Prosegue il processo…

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Lauretta Pugliese
Lauretta Pugliese

– «La mamma è tra le braccia del Signore. Queste le parole di papà».

Strazio immenso, sofferenza indicibile, dolore senza fine. Questa, in sintesi, quanto trasmesso dalle parole di Annalisa Fusca nel corso dell’esame, eseguito nella sua qualità di testimone, nel processo relativo alla morte della madre, Lauretta Pugliese.

I fatti.

Il 12 ottobre 2011 la signora Pugliese subisce un intervento presso la Villa Caminiti di Villa San Giovani, per l’impianto della protesi all’anca destra. Improvvisamente, accade l’irreparabile. Un intervento tutto sommato semplice si trasforma in una tragedia. Lauretta Pugliese non riprenderà più conoscenza ed esalerà l’ultimo respiro a distanza di pochissimo tempo. Naturale lo sconforto e lo strazio dei familiari che ancora oggi non si capacitano di quanto sia successo.

Tragica fatalità o errore medico?

Sarà la magistratura a pronunciare sentenza.

Nel processo per omicidio colposo pendente presso il Tribunale di Reggio Calabria è imputato l’anestesista che ha praticato il relativo trattamento.

L’altro ieri, la figlia della Pugliese ha ripercorso, passo dopo passo ogni momento di quella terribile giornata. Spesso la voce sembrava rotta dall’emozione. La ricostruzione di ogni fase della giornata è apparsa tuttavia coerente, lucida e minuziosa. La teste, all’epoca dei fatti appena maggiorenne, è apparsa umanamente provata ma ha offerto alla magistratura tutti gli elementi utili in suo possesso. Per quanto riguarda gli altri due testimoni della parte civile, il coniuge della Pugliese, Michele Fusca e il fratello Girolamo Carmelo Pugliese, col consenso delle parti sono state acquisite le dichiarazioni già da loro rese ai carabinieri di Vila San Giovanni, nell’immediatezza del tragico evento.

Due gli avvocati di parte civile che difendono i familiari della vittima, Salvatore Campisi e Giuseppe Rombolà presenti all’udienza. Prossimo adempimento, il 14 settembre 2015, allorquando sarà escusso il professore Luigi Angiò consulente della Procura della repubblica che ha espletato Ctu medico-legale. Nulla cambierà il corso del destino così aspro e crudele. Il ricordo di quella maledetta giornata autunnale del 2011 non cancellerà l’affetto e i numerosi ricordi collegati a una madre, moglie, figlia sorella.

La verità giudiziale non potrà lenire il dolore.

Ma rimane un passaggio cruciale per fare piena luce sull’accaduto; un’inderogabile esigenza morale oltre che giuridica.

Corrado L’Andolina

Pubblicato su il Quotidiano del Sud

22 maggio 2015

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