Da una parte, contenere la acque piovane con delle vasche di laminazioni finalizzate ad impedire dispersione. Dall’altra, regolamentare il far west ereditato purtroppo in tema di rete idrica fai da te. Con una priorità tra le priorità e che calamita la massima attenzione dell’Amministrazione Comunale: attenuare l’atavica pressione di tutte le acque sulla rupe, tra le icone internazionali del Principato di Tropea e, allo stesso tempo, uno dei patrimoni più delicati e da tutelare.
Rispondendo ad una delle due interrogazioni presentate dal consigliere comunale Antonio Piserà (che si è dichiarato soddisfatto delle precisazioni istituzionali), è quanto ha spiegato il Sindaco Giovanni Macrì nel corso dell’ultima assise civica, cogliendo l’occasione sia per ricordare che lo stato di salute precaria nel quale è stata ridotta nei decenni passati la rupe, nuovamente affidata nei giorni scorsi alla Madonna di Romania, resta una delle preoccupazioni più serie dell’attuale Esecutivo; sia per ricordare che grazie ed attraverso l’impegno garantito fino ad oggi dai presidenti regionali Santelli, Spirlì ed Occhiuto, la rupe di Tropea, tra le immagini della Calabria più riconosciute al mondo, è destinataria di un importante finanziamento di circa 8 milioni complessivi.
“Causa l’intervenuto incremento dei costi – ha aggiunto il Primo Cittadino – gli uffici hanno dovuto rivedere il progetto definitivo per la procedura di appalto integrato. Il Sindaco ha chiarito, quindi, che l’attuale rete paramassi ha comunque svolto con efficacia la propria funzione; che pur in presenza di un accumulo sottostante sul quale si interviene sistematicamente, la situazione non desta allarmi e preoccupazioni particolari, essendo sotto costante controllo; che, infine, saranno comunque effettuati ulteriori controlli e che se necessario saranno effettuati ulteriori svuotamenti.”
Il Sindaco ha fornito chiarimenti anche in merito alla carenza idrica verificatasi in zona Marina Vescovado, oggetto di una seconda interrogazione del consigliere Piserà (anche in questo caso dichiaratosi soddisfatto dal chiarimento istituzionale) precisando che la causa è stata accertata in una bolla d’aria verificatasi sull’acquedotto, ostruendo il normale deflusso nella rete. Lo stesso Macrì ha colto l’occasione per ricordare che quello comunale è un acquedotto circolare perfetto, collettato in tutto il perimetro; che i pozzi oggetto dell’interrogazione sono di proprietà comunale, che gli stessi non sono utilizzati per utenze domestiche ma solo e in caso di emergenze per l‘area portuale e per usi non alimentari; che, inoltre, tutti gli altri pozzi sono certificati ed in regola rispetto alle norme di settore.
A conclusione delle sue comunicazioni all’assise civica svoltasi nei giorni scorsi, il Primo Cittadino ha spiegato, infine, che le modifiche apportate al Regolamento del Consiglio Comunale (ovvero l’introdotta possibilità che anche gli interrogati, al pari degli interroganti, possano trasformare il contenuto delle interrogazioni in oggetto di interpellanze) rispondono all’obiettivo di rafforzare la comunicazione istituzionale alla cittadinanza sulle diverse problematiche di interesse generale