A me stesso
di Michele Celano e Sara Piccolo
Riflessioni di Andrea Runco
Dopo un’attenta lettura dell’opera di cui sopra, scritta a quattro mani da: “Michele Celano e Sara Piccolo”, posso certamente affermare, che la stessa non poteva avere un incipit migliore della saggezza che “Umberto Eco”, ha espresso e fatto pervenire fino a noi, perché di queste, è pieno il volume, costituito prevalentemente dai numerosi racconti che il nostro autore ha editato per regalare a chi legge, tanti momenti di riflessione su quanto ci ruota intorno, e sulla vita che ognuno di noi conduce.
Nelle narrazioni, Michele mette a nudo sé stesso e i suoi sentimenti, anche quelli che pensava di aver accantonato per sempre, o meglio dimenticato, perché non vi era stata una continuità nel tempo, come l’inaspettato palesarsi di una figlia della quale non conosceva l’esistenza, ma che dopo un attimo di stupore o di smarrimento, ha accolto e lasciata la porta aperta, affinchè fosse libera di andare e tornare ancora nella sua vita, che improvvisamente si è arricchita di un altro tesoro come d’altronde sono tutti i figli, che poi siano nati in costanza di matrimonio o fuori dello stesso, non ha importanza, perché la rettitudine morale di un padre deve essere tale da considerarli tutti uguali e senza alcuna differenza.
La silloge è come un puzzle molto ampio e variegato di fatti in parte successi a lui in prima persona, di questi, nel bene o nel male non ne fa mistero, anzi, con sincerità descrive le varie fasi degli accadimenti, per come si sono realmente svolti.
Altri ancora, sono racconti dei quali è venuto a conoscenza, e facendo uso della sua verve narrativa, senza niente alterare , li ha catalogati affinchè non se ne perda la memoria.
Uno dei tanti, ripropone la drammaticità di chi in maniera grave è stato colpito dal: ”Covid 19”, che nei casi peggiori è stato letale per i mal capitati.
Quello che ci strappa una risata è il racconto: ”A Parigi”, questo per dire che mai ci si dovrebbe fidare delle apparenze, che spesso sono causa di guai molto più seri.
Ed ancora ci fa sorridere quello della (Gebbia e du stoccu ).
Per quanto riguarda la poesia legata al concorso letterario al quale ha partecipato durante il militare, e il suggerimento dato dal prete, afffinchè riscrivesse al più presto ciò che aveva bruciato. Credo di aver conosciuto quel chierico, che in un’occasione me ne parlò di questo fatto.
Bello è il racconto di torre Parnaso, come pure quella del canestro con i fichi. Quest’ultimo ci richiama alla mente il despotismo becero e subdolo, che un tempo, certe persone di basso lignaggio, ponevano in essere a danno dei più deboli. A proposito di ciò, penso che la giustizia divina, un giorno dovrà pur fare il suo corso e punire come merita questa gente che ragionando solamente con le parti basse del corpo, non sapeva di essere solo un involucro senza cuore e senz’anima.
Dalle varie narrazioni si può desumere che per la mancanza di un lavoro, egli, che è figlio di questa nostra terra, come tanti altri, non poteva esimersi dal seguire le orme che già tanti nostri antenati avevano impresso lungo i sentieri dell’emigrazione, quindi anche lui prese parte a questa epopea. E pur essendosi perfettamente integrato nella società dei vari posti dove ha svolto le sue mansioni. Pienamente fermo nel proposito che avrebbe fatto la cosa migliore a restare dove si trovava, perché nella sua terra tutto era rimasto com’era, convinto dai famigliari che anelavano la sua presenza, o forse obbedendo alla voce del cuore, cedette a questo richiamo e tornò al paese natio.
Ovviamente anche i racconti della sua vita lavorativa, tranne la racchettata a quel signore che meritava il bis pure all’altra guancia, sono dei momenti di vita vissuta che Michele ha saputo coniugare nel rispetto delle esigenze lavorative e famigliari, ed ora con semplicità trasferite in questo volume con un linguaggio narrativo fluente e colto che non lascia ombra a dubbio o interpretazioni errate.
Secondo il mio umilissimo parere, se egli voleva che chiunque lo avesse letto venisse a conoscenza della sua biografia, non poteva trovare un modo migliore di farcela sapere, perchè dopo aver letto quanto sopra, dico che poco ci resta da scoprire di un signore irreprensibile e di un artista quale egli è. E ce ne dà la prova anche con il testo in oggetto, bello da prendere in esame e lo consiglio a chiunque voglia sedersi al focolare, o quando è l’estate anche all’ombra di un albero e affidare la fantasia alle descrizioni, che con molta cura il nostro autore ha fissato indelebilmente per chiunque vorrà leggerlo.
Grazie Michele e Sara, per aver arricchito la letteratura con questa vostra opera.
Ed anche la mia conoscenza, perché vi ho letto con vero piacere.
Andrea Runco
Segnalo uscita del libro di Michele Celano e Sara Piccolo “A me stesso”, libro da me pubblicato col marchio Mario Vallone Editore.
Maggiori informazioni sull’opera al seguente link: vai alla scheda.
Per acquistare il libro avete diverse possibilità.
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MarioVallone
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