Giovedì 29 febbraio abbiamo presentato a Tropea l’ultimo libro di Michele Furchì “Racconti segreti dei nostri nonni”, volume da me pubblicato col marchio Mario Vallone Editore.
Si è trattato della seconda presentazione nel circondario di Tropea-Capo Vaticano, dopo il primo incontro avvenuto a Santa Domenica di Ricadi a inizio novembre.
Partecipata la serata, intensi gli interventi.
Una grazie a tutti coloro che hanno preso parte all’iniziativa.
Grazie soprattutto per aver più volte citato e ricordato la figura di mio padre, autore della prefazione e della postfazione del libro: un’opera alla quale ci teneva davvero tanto.
Di seguito alcune immagini della serata fornitemi da Legambiente e la relazione integrale di Alfonso Del Vecchio; leggetela con attenzione: Alfonso, a mio parere, riesce a cogliere pienamente il senso e il significato del testo.
Racconti segreti
Prima di calarmi nella realtà di questo lavoro mi sia consentito di parlare del Dott. Pasquale Vallone autore della prefazione e della post prefazione di questo ultimo libro di Michele Furchi che a mio modesto avviso Vallone lo arricchisce e lo rende oltremodo prezioso.
La penna di Pasquale Vallone scrittore finissimo e storico scrupoloso ha finito per completare il lavoro di Michele Furchi rendendolo straordinario ed affascinante.
Il Dott. Pasquale Vallone ha analizzato il testo sotto diversi aspetti e punti di vista: storico, culturale, educativo, come si conviene a colui che ha un bagaglio di conoscenze e di sapere non comuni.
Pasquale Vallone sostiene che “Michele non scrive per immortalare il proprio nome, né cerca la gloria letteraria, ma in lui c’è forte l’appartenenza alla propria terra, con le sue tradizioni, le sue abitudini, la sua storia, la sua cultura”.
Tutto ciò mi riempie di soddisfazione per il semplice fatto di essere stato tra i primissimi a misurarmi con il bagaglio di saggezza, di inventiva, con il modo disinteressato di concepire la vita da parte di Michele.
Il mio incontro con Michele avvenuto tanti lustri fa è stato l’incontro con un grande. Ho avuto modo di rileggere alcuni libri di Michele, mio stimato amico da tempi lontani, ultimo in senso temporale di una lunghissima schiera di acculturati “artigiani socialisti” che hanno dato vita ed anima ad una politica pura ed insuperata, spesso macchiata e tradita.
A questo punto vi debbo una confessione, ho scoperto la felicità e la soddisfazione di leggere negli anni immediatamente dopo la maturità, quando sono stato pervaso da una passione, da una furia che mi portava ad approfondire tutto ciò che riguardava la nostra terra, le sue tradizioni, gli usi, la sua storia.
In questa direzione Pasquale Vallone ci ha lasciato un patrimonio inestimabile.
Cito a memoria alcune delle sue fatiche più significative: Universo egizio. I Santi Medici Cosma e Damiano, Gli usi, costumi e la lingua di Brattirò, tutti i Pontefici, L’emigrazione di Brattirò, I templari, Don Giuseppe Furchì testo a me particolarmente caro perché Don Giuseppe è stato tra i miei maestri quando giovane seminarista tra i Gesuiti lui fungeva da Prefetto.
Pasquale Vallone è stato un uomo di una cultura enciclopedica, capace di interpretare una storia e di indicare un percorso
Siamo in presenza di un intellettuale scrupoloso, attento, autore di ricerche uniche e fondamentali.
Se un uomo di tal fatta, di tale statura culturale prende in mano i Racconti di Michele Furchi significa una sola cosa che l’opera di cui parliamo stasera è un’opera preziosa, un’opera che da speranza e fiducia nel futuro.
Pasquale Vallone fa di questo libro di Michele un lavoro straordinario ed affascinante, un’opera letteraria completa ed emozionante.
Con questo lavoro Michele Furchi si mostra ancora una volta scrittore poliedrico sempre nuovo ed in continua evoluzione.
Pasquale Vallone afferma che Michele non può essere ascritto ad un filone letterario perché la sua produzione è larga e composita.
Questo libro non è soltanto una serie di racconti ma la storia di una vita, direi una lezione di vita, perché è carico di saggezza e ci richiama al senso dell’ eterno.
Ognuno di noi ad un certo punto della vita sente il bisogno, avverte l’esigenza di fare una sorta di bilancio e viene spontaneo pensare a quello che lasceremo ai figli e soprattutto ai nipoti. Che immagine conserveranno di noi? Come riusciremo a mettere insieme i piccoli cenni dei racconti dei nostri nonni, specie quando abbiamo fatto appena in tempo a conoscerli perché eravamo molto piccoli.
Io non ho la fantasia, la memoria, la sensibilità e la poetica di Michele perché anche a me piacerebbe che un giorno i miei nipoti potessero conoscere, ricordare, sapere da chi e da dove vengono.
