Tropea, terra di cultura e di folklore

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Il saluto di benvenuto dell’assessore alla Cultura del Comune di Tropea, Lucio Ruffa, in occasione del FESTIVAL MONDIALE  DEL FOLKLORE E DELLA CULTURA POPOLARE, in programma nella cittadina tirrenica domani e dopodomani…

Quando Andrea Addolorato presidente dell’Associazione “Gruppo Folk città di Tropea”  mi propose la realizzazione di un festival internazionale del folklore e del ballo popolare a Tropea sono rimasto  di stucco, contestualmente e  fortemente emozionato  non solo per la brillante idea che mi veniva suggerita, ma perché ho pensato che alla città di Tropea, alla mia amata città che punta ad un turismo culturale di caratura internazionale, un evento di questo tipo era  quanto mancava nel cartellone degli eventi importanti dell’Estate.

Ritenendo che i Calabresi, tenacemente ed amorosamente attaccati alle proprie abitudini i quali hanno conservato molte testimonianze della loro vita di un tempo, hanno il dovere morale di testimoniare e di porre in evidenza quanto di meglio la propria cultura ha prodotto nel tempo, durante i secoli, non mi rimaneva altro che lasciarmi convincere e lasciarmi “sedurre” da questa iniziativa. Se poi, queste testimoniante culturali, si incontrano e si fondono con altre testimonianze simili, provenienti da altri Pesi del mondo, allora l’evento, non solo è un evento da sponsorizzare e da appoggiare, ma diviene un evento da rispettare ed amare, da sposare totalmente proiettandolo nel tempo e dedicandogli ogni attenzione affinché nel tempo possa crescere.

Abbiamo come Calabresi molto da “mostrare” al mondo ed anche molto ancora da valorizzare sia a livello paesaggistico, sia e soprattutto a livello culturale. Così come, ed è bene mai dimenticarlo, molto abbiamo da apprendere da altre culture, da altre sensibilità, da altri Paesi. Partendo da un’innata vocazione che caratterizza in maniera più marcata il nostro comun sentire,  perché popolo dai forti connotati caratteriali, ossia la propensione a conservare e a proiettare la nostra identità negli usi e nei costumi, nel linguaggio e nei canti, nelle danze, nella musica e nelle feste, nelle processioni, nelle cerimonie che accompagnano la nascita, le nozze, la morte ed altri importanti avvenimenti, nelle poesie e nelle leggende, siamo tenuti, noi tutti, a fare questo sforzo. Tutto ciò che costituisce le “tradizioni” o il folcklore è in fondo la nostra  vera ricchezza, la vera ricchezza di un popolo da mostrare ed oserei dire da ostentare con dignità e fierezza.

E’ risaputo che la Danza popolaresca, a carattere regionale, è la tarantella, la quale tuttavia cambia, nell’impostazione e nelle figure, da zona a zona e persino da paese a paese. Ballata sugli spazi dei villaggi, nelle feste padronali o sulle vie in occasione della vendemmia o dei raccolti ma anche al chiuso, in casa o nei saloni per feste private, ricorrenze o meno. E sarà la tarantella, “indossata” e ballata dal gruppo folk “città di Tropea” a rappresentare e a rappresentarci durante l’evento. E sarà la tarantella, nel costume della “chiazzarola” a sostanziare e caratterizzare, come del resto da 50 anni di tradizione tropeana, questo festival.  La musica, altro elemento imprescindibile, è offerta dagli strumenti tradizionali: la zampogna e i tamburelli unitamente a chitarre e fisarmoniche.

Non mi resta che salutare infine, a nome dell’intera amministrazione comunale di Tropea, le rappresentanze di Russia (San Pietroburgo), Brasile (Maranhão) e Colombia (Calì)con un semplice, diretto, franco e sincero: Benvenuti a Tropea!

Lucio Ruffa

Assessore alla Cultura di Tropea

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