I giochi dei ragazzi

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“Il recupero della Memoria” – Pasquale Vallone 2008 (vai al precedente post sull’argomento)

Cap. 1.1 – RITRATTO DI VITA DELLA CIVILTA’ CONTADINA A BRATTIRO’

I giochi dei ragazzi

D’estate, terminata la scuola, si giocava a calcio.

Si preparava il campo sportivo in un appezzamento di terra (ristucciata), generalmente dopo la mietitura del grano; infatti si utilizzava il terreno dopo avere mietuto la parte terminale dello stelo del grano (ristuccia).

Altro passatempo era il gioco del cerchio; cioè si correva dietro un cerchio di ferro che si “guidava” con una apposita asta pure di ferro, dritta e poi ricurva a forma di “u” nella parte terminale.

Il gioco della lippa o gioco del “surici”, il quale consisteva in un pezzo di legno appuntito alle due estremità che veniva percosso con un’asta e lanciato lontano, in due o più prove. Vinceva chi riusciva a mandarlo più distante…. Spesso finiva contro i vetri di qualche finestra perché si giocava nelle piazze e per le vie.

E poi il gioco del “pirrocciulu”, cioè una trottola di legno che si faceva ruotare, su una punta di chiodo, e su se stessa. Bravissimo era chi la faceva girare il più a lungo dopo averla bene cinta con una cordicella (aizzava) e chi riusciva a centrare con la propria quella dell’avversario (‘u’zzicchiava).

Nel periodo di Natale si giocava alle nocciole (nuciji). Vinceva chi tirava meglio la “faja”, una nocciola più grande delle altre, bucata e riempita di pietruzze sicché diventava più pesante e in grado di buttare più facilmente i “picciula” delle nocciole.

Per le ragazze c’era il gioco delle “pietre” nel quale dimostravano tanta abilità a mo’ di giocolieri del circo.

In famiglia, a Natale, si giocava a tombola. I numeri estratti venivano “marcati” sulle schede con pezzettini di scorza di arance, di mandarini ecc…

Lo “scupettolo” era invece formato da un pezzetto di legno di sambuco svuotato nella parte centrale, dentro cui si spingeva e si faceva scorrere, con un pezzetto di legno a mo’ di stantuffo, una pallina di stoppa che veniva lanciata su un bersaglio. Chi più e meglio lo colpiva, vinceva.

Nascondino (ammucciatea). Si poteva giocare in modo singolo cioè a turno uno contro gli altri o a coppie.

Il gioco dei “banditi”. Si svolgeva tra due gruppi di ragazzi contrapposti e armati di finti archi di legno verde, pieghevole, e lance ricavate dai lunghi fusti (dinaciuli) dello sparto e con pistole ricavate da radici di canne.

Pasquale Vallone

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