Questo libro Michele l’ha concepito come un album per dare a tutti i nonni la possibilità di raccontare se stessi, la loro vita quotidiana, le loro aspirazioni.
Ed in questo contesto il lavoro è straordinariamente affascinante, oserei dire un’opera letteraria completa, perché ci racconta la storia della vita e della morte con i suoi molteplici aspetti: l’amore, il matrimonio, le amarezze, le gioie, la morale, il silenzio, i tradimenti, la felicità e le angosce, la vendetta ed il perdono, l’avarizia e l’egoismo, la dignità e le molestie, la furbizia e la gelosia.
Michele raccoglie stralci del passato come preziose perle infilate sul cordone della memoria quella più profonda e vera dell’infanzia.
Quanti di noi si misurano quotidianamente con questi aspetti e sentimenti.
In ogni storia, in ogni racconto di questo libro c’è una lezione di vita, una morale.
Michele non è semplicemente uno scrittore, la sua prosa ha sempre una vena di poesia, con riflessioni filosofeggianti, che ce lo mostra in quella che io considero la sua dote principale “maestro di vita”, capace di fornire sentimenti e perle di saggezza che riempiono questa sua opera di commoventi ed insuperabili accenti lirici.
La scoperta di questo libro è stata per me un privilegio, è stato come ritornare adolescente ed avvicinarmi alla vita con i suoi insegnamenti i suoi misteri, le sue incognite, i suoi privilegi che ci richiamano tutti al senso dell’eterno.
Un grande di cui non ricordo il nome sosteneva “noi nonni sopravviveremo fino a quando qualcuno o i nostri nipoti si ricorderanno di noi”!
Un mio carissimo amico che ci ha lasciato da tempo sosteneva in una sua bellissima poesia sui nonni che non sono riuscito a reperire che i nonni ad un certo punto della loro esistenza non vivono più per loro ma per noi. Basta la loro presenza, magari ad un angolo di una stanza, per riempire la nostra esistenza.
E’ questo un lavoro che crea la sintesi tra percezione e ricordo con una ricorrente ironia che si accompagna sempre ai sentimenti ed agli affetti.
Questa ennesima fatica di Michele Furchi crea una saldatura tra generazioni, perché noi non potremmo vivere senza le invenzioni fantastiche, i recuperi della memoria, le favole dei nostri nonni.
Sono queste di Michele delle semplici novelle che fiorivano dalle labbra sorridenti ed ironiche dai nostri sereni vecchietti e che acquistano un sapore amaro, simbolo di una vita spesa inutilmente spesso per correre dietro i fantasmi di una illusoria felicità.
In questi racconti c’è una testimonianza, la storia sociale, raccontata con leggerezza, simpatia, con ironia sempre incalzante e compenetrante nei sentimenti come ci ricorda Pasquale Vallone.
Un affresco del costume di un tempo, di una vita di villaggio rurale, una vita di provincia con i suoi riti, le consolidate ed immutabili contraddizioni.
Una sceneggiatura dove si inseguono storie, usanze, ricordi!
E’ questo un testo che interpreta in modo magistrale l’animo del popolo calabrese sempre teso ed anelante verso sentimenti di giustizia ed uguaglianza, ed ancora contiene i sogni e le debolezze del genere umano.
E’ tipico della narrativa meridionale (e calabrese in genere) il motivo della fuga verso mondi diversi, piu’ aperti, piu’ umani come si evince in questi racconti di Michele, una fuga verso sogni ed illusioni difficilmente realizzabili nelle dure strette vie della vita del Sud.
C’è un’anima speciale che vive in questo lavoro di Michele Furchì. In alcuni racconti i ragazzi sono chiamati a contribuire al bilancio familiare, recandosi a bottega presso artigiani del paese, a imparare il mestiere, oppure a dare una mano in campagna nelle attività agricole.
Egli ha una grande capacità di raccontare i fatti con tono pacato, sa scegliere le parole giuste e riesce a dosarle in maniera sapiente, anche quando si tratta di temi delicati e scomodi da affrontare.
La durezza del vivere che continuamente affiora nei racconti ne esalta i valori (che oggi sembrano dimenticati e superati tanto si perdono nel passato di tanti piccoli centri della Calabria come i nostri.
Non a caso in questo lavoro di Michele è presente l’aspetto della povertà. Una povertà raccontata con grande struggimento e dignità, con l’infinito affetto dello scrittore sensibile e acuto, sia per trasferirla come memoria alle giovani generazioni.
Una certezza emerge in questo lavoro di Michele, la Calabria non è solo storia di sopraffazione, ignoranza e miseria da inghiottire con le croste di un pane duro.
Il sud è l’orgoglio dell’anima di un popolo che appartiene ad una cultura solida, che ha le radici contadine, la ruvidezza delle zolle bruciate dal sole ed i profumi intensi delle erbe aromatiche inasprite dalla secca salsedine.
Perdonatemi la retorica. Non è la bellezza che salverà il mondo, ma i nonni trasmettendo alle future generazioni il frutto della loro matura esperienza umana e spirituale.
