A Drapia un tesoro abbandonato

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02/08/12. A nulla, o quasi, sono serviti gli appelli che negli ultimi anni abbiamo lanciato tramite questo mezzo di comunicazione per recuperare e rendere fruibile al pubblico la cosiddetta “Grotta di Santu Liu”.

Stiamo parlando di una spelonca situata al confine con il comune di Spilinga, più precisamente nelle campagne cariesi non lontano dalla nota località Torre Galli, in una posizione praticamente inaccessibile, incastonata in un dirupo raggiungibile solo con una guida esperta e con un bel po’ di coraggio (se, nel percorrere il “sentiero” per raggiungere la grotta, si mette il piede in fallo si va a finire nel sottostante burrone entro cui scorre il torrente Ruffa!).

Ma cosa ha di così speciale questo “antro” di pochissimi metri quadrati? La Grotta di Santu Liu, in apparenza, cioè per i non esperti, può sembrare solo uno dei tanti rifugi eremitici antichi disseminati in tutta la nostra provincia. Ma non è cosi. Ciò che rende unica questa grotta e ne amplifica il valore artistico, storico e culturale, sono dei magnifici affreschi disegnati sulle pareti, dipinti ancora ben visibili nonostante siano passati mille anni circa da quando la mano di qualche monaco basiliano eremita le ha impresse nella roccia. Queste immagini rappresentano scene del Vangelo o comunque raffigurazioni sacre.

Nel circondario di Tropea dovrebbe essere proprio questa la testimonianza storica integra più antica. Ripetiamo: la testimonianza storica “integra”, cioè che non ha subito, come gli altri monumenti presenti sul territorio, crolli o rifacimenti che ne hanno snaturato o modificato  la conformazione originaria (alcuni dipinti della grotta dovrebbero comunque essere più antichi di altri, anche se non di molto).

Insomma, la Grotta di Santu Liu è davvero un tesoro, un patrimonio culturale che tutto merita, tranne di essere lasciato nel degrado più assoluto, come purtroppo sta accadendo. E pensare che per creare un accesso al sito, tagliare le erbacce e disegnare un sentiero tra i boschi, costruire una staccionata e una scalinata in legno non occorrerebbero risorse cospicue (abbiamo inoltre saputo che da tempo un albero sta impedendo ai raggi del sole di penetrare nell’anfratto mettendo a serio rischio la “tenuta” degli affreschi!). Qualche anno fa la locale Pro loco aveva girato un video di denuncia e, tramite di esso, col nostro supporto,  aveva tentato di segnalare lo stato di abbandono in cui versava la grotta e sollecitare un intervento delle istituzioni.

Ma a poco è valso quello sforzo.  Finora tutte le amministrazioni drapiesi degli ultimi lustri hanno inserito questo sito nel loro programma elettorale, ma poi, di concreto, non è stato fatto nulla, come nulla hanno fatto gli enti di livello superiore. Recentemente il Comune di Drapia ha inserito questo sito in un progetto faraonico e complesso di milioni di euro (PISL- “Tropea e dintorni”), iniziativa che molto difficilmente potrebbe portare a risultati concreti e sicuramente non nel breve periodo.

Considerando che, come detto, sarebbero bastate non molte risorse anche per restaurare i dipinti (anni fa un esperto aveva detto che con poche migliaia di euro si riuscivano a recuperare tutte le pareti), sarebbe stata necessaria, anzi sufficiente, solo un po’ di buona volontà e di effettiva sensibilità in più da parte delle istituzioni e il sito si sarebbe potuto, se non rendere fruibile, almeno preservare.

Il comune di Drapia, ad esempio, proprio in questo periodo ha avuto una disponibilità finanziaria di 300 mila euro di avanzi di bilancio, quindi di fondi propri, ma, nonostante la proposta protocollata da parte del consigliere Cosmo Vallone e appoggiata da molti cittadini, non ha destinato neppure una (piccola) fetta di risorse per avviare il recupero questo sito archeologico.

Rimaniamo, quindi, in attesa, sperando che qualcosa di positivo accada, che maturi anche in questi luoghi  la consapevolezza che il patrimonio artistico e culturale va tutelato, che su di esso bisogna puntare per lo sviluppo del territorio e non sul cemento e su opere pubbliche che moltissimi reputano prive di utilità e di significato.

MarioVallone

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