“Funtana Vecchia” – Brattirò

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Un breve scritto di mio padre, dott. Pasquale Vallone, sulla cosiddetta “Funtana Vecchia”, monumento simbolo di Brattirò, antica fonte (letteralmente) di vita per la comunità, da tempo in stato di totale abbandono tra il silenzio delle istituzioni.

La foto in basso l’ho scattata circa un anno fa nell’ultima “escursione” in giro per le campagne di Brattirò assieme a mio padre.

Mentre osservava questo degrado leggevo nei suoi occhi tanto rammarico.

m.v.

FUNTANA VECCHIA

Il nome non sta a significare che a Brattirò ci sia, in contrapposizione, una fontana nuova, ma quel “veccia” significa “antica”. E quanto sia “veccia” nessuno lo sa perché non ci sono notizie storiche riguardo alla sua costruzione. A memoria d’uomo si ha notizia sin dai primi anni del 1800, ma la sua costruzione data certamente secoli prima. Si trova alla periferia del paese, in località “Sant’Anna”, a poche decine di metri dalla chiesetta di Sant’Anna, in quella zona conosciuta come la chiesa di “Sutta Sant’Anna”, nei pressi della stradina che si dirama da Brattirò verso Spilinga. È uno dei siti di Brattirò che si ricordano con più affetto. Questo perché tutte le nostre mamme e le nostre nonne… e oltre… hanno attinto a questa fontana, specialmente per il bucato. C’era un lavatoio rettangolare dove si faceva il bucato (si lavavanu i panni). Contemporaneamente potevano lavari i panni sei persone e, all’occorrenza, anche otto. La mia casa paterna è a circa 200 metri da questa fontana e, in qualsiasi ora di ogni giorno dell’anno, fino agli anni ’60, vedevo un via vai di donne che andavano “a lavare i panni a funtana veccia”. Portavano in testa una vasca di zinco o una grande cesta di vimini, “a canniscia di panni” (all’epoca non c’era ancora la plastica). La fontana era anche un punto di incontro dove si apprendevano e si commentavano tutti gli eventi di tutti…
Fino agli anni ’60 ogni domenica si svolgeva il mercato a Tropea. Decine di spilingesi portavano, a dorso di asino, le loro mercanzie e “a funtana veccia” era una sosta obbligata per rifocillarsi e dissetarsi, loro e le bestie.

Pasquale Vallone

 

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