PIZZO, 9235 abitanti
CENNI STORICI
Città di indiscutibile fascino, arroccata su un promontorio di fronte al mare Tirreno. Dopo il capoluogo, è il centro più popoloso della provincia. Le sue origini sono remote (documentate fin dal 1300, quindi si pensa precedenti a questa data). Secondo la tradizione è stata fondata da una comunità di focesi superstiti della distruzione di Troia (dal nome del loro capo deriverebbe l’appellativo “napitini” con cui vengono indicati gli abitanti di Pizzo). Il nome “Pizzo” si riferisce, probabilmente, al fatto che sorga sull’orlo della costa, posizione dove venne riedificata in epoca successiva alla sua fondazione, probabilmente dopo aver subito delle distruzioni da parte di pirati. Passò poi sotto i vari domini che si susseguirono in regione, ognuno dei quali ha lasciato delle tracce. Oggi è uno dei centri turistici più belli e più visitati della regione.
DA VEDERE
Il Castello Aragonese (Monumento Nazionale), fatto costruire nella seconda metà del XV secolo da Ferdinando d’Aragona, famoso perché qui venne rinchiuso Giocchino Murat (Re di Napoli e cognato di Napoleone Buonaparte). Murat, personaggio imponente nelle vicende storiche meridionali, venne portato qui prima di essere fucilato nel 1815 (giungeva con i suoi uomini dalla Corsica per spodestare i Borboni). Da visitare il centro storico, cioè la parte più bella della città. Da non perdere la caratteristica chiesa di Piedigrotta, scavata nell’arenaria da alcuni naufraghi nel XVII secolo e situata in riva al mare, che custodisce tantissime sculture opere di Angelo Barone, artista locale vissuto nell’ottocento. Le statue, poi ultimate dal figlio Alfonso, rappresentano vicende del Vangelo. Tra gli edifici religiosi, molti dei quali custodiscono pregevoli opere, ricordiamo anche: la chiesa di San Giorgio Martire, edificata nel 1500 su una struttura ancora più antica; la chiesa del Purgatorio e di Santa Maria delle Grazie del XVII secolo; la chiesetta dell’Immacolata; la chiesa del Carmine del 1300; la chiesa di San Francesco di Paola, cinquecentesca; la chiesa di San Sebastiano del sedicesimo secolo. Una visita è inoltre consigliata al Museo del Mare (custodisce, tra le altre cose, migliaia di conchiglie) e al Museo Murattiano (ospitato nel castello).
Mare Pizzo pulito e cristallino CLICCA QUI
FESTE RELIGIOSE
San Giorgio si celebra il 23 aprile; la festa della Madonna delle Grazie è l’8 settembre; San Francesco di Paola ricorre ad inizio aprile; San Giuseppe il 19 marzo. Molto sentite le celebrazioni pasquali, periodo nel quale si tiene l’“Affruntata”. Quest’ultima, qui a Pizzo, è diversa da quella organizzata in molti altri centri vibonesi. Viene infatti realizzata di sera e, al contrario delle altre, ha un significato doloroso: la Madonna non riceve la notizia della resurrezione del figlio, ma quella della morte.
PRINCIPALI EVENTI TRADIZIONALI
Le manifestazioni che si tengono a Pizzo, soprattutto nel periodo estivo, sono tante, molte delle quali di notevole rilievo. Ricordiamo: la sagra del tonno e la sagra del tartufo (entrambi ad agosto); la festa delle fragole a fine maggio e la festa del pesce azzurro ad agosto. Molto interessante la rievocazione della vicenda storica di Gioacchino Murat, evento culturale organizzato ogni anno, solitamente nel mese di ottobre. Importante per il comprensorio anche la fiera che si tiene il primo novembre.
ALTRE INFORMAZIONI E CURIOSITà
Gli abitanti di Pizzo si chiamano pizzitani o napitini, quest’ultimo appellativo proviene dalle leggendarie origini della cittadina.
Gioacchino Murat venne fucilato a Pizzo nel 1815. Rifiutò di essere bendato agli occhi e fu egli stesso a comandare il plotone. Venne poi gettato in una fossa comune nella chiesa di San Giorgio. Da poco sono in corso studi per trovare il corpo, o meglio i resti.
Sembra che la chiesa del Carmine sia stata eretta nel 1400 da alcuni pescatori amalfitani di corallo.
Secondo la leggenda e la tradizione, a Pizzo si fermarono: San Antonio di Padova, Ulisse e Cicerone. Non vi sono però riscontri storici sul loro effettivo passaggio.
La chiesa delle Grazie e quella del Purgatorio assieme costituiscono la cosiddetta “Chiesa dei Morti”, detta così perché un tempo unico luogo abilitato alla sepoltura. Una particolarità dell’edificio è che “ospita” due chiese sotto lo stesso tetto.
Durante la festa di San Francesco di Paola la statua del Santo viene portata sul molo e da lì avviene la benedizione delle barche. Dopodiché viene lanciata in mare una corona in ricordo dei caduti, vittime del mare.
A Pizzo la tradizione impone, per la festa di San Giuseppe, la preparazione dei ceci (cicerata).
La piazza principale di Pizzo è detta il “Salotto della Calabria”. Per scoprire il motivo di tale appellativo, peraltro molto intuibile, basta recarsi a Pizzo.
Il balcone sul mare al termine del corso di Pizzo è chiamato, in dialetto, “u spunduni”.
Un ringraziamento a Domenico Pacifico, storico del luogo, per averci fornito delle informazioni su Pizzo.