“Sant’Agasi” di Drapia: un monumento da salvaguardare

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29/03/12. La Fontana cosiddetta di “Sant’Agasi”, al momento chiusa perché l’acqua che sgorga da essa non è potabile,  si trova nel comune di Drapia, più precisamente in una delle curve a gomito della provinciale 17, la strada che collega Tropea all’entroterra.

Il monumento rientra nel territorio della frazione Caria e,  insieme alle altre sorgenti del luogo (quelle cariesi sono: Fontana di Saracinò, Fontana della Madonnella,  Fontana dell’omonima località andata distrutta) rappresenta un pezzo di storia della zona e un importante elemento che ha contribuito allo sviluppo civile del comprensorio fin dai tempi più antichi.

LA STORIA DELLA FONTANA.

La fontana in questione è un caratteristico spazio dove sono collocate due fonti.

Essa risale al 1895, come riporta la lapide affissa tra i due rubinetti. La fondazione della fontana, tuttavia, si pensa risalga a molto prima poiché nella zona di Drapia vi sono molte sorgenti d’acqua riferibili ad epoche antichissime e soprattutto perché si tramanda il ricordo di una di esse proprio in questo posto.

La data segnata sulla fontana indica perciò solo il periodo in cui è stata restaurata, ma non quello della reale “creazione” della sorgente.  Le notizie storiche sulle fontana, almeno le notizie più attendibili, provengono da alcuni studi effettuati da Antonio Mazzitelli, canonico di Caria scomparso da parecchio tempo.

Molti pensano che vi sia un legame diretto ed evidente tra la fontana e la chiesa di fronte ad essa, edificio religioso dedicato a Sant’Agata. Ma, a quanto pare, non è così.

Mazzitelli ci dice infatti che, non si sa per quale motivo, la fontana venne intitolata a Sant’Agasio (forse scritto Sant’Agazio, con la zeta), poi dialettizzato in Sant’Agasi, nome con cui si indica in dialetto anche Sant’Agata.

“Sant’Agasi”, quindi, nella sua accezione dialettale, non si riferisce solo a Sant’Agata, ma anche ad una altro Santo. Fu nel 1893 (o ‘95), quando venne restaurata, che si intitolò la fontana a S. Agata probabilmente perché si pensò che “Sant’Agasi” si riferisse alla Santa e non al Santo (furono perciò scambiati i due Santi).

Questa trasformazione del nome forse fu dovuta al fatto che, appunto, in prossimità di questa fontana sorgeva, e sorge ancora,  una chiesa in onore di S.Agata (forse non quella che vediamo oggi perché sembra più recente rispetto al 1895). Quindi, sempre secondo quanto riferisce lo storico citato, non avrebbero nessuna relazione diretta  la fontana e la chiesa in quanto, almeno inizialmente, intitolate a santi diversi. La confusione, come dicevamo, fu fatta nel momento in cui, con la “dicitura” dialettale “Sant’Agasi”, la si riferì a Sant’Agata anziché a Sant’Agasio.

Ci rendiamo conto che la ricostruzione storica riportata somiglia tanto ad un gioco di parole per cui ce ne scusiamo con i nostri lettori.

DIFENDIAMO QUESTO MONUMENTO

Quello che vogliamo ribadire, dopo aver riportato le notizie storiche di questo luogo, è che questo sito da diversi anni è in stato di abbandono e degrado. Un paio d’anni fa la fontana è stata addirittura imbrattata con lo spray da qualche imbecille e nei pressi di essa vengono di continuo riversati rifiuti. Come detto all’inizio di questo pezzo, inoltre, l’acqua della fontana al momento non è potabile… quindi lanciamo un appello alla popolazione di Drapia e, soprattutto, all’amministrazione comunale affinché si intervenga per ridare decoro a quello che possiamo definire un vero e proprio monumento storico dal considerevole significato.

SERVIZIO A CURA di MarioVallone

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