La raccolta di poesie di Francesco Pugliese di Caria

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UN INNO D’AMORE ALLA PROPRIA TERRA.

Hanno provato forti sensazioni  le tantissime persone che il 14 maggio si sono recate presso il giardino storico del castello Galluppi di Caria per assistere alla presentazione del secondo libro del giovane cariese Francesco Pugliese (il suo primo libro, dedicato al culto di Caria verso la Madonna del Carmelo, è uscito lo scorso anno). Il nuovo volume, edito dalla Meligrana editore, è una raccolta di poesie intitolata “Sotto le ali della Terra di Cheria”. L’appellativo Cheria, come ha spiegato la giornalista Tania Ruffa- relatrice nonché moderatrice della cerimonia di presentazione- non è altro che il nome di Caria, paese dove Pugliese è nato ed al quale è immensamente attaccato. L’autore, attraverso la poesia-ha spiegato la stessa Ruffa-  ha voluto proprio raccontare la sua terra, senza trascurare temi di attualità.

Oltre che un inno d’amore, il libro può quindi essere visto come un inno alla speranza, la speranza di un ragazzo che lotta per rimanere qui e che vuole cambiare questa terra e renderla migliore. Lungo e ricco di spunti, nel corso della medesima cerimonia,  l’intervento del prof. Pasquale De Luca, Presidente del Premio Internazionale di Poesia “Tropea: Onde Mediterranee”. De Luca ha, tra le altre cose,invitato il numeroso pubblico presente a leggere il libro di Pugliese e a dare “conforto a questo vostro cittadino che si impegna a promuovere il suo paese.” Gradevoli gli intermezzi di Romana Naso, presidente della Compagnia Teatrale Cariese (sodalizio culturale di cui Pugliese è membro), la quale ha letto alcune poesie del libro di Pigliese, come pure l’intermezzo di Francesco Fiamingo di Zungri, il quale, essendo vincitore dell’edizione 2011 del Premio presieduto da De Luca nella sezione dedicata alla poesia in vernacolo, ha interpretato proprio i versi presentati all’attenzione della giuria del riconoscimento poetico tropeano. Brevi, ma significativi gli interventi del sindaco di Drapia Alessandro Porcelli e dell’editore Giuseppe Meligrana. Porcelli si è complimentato “con i genitori di questo eclettico e trasparente ragazzo” (la mamma di Pugliese è di Zungri mentre il papà è di Caria). Meligrana ha messo in evidenza la constatazione che il libro di Pugliese è una dichiarazione di amore verso la sua terra. Il microfono è passato infine all’autore. “Quello che dovevo dire- ha spiegato Pugliese- l’ho scritto nelle poesie. Per me sono solo dei pensieri. Non sono né poeta, né scrittore”ha aggiunto, esternando umiltà e modestia. Ha poi specificato di ritenersi “fortunato di far parte di questa comunità.

Mi dà fastidio-ha sottolineato infine- quando membri della comunità criticano la loro comunità, in quanto è un controsenso” (secondo Pugliese ciò equivale, in un certo senso, a criticare se stessi). Le sensazioni di piacevolezza, e soprattutto  la commozione, che hanno accompagnato tutta la cerimonia sono diventate ancora più forti negli ultimi minuti della manifestazione quando Pugliese e Romana Naso, entrambi componenti della Compagnia Teatrale Cariese, hanno annunciato che l’associazione prenderà il nome del compianto parroco don Giuseppe Furchì, sacerdote che operò per poco più di un lustro anche a Caria (fu parroco per 36 anni di Brattirò e per 25 di Gasponi) e che ci ha lasciato il 6 marzo scorso. Don Giuseppe  diede l’impulso alla nascita della Compagnia, la supportò e la favorì sempre. Per tale motivo da ora in avanti porterà il suo nome. La poesia “Oh Sacerdote di Dio”, dedicata al medesimo parroco e contenuta nel libro di Pugliese, è stata letta al pubblico dall’autore stesso proprio in chiusura della presentazione del libro. Mentre si ascoltavano i versi, nella mente di ognuno scorrevano immagini del parroco ed i personali ricordi dei momenti passati con lui. Riaffioravano memorie, in un’atmosfera particolare e commovente, resa tale dall’immensa potenza delle parole, dalla magia dell’arte poetica, espressione artistica tra le più nobili di cui Pugliese si è rivelato, con questa magnifica raccolta di poesie,  autentico e privilegiato interprete.

Mario Vallone, maggio 2011

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