Termina l’udienza preliminare di omicidio colposo, in data 18 Luglio 2013 presso l’Ufficio GUP del Tribunale di Reggio Calabria, sul decesso della signora Lauretta Pugliese, con il rinvio a giudizio dell’imputato dott. Stefano Barillà.
L’udienza preliminare sulla discussione del rinvio a giudizio o meno si era svolta dinanzi al giudice dott. Antonio Scortecci nella precedente data del 16 Aprile, poi il 2 Luglio e, infine, il 18 Luglio, data ultima, che ha sancito la conclusione dell’udienza preliminare con, appunto, il rinvio a giudizio.
Lauretta Pugliese, giovane donna di Caria, frazione del comune di Drapia, è venuta a mancare all’età di soli 44 anni, lasciando il marito e due giovani figli, Domenico e Annalisa, entrambi studenti universitari. La donna è morta il 12 ottobre del 2011 a seguito dell’intervento chirurgico di artroplastica con artroprotesi alla gamba destra, presso la clinica “ Villa Caminiti” di Villa San Giovanni. La signora Pugliese, rientrata in stanza in uno stato soporifero e incosciente, ha cessato di vivere poco dopo sotto lo sguardo attonito della figlia Annalisa, la quale ha immediatamente denunciato l’accaduto e da allora vi è in atto un’ indagine volta ad accertare quanto successo e rendere giustizia.
Il 14 ottobre 2011 il Pubblico Ministero dott. Rosario Ferracane, sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria, ha conferito al dott. Mario Materazzo, e al prof. Luigi Giuseppe Angiò l’incarico di consulenza tecnica medico-legale riguardo al decesso di Lauretta Pugliese. Sempre nella suddetta data, è stato effettuato l’esame autoptico sul corpo della donna, alla presenza costante degli avvocati difensori delle parti offese, Salvatore Campisi e Giuseppe Rombolà. Dal momento che i dati macroscopici ottenuti durante l’esame autoptico sulla salma della donna 44 enne si sono rivelati insufficienti, si è proseguiti con esami istologici e tossicologici. Quest’ultimi esami si sono svolti presso il laboratorio di Tossicologia forense dell’università di Catania, sotto la guida del prof Guido Romano, incaricato dal Pubblico Ministero per una consulenza tecnica tossicologica. Durante lo svolgimento dell’esame sono stati presenti anche i periti e gli avvocati delle parti offese.
La signora Lauretta Pugliese, all’epoca di anni 44 e in condizioni generali definite buone, è stata ricoverata in data 11.10.2011, in quanto affetta da grave artrosi primitiva dell’anca, ovvero un valido quadro di coxartrosi caratterizzato da sclerosi della cavità acetabolare con osteofiti marginali; ridotta ampiezza la rima articolare, ovvero coxartrosi dx.
Dalla consulenza tecnica medico legale depositata a circa un anno dall’accaduto si evince che i complessivi operati del chirurgo ortopedico e aiuto ortopedico sono da considerare rispettosi delle “leges artis” e rispondenti alle norme cautelari della prudenza e della diligenza: sono pertanto, idonei e incensurabili. Dalla consulenza depositata è emersa che la morte della signora Lauretta sarebbe stata cagionata inequivocabilmente dall’anestesista, il quale avrebbe errato nella somministrazione del dosaggio nonché dell’associazione degli stessi. Emergerebbe, dunque, a pieno titolo in capo al medico anestesista, dott. Stefano Barillà, chiara responsabilità per colpa professionale.
Nel mese di febbraio del corrente anno sono giunte delle notizie ufficiali sullo sviluppo delle indagini effettuate dal Sostituto Procuratore della Repubblica dott. Ferracane, il quale, al termine delle stesse indagini, ha formulato al GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria la richiesta di rinvio a giudizio del dott. Stefano Barillà, medico anestesista componente l’equipe incaricata ad eseguire presso la Casa di Cura Caminiti l’intervento chirurgico di “sostituzione totale dell’anca dx in anestesia sub aracnoidea” sulla paziente Lauretta Pugliese, con le condotte, secondo quanto emerso dalle indagini, di negligenza, imprudenza ed imperizia.
L’anestesista è accusato di: aver erroneamente somministrato alla paziente un volume/dosaggio di anestetici locali superiori a quelli richiesti dalla sede della procedura chirurgica da attuare e tale da provocare un inutile e pregiudizievole blocco spinale; aver imprudentemente associato gli anestetici locali in un’unica somministrazione; aver, inoltre, imprudentemente prescritto la somministrazione alla suddetta paziente di farmaci inadatti, dall’uscita della sala operatoria, così provocando la cessazione irreversibile della funzione cardiaca e di quella respiratoria, con il conseguente decesso della paziente Lauretta Pugliese.
Durante le udienze preliminari la controparte ha tentato di evitare il rinvio a giudizio.
È stata depositata, infatti, una consulenza tecnica di parte, precisamente delle note critiche alla relazione di consulenza tecnica medico-legale redatta dalla CTU. Dalla consulenza di parte è emerso un giudizio negativo sulle indagini preliminari finora svolte. Il dott. Corrado Piscopo, nell’interesse del dott. Stefano Barillà, nella consulenza di parte ha dichiarato che i consulenti tecnici del PM siano giunti a delle conclusioni affrettate e insufficienti a decretare un rinvio a giudizio «poiché non basate su chiari elementi probatori di assoluta valenza-medico-legale». Inoltre, vi è stata una dichiarazione spontanea dell’imputato Stefano Barillà, il quale ha voluto ribadire la sua esperienza in campo medico ed ha giustificato ogni azione secondo i tradizionali criteri dell’ambito anestesiologico. Per tali motivi è stata chiesta la formulazione di un’ulteriore perizia in grado di chiarire ogni dubbio. Gli avvocati difensori della famiglia della vittima, d’altro canto, si sono opposti, sottolineando la professionalità dei consulenti tecnici del PM, l’erronea associazione nel volume/dosaggio di due anestetici controproducenti e l’assunzione di un farmaco al termine dell’intervento che ha provocato l’arresto cardio-circolatorio: elementi soddisfacenti per decretare un rinvio a giudizio.
Il Giudice dell’udienza preliminare ha quindi rigettato la richiesta di un’ulteriore perizia formulata dalla difesa del medico anestesista Stefano Barillà, disponendo il rinvio a giudizio di quest’ultimo.
L’udienza dinanzi è fissata dinanzi al Tribunale Monocratico di Reggio Calabria per il prossimo mese di novembre.
A conclusione dell’udienza preliminare, le costituite parti civili: Annalisa Fusca, figlia della vittima; Antonio Pugliese, padre dellea vittima, unitamente ai loro difensori avvocati Salvatore Francesco Campisi e Giuseppe Rombolà, hanno espresso piena soddisfazione per l’esito dell’udienza e hanno ribadito la loro volontà di continuare a lottare affinché sia fatta piena luce sulla vicenda.