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Grotta Santu Liu: ecco cosa vi è di “ARDUO”

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Leggo, in un comunicato ufficiale diramato dall’amministrazione comunale drapiese, che la sovrintendenza ha emanato il decreto per la tutela della grotta di santu Liu, tassello importante per cercare di salvarla, anche se tardivo: la strada è ancora lunga.
Nello stesso documento leggo: “Tutto ciò è stato ottenuto grazie all’arduo lavoro compiuto dall’amministrazione comunale, la quale ha individuato topograficamente il sito ed ha permesso in tale modo l’emanazione del decreto e la redazione di una relazione artistica che ne descrive le motivazioni e ne evidenzia le caratteristiche.”
Rimango basito di fronte a cotanta falsità e, in particolare, alla parola “arduo”.
Era infatti tutto già pronto e predisposto dopo decenni di davvero arduo lavoro: sia la relazione, sia l’individuazione del sito, sia l’immane, lungo e incessante lavoro di sensibilizzazione di studiosi e – soprattutto – istituzioni.
Di arduo, associato alle azioni di Alessandro Porcelli, in tutta questa storia vi è ben poco: l’attuale sindaco, anziché prendersi meriti che non ha minimamente, dovrà spiegare pubblicamente cosa ha fatto in tutti questi anni, sia come primo cittadino, quando abbiamo lanciato più volte appelli per salvare la grotta e stanziare fondi comunali (2011-12), appelli sempre ignorati totalmente, sia come consigliere di opposizione, sempre totalmente assente ad ogni iniziativa tesa a sensibilizzare sul sito.
Qui vi sono davvero pochi meriti riconducibili a Porcelli in tutta questa vicenda e molti, molti demeriti.
Se andiamo ad analizzare la parola “ARDUO” penso che, più che a una firma e a una email che ha seguito “na tavula sciamprata”, tale termine vada riferito all’attività di chi lavora, incessantemente, da 14 anni, su questo tema (e io non sono il solo).
Mi preme ricordare anche Cicco Rombolà, Agostino Gennaro, Francesco Pugliese ed i ragazzi dell’associazione Mnemosyne (chiedo scusa se dimentico qualcuno), come pure la precedente amministrazione Vita.
Ho fatto un po’ di conteggi.
Gli articoli che parlano della grotta che ho scritto sulla stampa telematica e cartacea sono più di 60, molti di più quelli pubblicati altrove all’interno dei quali, indirettamente, vi è un mio contributo.
La presenza della grotta in pubblicazioni, guide e libri, sempre fatte a mie spese, è assidua e martellante (evito di elencarle per non dilungarmi).
Gli studiosi ed i giornalisti da me contattati per analizzare il tema, approfondirlo e scriverne, su riviste specializzate e su stampa regionale e locale, sono decine, molti di loro archeologi (evito elenco nomi perché, essendo tanti, me ne dimenticherei qualcuno).
Nel 2016 sono stato tra i principali promotori di un convegno sulla grotta – spese organizzative sostenute sempre da me – cui hanno partecipato tutti i vertici della soprintendenza che hanno apprezzato e si sono resi disponibilissimi a passi successivi (l’allora consigliere di minoranza, oggi sindaco che lavora “arduamente”, allora non c’era, non era neppure in sala, lui ed i suoi accoliti, anche loro oggi impegnati “arduamente”).
Da anni, assieme ad Agostino Gennaro stampo, a mie spese, una brochure con le indicazioni per visitare la grotta, visita “predisposta” da me ed Agostino che abbiamo contattato addirittura guida che risponde a quel numero e accompagna visitatori sul posto.
Nel 2011 – vado indietro nel tempo – l’allora vicesindaco, Cosmo Vallone, propose, per la prima volta (abbiamo documenti che parlano) di impegnare risorse ed energie pubbliche per salvare la grotta. Proposte del primo degli eletti cadute nel dimenticatoio: il sindaco, allora, doveva dare lavori ad altri per altre cose. In quegli anni ho lottato quotidianamente per far intervenire autorità perché sapevo, da fonte attendibile, che grotta stava sparendo (trovate ogni post nel mio blog). Questi che ora dicono di aver lavorato “arduamente” – Alessandro Porcelli in primis – se ne sono letteralmente infischiati in quegli anni. Allora si poteva fare qualcosa per evitare disastro. Se oggi grotta non esiste più qualcuno deve assumersi qualche responsabilità: chi a quei tempi non ha dato risposte ad appelli ripetuti deve spiegarne le ragioni.
Da ultimo, per chiudere il post e non allungarlo (ma potrei, perché di cose da dire ne ho molte altre) sempre io e Gennaro settimane addietro abbiamo realizzato una nuova pubblicazione su tutti i siti archeologici del comune, opera costata anni di ARDUO lavoro ed anche parecchio denaro all’interno della quale ampio spazio è dato alla grotta.
Diciamo che su grotta e su tematiche simili più che soldi ed energie ho speso anni di vita.
Di “ARDUO” in questa vicenda vi è solo da capire come la mente umana possa concepire un simile mare di ipocrisia, di ingratitudine e di vile irriconoscenza, oltre che di ignoranza estrema e strafottenza!
MarioVallone

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