Edito per i tipi di Pungitopo edizioni, prossimamente sarà presentato a Tropea
Tempo addietro, il 10 dicembre scorso per la precisione, ricevo una telefonata di Osvaldo Gagliani, dirigente scolastico in pensione, che vive a Milazzo in Sicilia, ma che è nato e cresciuto a Tropea. Osvaldo non lo conoscevo prima e non lo conosco tutt’oggi. Il mio numero, credo, lo abbia avuto da un amico tropeano che lui ed io, probabilmente, abbiamo in comune.
E’ azzurro perché in esso il mare è il protagonista assoluto del racconto. Sul mare e dall’amore per il mare di Tropea e dei suoi dintorni, è nata l’ispirazione e credo anche la tensione per poter cucire un racconto che, alla fine, puo’ sicuramente essere definito un manifesto ed un romanzo d’amore per esso. Quel mare che sta alla Calabria come la cintura ai pantaloni e che, raccordadola nelle sue immense bellezze, abbracciandola come una madre abbraccia il suo bambino, offre a tutti noi l’orizzonte finale e l’affondo ultimo dei nostri pensieri, belli o brutti che siano; quel mare, la cui millenaria storia traccia le nostre identità e le forma, dandone consistenza e spessore; quel mare, maltrattato e vilipeso da insane politiche di tutela, dove, argomento nell’argomento, sotto-motivo non certo celato del giallo di Gagliani, nel suo fondo, giacciono veleni e porcherie che lo deturpano, lo offendono, lo umiliano. Un mare, quello di Gagliani, rievocato nelle pieghe del racconto, con tenerezza, con rispetto, con assoluta religiosità. C’è denuncia in questo giallo per le violenze subite da questo mare. Non è una denuncia sterile, ipocrita, di facciata. E’ denuncia del cuore, dell’intima coscienza, della filiale appartenenza del marinaio, quindi ancor più efficace e forte. Una denuncia del cuore e dell’anima al contempo, efficace e pervasiva perché intimamente sentita.
E’ verde, perché in questo romanzo-giallo non manca la campagna, la terra, il sospiro bucolico per la pace agreste. Sono le campagne di Brattirò e dei dintorni di Capo Vaticano che danno corpo a questo sentimento offrendo lo sfondo per numerose pagine del giallo-racconto. In questa campagna, uno dei personaggi trova pace e serenità nelle sue poche e lesinate ore di riposo. In esse si specchia la bellezza di Tropea, l’amata, la rigogliosa, evocata sempre come una meravigliosa litania dello spirito, non orante ma contemplante. Un flusso di coscienza ininterrotto lega il tutto. Non joyciano ma aristotelico. Innamorato e melanconico al contempo di questa perla incastonata nella millenria rupe di sabbia che l’accoglie soddifatta e pacifica; in queste campagne e nelle viti piene di fascino, figlie di Bacco, si specchia il personaggio più “equilibrato”, più “normale” del giallo: il maresciallo Rosario Fiorillo.
Appassionante, intrigante, corposamente narrativo, dalla prima all’ultima pagina, il racconto-giallo di Gagliani lascia nel lettore, autoctono e non, un sentimento di viscerale nostalgia. I ricordi si innestano all’azione. I dialoghi dei personaggi alla profonda vena filosofica che emerge tra e sopra le righe del racconto, tradendo di certo la formazione e la cultura dell’autore. “C’è un solo modo per sentirti libero: perdere il tempo, superarlo. E’ per questo che sono qui”, una delle molte ‘chicche’ filosofiche disseminate tra le pagine di questo giallo. “La morte l’ho sempre immaginata come un compimento, un richiamo alla dignità della vita”, un’altra di queste ‘chicche’.
E’ fucsia dicevo, come l’amore per una donna, Francesca, che non è né rosa né rosso.
E’ di certo questo aspetto, volutamente tenuto quasi fuori dalla trama, che fornisce una delle chiavi di lettura non solo del racconto ma del romantico Gagliani. C’è in questo amore l’adolescenza del ricordo e con essa lo spirito della Tropea di un tempo. Una meraviglia di sfondo e di specchio. Un’amore ed una cosa d’altri tempi. Poetica, appassionata, fugace, come l’amore romantico, la storia rievocata e brevemente rivissuta come lo scorcio di un panorama meraviglioso, contemplato in movimento, che lascia a bocca aperta, ma che al contempo non lo riesci a focalizzare se non per qualche istante. Si muove sempre e muove sempre tutto l’amore…..Buona lettura e all’appuntameto prossimo!
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