Questo libro mi è piaciuto ed entusiasmato in quanto nonno.
Nella letteratura specie in quella dell’infanzia troviamo eccellenti ed innumerevoli esempi e storie che raccontano il rapporto tra nonni e nipoti.
Noi siamo il frutto di una vita nuova grazie ai nostri nonni.
Non a caso alla fine di ogni suo racconto c’è sempre un richiamo alla morale e alla redenzione.
Questo testo si inserisce di prepotenza tra i migliori lavori letterari sui nonni, nonostante le molte battute mordaci che ci richiamano a ritratti boccacceschi, evocando le eterne debolezze del genere umano dove realtà e fantasia spesso si confondono con i sogni.
Alcuni racconti sono oggetto di storie piccanti, ma raccontate con semplicità e la dovuta discrezione.
Infatti alcune novelle non sono rivolte ai piccoli ma a quelli già grandi e maturi quasi a voler rammentare che essi non sono destinati ai nipoti ma agli stessi nonni.
Questi racconti sono i racconti dei nonni del terzo millennio, perché sono racconti giovanili, che Michele non ha reso più segreti, perché li ha sdoganati liberati da un certo pudore rendendoli racconti per nipoti aperti alla vita e più consapevoli di quanto non lo fossimo noi alla loro età.
Infatti quella che un tempo era la favola segreta oggi è semplicemente l’espressione di un irresistibile umorismo che i giovani di oggi ci propinano tramite cellulari, ipod, computer, ed altre diavolerie in arrivo.
L’Autore in questo lavoro va alla ricerca del comico, una comicità che oltre al godimento mira ad esorcizzare i malanni della vita. Egli è portato sempre piu’ all’arguzia, alla celia, alla beffa. In Michele c’è un umorismo semplice ed ingenuo e nel contempo molto malizioso, dimostrandosi anche un fine e felice umorista.
Michele si diverte con il suo innocente riso, prendendo spunto dai gonzi protagonisti di alcuni suoi racconti, in quanto si prestano al suo sorriso disinteressato, al divertimento beffardo, giocando e trastullandosi con la vita dei sempliciotti.
In questi racconti di Michele c’è il gusto del ridere, gusto che guarda con indulgenza agli intrighi che regolano le umane vicende con il sorriso del buontempone che si prende giuoco di quanti non comprendono i valori della vita.
E Michele sorride con la risata dell’intelligenza che non appartiene alla elite, ai depositari della cultura ed al censo ma è aperta a tutti.
Una intelligenza aperta a tutti come la malizia quando vuole attenuare gli eccessi di sensualità erotica che pure sono presenti in questo testo.
Michele ci tramanda ricordi e tradizioni offrendo a tutti noi l’input per conoscere la nostra provenienza, le radici e attraverso la loro memoria rinnovare le nostre emozioni.
Questo lavoro è come se fosse una saldatura una continuità tra un passato fecondo ed un futuro aperto acquistando un valore insostituibile.
La sintesi su questo lavoro la crea ancora una volta Pasquale Vallone quando afferma “Michele è la sintesi, la espressione di una cultura popolare che non è un ridimensionamento, una riduzione o una diminuzione a piu’ modesti limiti di valutazione, di stima e di istruzione di una persona, di apprezzamento e di giudizio, del livello intellettuale, ma è una ricchezza ed una risorsa che va valorizzata ed apprezzata per quello che si merita”.
Questo è un testo prezioso che merita grande attenzione da parte di insegnanti genitori educatori e che senz’altro riempirà i giovani lettori di meraviglia e dolcezza, costituendo un esempio per loro per incamminarsi verso la via della dignità, della tolleranza, dell’ amicizia, del rispetto e della collaborazione
Grazie Michele, grazie Dott, Vallone.
Alfondo Del Vecchio
Per acquistare il libro avete diverse possibilità.
- Coloro che risiedono nel circondario di Tropea-Capo Vaticano possono recarsi presso la mia sede, a San Nicolò, in Via Vaisette (accanto bar Shaker) oppure presso la tabaccheria Tripodi di Santa Domenica di Ricadi.
- Coloro che vivono fuori, compresi residenti in area UE, possono adoperare il mio sito, completando l’ordine alla seguente pagina: vai alla scheda.
- Il libro, ovviamente, è disponibile anche su una miriade di store online tra cui Amazon, con modalità Prime. Furchì su Amazon.
- Potete anche recarvi in una libreria nel territorio italiano e fornire titolo e nome autore o editore, oppure il seguente codice: 9788831985901. In quest’ultimo caso disponibilità e reperibilità dipende molto da fornitore delle singole librerie, ma se libraio è esperto sa bene come fare per farvelo avere.
- Altro metodo, riservato soprattutto a coloro che non hanno dimestichezza con acquisti online è contattare direttamente il sottoscritto tramite email, telefono, whatsapp, messenger (nel banner in basso a destra vi sono tutti i miei contatti).
MarioVallone