Casa canonica – Brattirò

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La casa canonica di Brattirò dista poche decine di metri dalla chiesa.

Don Ferdinando Rombolà (1864-1936) parroco di Brattirò dal 1902 alla morte, non abitò mai nella casa canonica, ma nella casa della sorella Caterina, sita in piazza Cesare Battisti all’angolo con l’attuale via Posta.

Dal 1939 vi abitò don Pasquale Bagnato (1901-1975) con la vecchia mamma, donna Micia, e la perpetua Pugliese Maria Rosa, detta Mararosa du previti, un tipo sui generis e un po’ pazzoide, il terrore di noi bambini quando facevamo baccano giocando nell’orto.

Dopo la morte delle due donne venne ad abitare con don Pasquale il fratello don Paolino, che era rimasto vedovo e solo ed accudiva alla casa. Erano originari di Parghelia, ma don Paolino abitava a Genova.

Al piano terra c’erano i “bassi” diroccati, in abbandono e ricettacolo di topi e gatti. C’erano anche statue di santi in creta e tutte rotte che noi bambini guardavamo da una finestra e, in quell’oscurità, ci facevano provare tanta paura, anche perché per alcuni anni lì si tenevano le casse da morto che poi la Congregazione pro Defunti fece spostare in un locale più consono.

Dopo la morte di don Pasquale Bagnato, in canonica vi abitò don Giuseppe Furchì (1941-2011), con i vecchi genitori: a “za Maria” e u “zu Cicciu”.

Don Pasquale, negli anni immediatamente dopo la Seconda Guerra Mondiale, fece ristrutturare la canonica e il terreno attorno. Nel piano inferiore si ricavarono dei locali che divennero sede di incontro e di ricreazione per i bambini e per gli adulti. Si giocava a dama, a scacchi, a carte.

Si leggevano giornaletti che il prete comprava (Il Grande Black, Topolino…) e inoltre don Pasquale comprava libri e li dava, a chi li chiedeva, da leggere e da restituire.

Io lessi il libro Cuore e I Promessi Sposi.

Pasquale Vallone

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