San Costantino Calabro, famoso per la deliziosa Pitta China

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SAN COSTANTINO CALABRO, 2289 abitanti

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La famosa “Pitta china” di San Costantino Calabro
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La sagra della Pitta china di San Costantino Calabro

CENNI STORICI

Località collinare che sorge in prossimità del Monte Poro, collocata ad un’altura di 450 metri s.l.m. Il nome del paese dimostra l’enorme devozione e attaccamento che gli abitanti hanno nei confronti di questo Santo. Non sappiamo quando San Costantino Calabro sia stato fondato, anche se alcuni fanno risalire la sua origine al periodo bizantino. È stato poi casale della baronia di Francica ed ha perciò seguito le vicende storiche di Mileto. Dopo il riordino amministrativo di inizio ‘800 San Costantino risultava ancora frazione di Francica. Acquisì l’autonomia solo nel 1854.

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Il municipio
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I promotori della sagra
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Monumento ai caduti

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DA VEDERE

La chiesa madre, ricostruita più volte;  la chiesa di San Rocco, riedificata dopo il terremoto (si dice sia stata eretta nel 1638 dopo l’apparizione del Santo ad un contadino. San Rocco, secondo quanto si tramanda, tracciò di fronte al contadino il perimetro della chiesa). Da visitare anche la chiesa del Gesù (conosciuta anche come “chiesa vecchia”), sorta probabilmente su un antico monastero e, all’epoca della costruzione (seconda metà XVI secolo), dedicata a San Costantino Imperatore. Nel territorio comunale  si possono inoltre visitare i resti del cosiddetto “loco di Comerconi”, un agglomerato costruito nel 1400 che ebbe varie destinazioni d’uso, ma fu quasi distrutto dal terremoto di fine ‘700.

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FESTE RELIGIOSE

La festa patronale in onore di San Costantino si svolge il 12 aprile; San Rocco viene festeggiato ad agosto; la festa in onore del Bambin Gesù è la terza domenica di ottobre. Nel periodo pasquale viene organizzata l’“Affruntata”, l’incontro tra la Madonna e Gesù Risorto.

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La chiesa di San Rocco
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Particolare del centro storico

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PRINCIPALI EVENTI TRADIZIONALI

L’appuntamento gastronomico più importante è la sagra “da pitta china” (pane ripieno), piatto tipico della civiltà contadina locale, che si tiene il primo sabato di agosto. Nel periodo carnevalesco assume rilievo la “morte di Carnalavari”, manifestazione tradizionale molto bizzarra e divertente, e la sfilata dei carri allegorici.  In estate vengono organizzate altre interessanti iniziative tra cui una “Festa dei bambini”  e  una partecipata rassegna teatrale.

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ALTRE INFORMAZIONI E CURIOSITà

Si tramanda che, a dimostrazione della salubrità dell’aria di San Costantino, un tempo gli ammalati di malaria venivano mandati dai medici in questo paese per respirare aria pura.

La tradizione vuole che a fondare questo paese siano stati un gruppo di persone provenienti da una località chiamata “Pungadi-Mutari” che oggi si trova nel territorio di Francica. Sembra che queste persone, afflitte da una pestilenza, abbiano trovato rifugio nei pressi di un monastero (probabilmente dove oggi vi è la chiesa del Gesù) che sorgeva proprio presso l’attuale San Costantino.

I terremoti del 1639 e del 1659 sembra non abbiano provocato morti a San Costantino. Stessa cosa purtroppo non si può dire per il cataclisma del 1783, che rase al suolo il villaggio, e per quello del 1905.

Uno dei simboli del paese era l’altissima palma che sorge vicino alla “chiesa vecchia”. Tutti i sancostantinesi se la ricordano da sempre. Essa era visibile anche dai paesi vicini. Purtroppo, causa maltempo, è caduta nell’autunno scorso.

Si dice che nella chiesa del Gesù alla fine del ‘500, vi fossero custodite tantissime reliquie di Santi. Secondo alcuni, tali reliquie si trovano tuttora nel sottosuolo dell’edificio.

Nel campanile della chiesa madre ci sono delle campane, ognuna con una sua storia. Una di queste, si dice, sia stata trafugata di notte, con un’azione popolare, dalla chiesa di Pungadi (località vicino Francica). Il terremoto di inizio ‘900 distrusse la chiesa. Ma le tre campane non subirono danni e stanno ancora appese al nuovo campanile.

Un grazie a Stefania Grasso, giovane Presidente della Pro loco, per le informazioni forniteci.

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