L’iniziativa culturale è stata organizzata a San Pietro in Amantea, in provincia di Cosenza.
Di seguito il testo di due interventi tenuti nel corso dela serata e le foto scattate durante lo svolgimento dell’incontro.
Ogni uomo, per Eligio Motolese, è innanzitutto un “homo religiosus”, cioè un essere che si pone domande sulla vita, sul senso e sul destino di ogni cosa, soprattutto in questo periodo di pandemia da Covid-19. Egli sostiene pertanto che occorre seguire la via dell’amore, inteso nella sua policromia (affetto, amicizia, ecc.), quale via più segreta e umile, capace di dare senso all’esistenza umana.
In questo suo recente libro, intitolato “L’uomo e il suo viaggio: Pensieri e riflessioni per il nostro tempo”, lo scrittore adopera pure lui le “quattro p”: preghiera, per lasciarsi avvolgere dall’amore divino; progetto, in quanto presuppone una ricerca nella tradizione cristiana; persona, valorizzando l’uomo nella sua interezza di corpo e di spirito; e passione, in quanto ricerca costantemente del dialogo con l’altro e con Dio in modo aperto e multiculturale ( compito prioritario dell’arte).
“L’uomo e il suo viaggio: Pensieri e riflessioni per il nostro tempo” è ispirato specialmente da un’osservazione attenta del comportamento degli adolescenti. Soprattutto per loro, l’autore traccia sentieri di crescita culturale e morale, per garantire alla nostra società un futuro socio-religioso sicuro e coeso.
Secondo Eligio Motolese, dunque, il cercare, mettendoci in cammino, parlando e pensando insieme, costituisce un modo per trascendere noi stessi, per esistere veramente, per diventare più umani, mostrando le nostre emozioni più profonde ed emancipandoci da vedute angustamente egoiste.
Il suo nuovo lavoro ( con dedica affettuosa alla moglie Franca) è un libro che consta di una lucida “Prefazione” del compianto don Filippo Aloisio, di 23 brevi capitoli ( scritti in un linguaggio semplice ed essenziale), nonché di penetranti “Note” critiche della giornalista e scrittrice Vittoria Saccà. Si tratta di vari temi che spaziano dalla nascita di Gesù, infinito Amore, ai doni del silenzio ( linguaggio dell’eternità e ascolto del prossimo), da Maria di Nazareth alla preghiera, slancio dell’anima, dall’Ascensione di Gesù all’Eucarestia, centro dell’universo, dalla musica al Creato, dagli adolescenti ai nonni ( ponte tra le generazioni, radici sapienti ed esperte) fino al Paradiso quale scopo principale della Vita, col suo intenso desiderio umano di eternità felice. Una particolare attenzione è rivolta alla ‘stagione’ lunga e difficile dell’adolescenza che, pur costellata da incertezze, crisi, paure e solitudini, è tuttavia un passaggio necessario per diventare uomini veri. Ben saldo è l’intento pedagogico dell’autore, piena di speranza e tenerezza è la sua voce.
L’autore inoltre, partendo dalla società liquida di Bauman e sondando il dentro di noi “abitato da Dio”, si sofferma sul significato del tempo secondo pensatori come Gustave Thibou e il Sant’Agostino delle “Confessioni”. E, analizzando altresì vari libri sacri (“Vangelo”, “Salmi”, ecc.) e opere di poeti, scrittori e filosofi vari, tratta della bellezza, dell’amore e della preghiera, che danno senso alla vita, ci arricchiscono dei veri valori spirituali e ci preparano all’eternità, mediante il possesso luminoso di Dio, in pieno amore con Lui, specialmente con Gesù, che continua ad essere presente nell’Eucarestia, nella sua Parola, nella sua Chiesa.
Eligio Motolese accenna pure ad una scuola profondamente malata di disinteresse, di indifferenza per la verità, di finte riforme, di interessi privati che fanno perdere tempo ai docenti e credibilità all’istituzione. Occorre quindi ritrovare entusiasmo, competenza e serietà da parte del personale docente e non, col sostegno di genitori che non considerino la scuola come antagonista dei loro figli.
Lo scrittore amanteano dà poi importanza alla famiglia come luogo di relazioni forti, scuola di educazione all’alterità che favorisce la socialità tra diversi. Oggi però essa è in crisi e di ciò risente pure la società, tra incertezze e precarietà, culto dell’apparire e consumismo bulimico. Soltanto con relazioni e affetti stabili, onestà e buone opere si riuscirà a superare tale crisi.
Eligio Motolese ha pertanto scritto un libro interessante (corredato di foto adeguate per illustrare meglio i concetti al lettore), immerso nel cuore dei fatti e ancorato alla speranza, per insediarvi la sua visione particolare delle cose, basata sulla libertà, l’uguaglianza e la solidarietà fra tutti gli esseri umani.
Francesco Politano
Lo scenario è quello giusto, la serata è fresca, ci si ritrova tra tanti, con cui sono stati condivisi diversi anni scolastici, un pubblico attento, molti giovani seguono con interesse.
Una voce narrante illustra su grande schermo le diverse problematiche che disorientano l’animo umano durante il percorso della vita terrena.
Il libro di Eligio, come hanno sottolineato molti interventi, calato nella realtà attuale, individua i vari passaggi del vivere umano, pronti a ricercare, a scoprire segnali di Speranza che ispirano fiducia e ne illuminano i meandri.
Le argomentazioni sono intense, profonde, testimoniano come il problema sia affrontato nei diversi livelli generazionali, ma quello che più colpisce e permea l’atmosfera della serata è il senso di famiglia e di solidarietà e ci si accorge che al di là dei tempi e delle mode, la fratellanza e l’amore restano valori eterni.
Prof.ssa scrittrice Marisa Magnocavallo Locandro
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