La foto in basso l’ho scattata circa un anno fa nell’ultima “escursione” in giro per le campagne di Brattirò assieme a mio padre.
Mentre osservava questo degrado leggevo nei suoi occhi tanto rammarico.
m.v.
FUNTANA VECCHIA
Il nome non sta a significare che a Brattirò ci sia, in contrapposizione, una fontana nuova, ma quel “veccia” significa “antica”. E quanto sia “veccia” nessuno lo sa perché non ci sono notizie storiche riguardo alla sua costruzione. A memoria d’uomo si ha notizia sin dai primi anni del 1800, ma la sua costruzione data certamente secoli prima. Si trova alla periferia del paese, in località “Sant’Anna”, a poche decine di metri dalla chiesetta di Sant’Anna, in quella zona conosciuta come la chiesa di “Sutta Sant’Anna”, nei pressi della stradina che si dirama da Brattirò verso Spilinga. È uno dei siti di Brattirò che si ricordano con più affetto. Questo perché tutte le nostre mamme e le nostre nonne… e oltre… hanno attinto a questa fontana, specialmente per il bucato. C’era un lavatoio rettangolare dove si faceva il bucato (si lavavanu i panni). Contemporaneamente potevano lavari i panni sei persone e, all’occorrenza, anche otto. La mia casa paterna è a circa 200 metri da questa fontana e, in qualsiasi ora di ogni giorno dell’anno, fino agli anni ’60, vedevo un via vai di donne che andavano “a lavare i panni a funtana veccia”. Portavano in testa una vasca di zinco o una grande cesta di vimini, “a canniscia di panni” (all’epoca non c’era ancora la plastica). La fontana era anche un punto di incontro dove si apprendevano e si commentavano tutti gli eventi di tutti…
Fino agli anni ’60 ogni domenica si svolgeva il mercato a Tropea. Decine di spilingesi portavano, a dorso di asino, le loro mercanzie e “a funtana veccia” era una sosta obbligata per rifocillarsi e dissetarsi, loro e le bestie.
Pasquale Vallone
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