Furci, storico del luogo e autore di molti studi e volumi su Vibo Valentia e su altri centri della provincia.