Avevo poco più di 10 anni; frequentavo le scuole medie di Brattirò.
Prima di allora non avevo letto alcun libro, ero troppo piccolo per potermici avventurare: solo le letturine che si facevano alla scuola elementare e gli album delle figurine Panini.
Il mio insegnante di italiano, durante la lezione, ci parlò di un libro e di un film da esso tratto. Protagonista era un anziano, anzi un vecchio, che, andato a pesca, si era ritrovato a lottare furiosamente contro un pesce enorme che non riusciva a pescare e portare a riva.
Il mio insegnante questa storia, tanto semplice quanto pregna di significato e di simbologia, ce la raccontò con un tale coinvolgimento emotivo che innescò in me un impeto, un desiderio irresistibile di voler capire, approfondire, scoprire.
A casa chiesi a mia madre di procurarmi quel volume: lo lessi tutto d’un fiato rimanendo senza fiato.
E fu così che, adolescente, iniziai ad appassionarmi alla lettura.
Da allora sono passati quasi 30 anni e di volumi ne ho letti migliaia. E proprio su quella passione sono riuscito a crearmi un lavoro; ed ora i libri, da dieci anni, li pubblico.
Quell’opera attraverso cui mi avvicinai per la prima volta alla lettura – naturalmente – era il capolavoro assoluto di Ernest Hemingway: “Il vecchio e il mare”.
L’insegnante che, con la sua maestria e accortezza, permise che ciò accadesse si chiamava Nandino Rombolà.
A distanza di tempo colgo e apprezzo ancora di più il suo metodo educativo: che fortuna averlo avuto come docente, averlo incontrato lungo la mia strada. Che meraviglioso piacere aver partecipato alle sue lezioni – indimenticabili e leggendarie quelle sulla Divina Commedia – ed averlo avuto, successivamente, come amico.
Ora le vie – causa forza maggiore – si sono separate.
Ma: ci rivedremo.
Intanto, ti dico, pubblicamente e cordialmente: GRAZIE prof.
Grazie di cuore.
Mi hai trasmesso un qualcosa di inestimabile: il saper ricercare, assaporare e gustare le emozioni attraverso la lettura.
Eternamente grato.
Chi ama non dimentica.
MarioVallone
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