22/02/12. Sembra strano ma, a quanto pare, pur essendo chiamato Castello Normanno-Svevo, il maniero che sovrasta la città di Vibo Valentia non conserva alcuna struttura ascrivibile a quel periodo. D’altra parte i Normanni, avendo eletto Mileto a capitale, non avevano, probabilmente, alcuna necessità di erigere nuove fortificazioni. E’ verosimile che per tutelare il colle posto nella parte più alta, là dove sorgeva l’acropoli dell’antica città greca, avessero costruito un accampamento, protetto da una palizzata in legno, piantandovi delle tende, ma nulla più. L’attento studio delle fonti storiche, e la lettura delle fasi costruttive, hanno quindi portato gli studiosi ad affermare che non vi sono strutture riconducibili all’epoca normanna.
Il castello, nel suo impianto più antico, venne costruito da Federico II. La notizia è ricavata da tre frammenti di regesti (registri) angioini. Questi confermano che tra il 1270 ed il 1275 la città venne rifondata dall’imperatore con abitanti provenienti da terre demaniali. Anche in un Breve (lettera personale del Pontefice) di Alessandro IV del 1255 si legge che Monteleone (antico nome di Vibo Valentia) fu fondata, o meglio rifondata, da Matteo Marcofaba segretario di Federico II su un fondo di proprietà del monastero della SS Trinità di Mileto.
Tra il 1240 ed il 1255 si colloca la realizzazione della fortificazione che, oltre ad avere funzioni di difesa, era deputata al controllo del territorio circostante. D’altra parte il confronto con altre situazioni analoghe avvalora la tesi che quanto costruito risponde a precisi criteri seguiti dall’imperatore anche per altre strutture coeve. Del primitivo edificio rimane testimonianza nella cosiddetta torre a “cuneo”. Anche la tecnica costruttiva, in conci squadrati, è tipica delle strutture di epoca sveva. Ad età angioina, invece, pare debbano ascriversi le trasformazioni operate nel fronte nord-ovest: apertura di un ulteriore ingresso e realizzazione di nuovi ambienti interni.
Una terza fase che vide trasformazioni di tipo residenziale può essere attribuita ai Pignatelli, prima conti e successivamente duchi di Monteleone. Il castello era utilizzato ancora come residenza quando venne danneggiato dal terremoto nel 1783. In seguito a questo evento la fortezza venne trasformata in caserma. Per moltissimo tempo la struttura, alla quale furono aggiunti ambienti e nuovi corpi di fabbrica, è rimasta inutilizzata fino al restauro finalizzato alla conservazione ed al riutilizzo come Museo Archeologico (1995).