Con un salone gremito di giovani il Museo Diocesano di Tropea ha fatto da splendido palcoscenico all’incontro organizzato dall’Istituto Superiore con la neurologa di fama mondiale Amalia Bruni.
Si è celebrata cosi la Giornata Internazionale Della Donna che ha avuto come momento culminante la consegna alla Bruni del Premio Donne Libere, ideato dalla scuola tropeana nell’ambito del percorso di genere denominato Mnemosyne, che ha già al suo attivo, per il corrente anno scolastico, la nascita di una biblioteca di genere ed una campagna di sensibilizzazione sull’anoressia nervosa.
Il premio Donne Libere, alla sua prima edizione, vuole proporre figure femminili libere dai condizionamenti maschilisti che ancor’oggi incidono nella formazione dell’essere umano cosi come dichiarato dalla grande Rita Levi Montalcini: “La differenza tra uomo e donna è epigenetica, ambientale. Il capitale cerebrale è lo stesso: in un caso è stato storicamente represso, nell’altro incoraggiato.”
La dirigente Lento, nel’introdurre l’incontro lo ha ribadito ed ha voluto sottolineare il piacere di assegnare la prima edizione del premio ad una calabrese che con il suo impegno e la sua passione offre l’esempio luminoso di una Calabria giovane perché aperta alla speranza.
“Nel nome di Amalia Bruni” ha,inoltre, affermato la Lento “vogliamo offrire un ideale riscatto a tutte le donne calabresi che nei secoli fino ad oggi sono state oppresse dalla miseria dell’incultura.”
Nel suo messaggio di saluto alla Bruni anche lo studente Marco La Boccetta, portavoce degli allievi, ha evidenziato l’orgoglio di avere come corregionale la grande neurologa che offre un luminoso esempio del vero volto della Calabria.
La grande scienziata Bruni ha presentato una sintesi del suo impegno di ricercatrice che oggi condivide con la sua equipe, nell’ambito del Centro Regionale di Neurogenetica, istituito a Lamezia Terme a seguito degli importanti traguardi scientifici raggiunti nello studio dell’Alzheimer. Ha, poi, risposto alle numerosissime domande poste dai ragazzi che hanno spaziato dal campo scientifico a quello etico senza tralasciare riferimenti alla dimensione privata della Bruni di moglie e di madre di tre figli.
Bellissimo il ricordo che la scienziata ha offerto in riferimento a Rita Levi Montalcini che ha definito come un pezzo fondamentale della propria vita, amica, madre, mito.
La Bruni, sollecitata dalle richieste dei ragazzi, ha parlato della sua giovinezza all’interno dello scoutismo e ha indicato in un trattato di psicoanalisi, capitatole per caso tra le mani in quel periodo, come la molla del suo interesse medico verso quel pezzo di corpo umano che custodisce i meccanismi del pensiero.
Bellissimi, infine, le riflessioni finali della Bruni: <<Anche nella sofferenza dobbiamo trovare qualità di vita : un sorriso, l’assistenza, le cure. Anch’io, a volte ho pensato “perché Dio non te lo raccogli”.. ma poi abbiamo constatato che persone che sembrava non capissero invece erano ancora capaci di un pensiero strutturato ….. siamo noi imperfetti e i nostri strumenti e allora alziamo le mani e non pensiamo che la vita vale solo se siamo belli ed eleganti. Io penso che la scienza possa scoprire mondi infiniti ma altrettanti vanno scoperti col cuore. Io credo che qualcuno ci guida, anche se siamo liberi, siamo piccoli e dobbiamo combattere i nostri limiti. Interpretando alla calabrese il testamento di Rita levi dico: riappropriamoci della nostra terra e facciamola traghettare verso i lidi che merita>>.
“Veramente contro tendenza la celebrazione del nostro 8 Marzo” ha dichiarato la dirigente Lento “ non abbiamo voluto neanche le mimose. C’erano, però, dei fiori speciali fatti dai ragazzi con le matite che per noi sono diventate il simbolo della cultura ed hanno veicolato il nostro messaggio di emancipazione vera attraverso il sapere”.