Trattasi di 2000 metri circa di percorso, principale via di accesso al paese.
Negli ultimi tempi si registra un peggioramento preoccupante, sotto diversi aspetti, di problematiche attinenti a questo importantissimo e vitale tratto di strada.
Partiamo dalla cosiddetta “variante”, tangenziale di Brattirò, primo segmento dell’arteria in questione: troppo spesso tale strada è ornata da sacchi neri pieni di immondizia e, talvolta, si registrano lampioni spenti.
Abbiamo poi la ringhiera in ferro nei pressi delle prime abitazioni del paese. Se la osserviamo bene notiamo che la manutenzione è stata bruscamente interrotta (vernice “spalmata” solo nel primo tratto) e che presenta diversi punti in cui non sembra proprio possente e sicura: ti viene il tetano solo a sfiorarla e sembra possa cedere se qualcuno vi si poggia sopra.
Ovviamente la segnaletica, sia orizzontale che verticale, è pressoché assente, come pure i dossi, necessari soprattutto lungo la tangenziale e nei pressi del bivio in contrada Pità, dove le auto sfrecciano a velocità elevatissime all’ingresso di un centro abitato investendo spesso gatti randagi.
Passiamo al manto bituminoso, consumatissimo, ormai pieno zeppo di buche e voragini: un’indecenza che si “avvale” anche di un’approssimativa pulizia delle cunette e dei bordi.
Proseguiamo.
In prossimità del suddetto bivio di San Rocco abbiamo un anomalo e maleodorante sversamento di liquidi: lascio a voi immaginare di cosa si tratta (v. foto). Fa bella mostra di sè da mesi, anzi da anni. Uno squallore. Un problema imbarazzante che si protrae. Uno spettacolo nauseabondo.
Anche fare una passeggiata, a Brattirò, nell’A.D. 2022 è diventato rischioso.
La strada in questione, lo ricordo, viene adoperata spessissimo, in qualsiasi stagione dell’anno, da diverse persone per fare una salubre corsetta, ma anche una semplice passeggiata, incluse mamme con il passeggino, anziani e persone disabili.
Mi fermo al bivio di San Rocco.
Se volessimo continuare, direzione Tropea troviamo una strada pericolosissima, in parte crollata, e una struttura sportiva disintegrata dalle erbacce; mentre in direzione Caria un cantiere abbandonato dal 2010 che doveva essere riaperto circa due anni fa, una chiesetta senza tetto e un’antica fontana in stato di abbandono sempre cinta da immondizia.
Questo è quanto: tutto facilmente verificabile, tutto documentabile.
Ognuno si faccia la propria opinione.
La mia, personale, è la seguente.
L’impressione, che si rafforza via via e diviene purtroppo certezza, è che i problemi anziché diminuire aumentano: una terra di nessuno, dove tutti vedono, tutti sanno, ma ben pochi parlano e nessuno agisce, nessuno denuncia; e le istituzioni, di qualsiasi ordine e grado, rimangono anch’esse in silenzio a guardare.
MarioVallone
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