Ciccio Barbieri, l’anarchico dei due mondi

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Correva l’anno 1937, quando l’anarchico Ciccio Barbieri, nativo di San Costantino di Briatico, veniva assassinato nel contesto della guerra civile spagnola. Il 5 maggio scorso sono passati esattamente 74 anni da quell’episodio.  Negli ultimi tempi nel suo paese natio qualcuno ha pensato di rievocare e ricordare  questo importante personaggio, tanto, troppo a lungo dimenticato.

Egli nacque il 14 dicembre del 1895. In Italia veniva chiamato Ciccio (Chico durante il suo lungo esodo argentino)  e, visto che durante la sua vita fu attivo sia in Europa che in America, fu soprannominato l’Anarchico dei due mondi. Pochissimi abitanti del circondario di Briatico oggi conoscono questa importante figura, mentre nei libri di storia il suo nome è affiancato a persone che hanno avuto un ruolo di primo piano nelle vicende storiche della prima metà del secolo da poco trascorso. Barbieri  passò l’infanzia in Argentina, poi tornò in Italia, ma durante il ventennio fascista se ne andò.

Viaggiò molto e fu sempre malvisto dai servizi segreti fascisti che tentarono di braccarlo più volte. Visse in un periodo storico particolare, una fase in cui gli anarchici furono vessati in molte parti del mondo (chi non ricorda l’ingiusta condanna dei due anarchici italiani Sacco e Vanzetti). Barbieri da anarchico non accettava qualsiasi forma di potere.

E manifestò sempre questa sua convinzione abbracciando, quando necessario, anche la lotta armata (fu inoltre più volte incarcerato, ma non si perse mai d’animo). Se quindi  calato nel contesto storico nel quale visse, cioè in un periodo in cui manifestare questo tipo di idee e schierarsi contro il sentire popolare era impresa ardua, allora si può apprezzare maggiormente questo personaggio, fiero antifascista, uomo d’azione audace e coraggioso. Barbieri, scacciato dalla Svizzera,  si aggregò poi alle milizie che si erano formate contro il regime franchista (fu tra i componenti della colonna degli antifascisti italiani).

Qui conobbe diverse personalità tra cui Camillo Berneri, membro di spicco dell’anarchismo italiano, col quale Barbieri instaurò un fortissimo legame di amicizia e di stima. I due furono brutalmente assassinati insieme a Barcellona in esecuzione dell’ordine staliniano di eliminare gli anarchici dalla città catalana (sull’uccisione tuttavia non è stata fatta piena luce).

I funerali si svolsero l’11 maggio sempre a Barcellona. Cinque carri trasportarono, tra il saluto e la commozione di migliaia di persone,  i feretri di: Ciccio Barbieri, Camillo Berneri, Adriano Ferrari, Lorenzo di Peretti e Pietro Macon.

Come dicevamo in apertura del pezzo, da poco tempo  a San Costantino di Briatico si è risvegliato un certo interesse verso Barbieri. La recente rievocazione della sua figura  si deve agli innumerevoli testi che si occupano del  compianto briaticese e che documentano  le sue attività, ma soprattutto allo studio di Angelo Pagliaro e di  Antonio Orlando. In questi anni a Barbieri si è anche  interessato un giovane  briaticese, Alessandro Bagnato, che sta  promuovendo un’appassionata ricerca storica. Nel 2009, l’allora assessore alla  Cultura del Comune di Briatico, Agostino Vallone, aveva inoltre cercato di  far costruire un monumento che lo  ricordasse e intitolare piazza Baracche di San Costantino proprio a Barbieri. Poi la cosa, per motivi burocratici, sfumò. Oggi l’auspicio dell’associazione culturale Eleutherìa che ha sede a San Costantino è che l’iter riprenda per ridare la giusta memoria al Barbieri.

Nelle intenzioni  del sodalizio e delle persone che in  questi anni hanno mantenuto viva la memoria di Barbieri,  c’è la volontà di predisporre  iniziative ed azioni tangibili per diffondere tra la  popolazione la conoscenza di questo illustre personaggio e mantenerne  vivo il ricordo. Vogliamo infine chiudere l’articolo ricordando una delle frasi più celebri dell’illustre personaggio: “L’Utopia accende una stella nel cielo della dignità umana, ma ci  costringe a navigare in un mare senza porti”.

Mario Vallone

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