11/06/12. Un consiglio comunale e provinciale congiunto sulla vertenza Italcementi. È quanto propone il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Francesco De Nisi, che oggi ha partecipato alla manifestazione di protesta indetta dai lavoratori dello stabilimento di Vibo Marina, che ha chiuso i battenti venerdì scorso.
«Occorre mantenere alta l’attenzione, coinvolgendo tutti i rappresentanti istituzionali e della società civile presenti sul territorio – spiega De Nisi -. Su questa vicenda serve un impegno corale, una sinergia che vada al di là di ogni steccato ideologico e divisione politica. In quest’ottica, un’assemblea consiliare congiunta, aperta alla partecipazione dei cittadini e dei lavoratori coinvolti, può servire per focalizzare con precisione i termini della questione e offrire una sintesi che favorisca la ricerca di possibili soluzioni. Inoltre, in questo modo, ognuno può assumersi le proprie responsabilità dinnanzi a un problema che ora dopo ora assume proporzioni rovinose per la già asfittica situazione occupazionale».
Ottantadue sono i dipendenti dello stabilimento vibonese dell’Italcementi messi in mobilità, ma molti di più sono i lavoratori impegnati nelle ditte che orbitano intorno alla cementeria per la fornitura di manutenzione e servizi; un indotto che è stato quantificato in circa 400 posti di lavoro, oggi a rischio quanto quelli dei dipendenti interni.
Dinnanzi ai cancelli della fabbrica, chiusi ormai da 4 giorni, staziona permanentemente un presidio di lavoratori e rappresentanti sindacali, che questa mattina ha animato un corteo che si è dipanato lungo le vie della frazione marina della città capoluogo. Prima di muovere con cartelli e striscioni, i manifestanti hanno incontrato il presidente De Nisi, il senatore Francesco Bevilacqua e il consigliere regionale Nazzareno Salerno, che hanno raggiunto l’ingresso dello stabilimento per testimoniare la propria solidarietà e discutere sui possibili esiti della vertenza.
Un confronto dal quale è emerso un certo pessimismo, giustificato soprattutto dalla constatazione che la messa in mobilità dei lavoratori non è stata preceduta, come spesso accade in questi casi, dalla richiesta di cassa integrazione e dalla dichiarazione dello stato di crisi, segno che probabilmente la società di Bergamo punta direttamente alla dismissione dello stabilimento vibonese, nell’ambito di una strategia aziendale di cui, al momento, si sa ben poco.
In attesa di conoscere le reali motivazioni e finalità del grande gruppo industriale (delucidazioni in questo senso dovrebbero venire dalla riunione convocata per domani alle 10.00 in Prefettura), i rappresentanti istituzionali intervenuti alla manifestazione di protesta si sono detti pronti a fare la propria parte per facilitare l’adozione di soluzioni che possano ridurre i costi produttivi, a cominciare dall’uso del cdr (combustibile da rifiuti).
In particolare, il presidente De Nisi ha rimarcato con forza la necessità che la Regione riduca i tempi burocratici per il rilascio delle autorizzazioni richieste, come la valutazione di impatto ambientale. Inoltre, il massimo rappresentante della Provincia ha sollecitato maggiore attenzione nella redazione dei bandi regionali finanziati dal Por, chiedendo che venga esplicitamente previsto, nella realizzazione delle opere pubbliche, il ricorso a prodotti e semilavorati per l’edilizia realizzati in Calabria.