Un pomeriggio con Vittorio Sgarbi, per i cittadini ed i turisti di Filadelfia, in occasione della presentazione del libro “Nel nome del figlio. Natività, fughe e passioni nell’arte” scritto dal professore ferrarese e illustrato in una lezione magistrale, tenutasi presso l’affollato Auditorium comunale.
Al termine della manifestazione culturale, alla quale ha partecipato anche l’Assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri, il noto storico dell’arte ha accolto l’invito rivolto con discreta insistenza da Domenico Amoroso, vicesindaco ed assessore alla cultura del Comune di Polia e si è recato in paese, distante pochi minuti da Filadelfia.
Una folla improvvisata di poliesi ha accolto con piacevole stupore misto a meraviglia il critico d’arte, il quale si è recato presso l’abside della Chiesa di Maria Santissima di Loreto dove è collocata una splendida statua della Vergine.
Ha assicurato che si tratta di un’opera cinquecentesca, non di Antonello Gagini, ma, presumibilmente, della sua scuola. Subito dopo ha chiesto di visitare il palazzo Amoroso, posto dirimpetto alla chiesa, ricostruito sui ruderi di un’antica costruzione medievale a seguito del terribile terremoto del 1783.
“Un’occasione propizia – ha asserito Domenico Amoroso, particolarmente lieto della visita di Sgarbi a Polia -per far conoscere il nostro paese con i suoi piccoli tesori gelosamente custoditi, ad un genio ribelle e creativo tra i più interessanti del panorama nazionale, al quale, terminata la visita, abbiamo chiesto di farsi portavoce presso l’Istituzione regionale, dell’enorme disagio che, ormai sono tre anni e mezzo, continuiamo a vivere per l’isolamento di parte dell’abitato causato dalla tremenda frana del costone di montagna in località Ponte Scuro. Il brillante, sagace e dotto amico – ha concluso Amoroso – più volte sindaco e parlamentare della Repubblica, e quindi particolarmente sensibile ai bisogni della gente, ha subito assicurato il proprio impegno a sostegno della popolazione, promettendo, prima di andar via, di fare presto ritorno a Polia.”