ZAMBRONE, 1844 abitanti. Località e frazioni: Daffinà, Daffinacello, San Giovanni, Madama, Marina e Priscopio
Zambrone fa parte della Costa degli Dei e sorge a poco più di 200 metri s.l.m. E’ una rinomata località turistica e sembra sia sorta agli inizi del XIV secolo. Si pensa sia stata fondata dagli abitanti di un altro centro desiderosi di stabilirsi in una posizione più sicura per difendersi dai continui attacchi pirateschi. Questo centro dovrebbe essere Aramoni, località scomparsa della quale non si sa molto. La fondazione di Zambrone avrebbe perciò delle affinità con quella di Zaccanopoli e Zungri, paesi anch’essi, a quanto pare, fondati dagli abitanti di Aramoni. Incerto, tuttavia, è il significato del nome Zambrone. Sappiamo che fin dal XVI secolo fu tra i casali di Tropea, territorio dal quale, per tale motivo, dipendeva e seguì le sorti. Divenne Comune autonomo nel 1811.
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DA VEDERE
La principale e magnifica attrazione di questo territorio sono certamente le spiagge e le scogliere, ogni anno affollate da turisti provenienti da tutto il mondo (la scorsa estate sono state registrate più di 20 mila presenze). Incantevole, tra queste, la spiaggia di Capo Cozzo. Le chiese presenti sul territorio comunale sono le seguenti: la chiesa parrocchiale di San Carlo; la chiesa di San Nicodemo a Daffinà; la chiesa di Santa Marina Vergine a S.Giovanni; la chiesa di San Carlo a Madama; la nuova chiesa di San Nicola a Daffinacello (la vecchia chiesa di San Nicola di Daffinacello è in via di ristrutturazione). Nella frazione San Giovanni c’è inoltre una sorgente, chiamata “Le Valli” dove sgorga un’acqua purissima. Nel territorio comunale vi sono anche dei ruderi di alcuni antichi mulini.
FESTE RELIGIOSE
La festa di San Carlo Borromeo si svolge il 3 e 4 novembre; la festa di Santa Marina il 16 e 17 luglio a San Giovanni; San Nicodemo si celebra il 12 marzo nella frazione Daffinà; San Nicola ricorre il 9 maggio a Daffinacello; San Carlo si festeggia anche a Madama il 5 settembre. Nel periodo pasquale, nelle due principali frazioni, Zambrone e San Giovanni, si tiene “Affruntata”, rievocazione dell’incontro tra la Madonna e Gesù.
PRINCIPALI EVENTI TRADIZIONALI
Specie in estate, molte e variegate sono le iniziative organizzate nel Comune di Zambrone. Tra queste varie sagre tradizionali nelle frazioni. Da non perdere: la sagra dei funghi a Daffinacello (fine ottobre). Sensazionale è il Tamburello festival il 18 agosto, manifestazione musicale e culturale che consiste nella riproposizione e rivisitazione di alcuni brani della cultura calabrese suonati con strumenti tradizionali.
ALTRE INFORMAZIONI E CURIOSITà
A Zambrone viene coltivata in abbondanza la Cipolla Rossa di Tropea che porta quindi il nome di Tropea, ma viene coltivata nei comuni vicini.
Il territorio comunale di Zambrone è completo. Nel senso che offre sia la spiaggia, sia la scogliera, sia la collina, sia i boschi.
Tra i piatti tipici del luogo, quelli che si preparavano una volta, vanno ricordati i “friscatuli” (a base di farina e pomodoro) e i “cuscusù” ( a base di farina di mais). Entrambi rientrano nella tradizione culinaria contadina, fatta di piatti poveri ma genuini e dall’enorme significato.
Un’antica usanza del paese prevedeva che la sera del 24 dicembre, non solo le persone ma anche gli animali mangiassero 13 cose diverse. I proprietari delle bestie andavano perciò in cerca di erbe particolari da offrire ai loro animali.
C’è una località, presso la frazione San Giovanni, che una volta faceva paura. È denominata “Camma” e si racconta che lì sia morta una donna, che si chiamava appunto Camma, ammazzata dall’amante geloso. Il suo fantasma gigantesco si pensava che comparisse di notte ai passanti per terrorizzarli.
Qui a Zambrone, come in molti altri centri della Calabria, una volta, in occasione dei fidanzamenti, vi erano i cosiddetti “capitoli”. In pratica i familiari di entrambi le coppie mettevano per iscritto, in un documento dettagliato (il “capitolo” appunto), tutte le cose che venivano date in dote ai figli. Era un vero e proprio contratto che, se non veniva rispettato, poteva significare anche una rottura del matrimonio.
A Zambrone, ma anche in altre località del vibonese, il 2 novembre, giorno dedicato al culto dei morti, ci si vestiva a lutto e in chiesa veniva allestito un altarino con un telo nero. Su di esso si posizionava un teschio e le donne lo adoravano con canti e preghiere. La notte dei morti si usava inoltre tenere su un tavolo un bicchiere d’acqua: gli anziani dicevano che in esso le anime avrebbero intinto le dita.
Un ringraziamento al sindaco Pasquale Landro, al vicesindaco Quintina Vecchio, e a Giuseppe Tripodi (resp. Ufficio Affari Generali) per le informazioni forniteci.