Mattinata di paura, ieri ad Arena, dove, a causa della grande quantità di pioggia di questi giorni, alcuni smottamenti si sono staccati dai costoni che fiancheggiano la strada provinciale e varie vie di comunicazione interne, mentre a valle del paese la fogna è uscita fuori dal suo naturale condotto e scorre a cielo aperto.
A destare maggiori preoccupazioni, tuttavia, una grossa frana verificatasi a causa del cedimento del muro di contenimento – di epoca fascista – di una collinetta alle porte del paese, che ha isolato il centro abitato e messo a rischio l’incolumità di due famiglie, che abitano uno stabile ai piedi della collina stessa, ed un’antica chiesetta posta in cima alla medesima, l’identica su cui, tra l’altro, si trovano gli importanti ruderi del castello svevo/normanno, i quali, però, non sembrano minacciati dal movimento franoso.
Nello stabile era ospitato anche un supermercato che, a causa della frana, nei prossimi giorni dovrà rimanere chiuso.
Erano da poco trascorse le 8.30, quando un forte boato ha destato l’attenzione degli abitanti della zona, i quali si sono subito portati sul posto, constatando inermi quanto era accaduto a causa della forte acqua, anche se, secondo l’esponente di minoranza Michele Giamba, a contribuire al verificarsi della frana c’è stato il taglio indiscriminato di alberi, realizzato anni addietro dall’amministrazione comunale e già allora denunciato sulla stampa, che avrebbe reso fragile il terreno.
Sul luogo sono intervenuti i carabinieri di Serra, al comando del capitano Stefano Esposito Vangone, e quelli della locale stazione, alla guida del maresciallo Giovanni Bonaccorso, i quali, con il contributo degli uomini di della Promoarena di Filippo Adamo, hanno provveduto a bloccare la strada ed a mantenere l’ordine e la sicurezza.
Sul posto anche l’assessore comunale Carmelina Ranieri (il sindaco Schinella ed il vicesindaco Ienco erano fuori sede), tecnici della provincia, del comune, della prociv e della prefettura, mentre qualche difficoltà, per via di uno smottamento più a monte, hanno incontrato i vigili del fuoco di Serra San Bruno che, comunque, grazie ad alcune motopale, sono riusciti ad aggirare l’ostacolo ed ad arrivare in paese, dove hanno sgomberato la chiesetta dagli oggetti che custodiva.
Ad essi giunge il più sentito grazie da parte del parroco don Pasquale Rosano, il quale, tra i primi a precipitarsi saputo dell’accaduto, si è indignato perché nessuna delle autorità aveva provveduto ad avvisarlo del fatto e di come s’intendeva procedere, trattandosi di una chiesa risalente alla fine dell’‘800 (sui ruderi di una precedente edicola di epoca normanna), cui i cittadini sono molto legati, anche perché la stessa custodiva una preziosa statua della Madonna dell’Addolorata – secondo il parroco una delle più antiche di Arena -, che per fortuna è stata portata in salvo nella vicina chiesa delle Grazie.
Le maggiori preoccupazioni, comunque, si sono concentrate sulla casa minacciata, per i cui occupanti, due famiglie composte entrambe da due componenti, che a fatica si è riusciti a convincere a lasciare l’abitazione, si è resa necessaria un’ordinanza di sgombero a tempo indeterminato. In attesa, all’alba di oggi, di un sopralluogo di tecnici esperti, sperando il costone abbia retto, sulla strada provinciale – dove si è provveduto a delimitare le zone a rischio – è stata disposta la chiusura con blocchi di cemento e, per garantire la massima tutela dell’incolumità, una squadra della Promoarena ha posto di stanza un presidio fisso.
Valerio Colaci,
articolo pubblicato su L’Ora della Calabria