Dietro la casa canonica c’era l’ortu du previti.
Per orto si intende una superficie di terreno destinata alla coltivazione di piante erbacee commestibili, cioè gli ortaggi. Non era questa la finalità di quel terreno attorno alla canonica.
Era in uno stato di abbandono ma don Pasquale Bagnato lo fece sistemare negli anni Cinquanta.
La parte adiacente al cancello d’entrata era una superficie piana, ricca di erba, ben curata, e con tanti alberi da frutta che producevano: aranci, limoni, mandarini. Invece nella parte posteriore, nel lato sinistro, proprio dietro la casa canonica, c’erano palme da datteri con fusto cilindrico sottile, cariche di datteri a grappoli e palme di san Pietro con fusti che raggiungevano i 3-4 metri di altezza.
Il giorno prima della domenica delle palme, il parroco autorizzava una persona a prendere, dal cuore dell’albero, le foglie di palme più tenere e bianche che venivano distribuite a noi bambini perché, il giorno successivo le portassimo in chiesa assieme ai rami di ulivo per la benedizione.
C’era anche una fontana con annessa una piccola vasca (gebbia) di raccolta dell’acqua.
Questa zona dell’orto era incolta, con tante spine ed erbacce e in alcuni punti era impenetrabile. Venne ripulita dalle montagne di spine e fu pavimentata. C’erano angoli dove noi bambini giocavamo: “puntini”, “banditi”, nascondino, ovvero “ammucciatea” .
Nel mezzo c’era un vialetto dove gli adulti giocavano a bocce e/o ai birilli (mbriggia).
Il parroco don Pasquale Bagnato, nel primi anni Sessanta, comprò inoltre un televisore e tutte le sere tanta gente andava a vedere i programmi perché all’epoca pochissime famiglie potevano permettersi un televisore in casa.
Pasquale Vallone