Bologna e Soriano Calabro: aperto il Giubileo per l’VIII centenario della nascita al Cielo (1221 6 agosto 2021) di san Domenico di Guzman
Il 6 gennaio presso l’Arca che ne custodisce il corpo, il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, alla presenza del Maestro dell’Ordine Domenicano, fr. Francisco Gerard Timoner III (87° successore di san Domenico) è stato aperto l’Anno Giubilare per ricordare Domenico, l’uomo “tutto di Dio, padre dei predicatori”.
Nello stesso momento, anche a Soriano Calabro “nel santuario in cui è fiorito il culto più devoto al mondo” e che custodisce la “miracola tela” di San Domenico, avveniva la solenne Celebrazione Eucaristica al termine, il canto dell’O Spem Miram, lo svelamento della Tela, l’accensione della lampada ad olio e la recita della preghiera del Giubileo si dava inizio a questo “anno di Grazia” che, per diversi motivi, assume un’importanza particolare.
Questo legame fra le due città è patrimonio, non solo della storia dell’Ordine Domenicano, ma di quella della nostra Regione, infatti come affermava il domenicano fiammingo Cornelius Janssemboy nel 1632: “Il corpo di San Domenico riposa a Bologna, ma il suo spirito è a Soriano”
“A tavola con Domenico” , il tema del Giubileo, vuole essere l’invito ad accogliere la comunione di vita, la condivisione dell’ideale cristiano e di vita apostolica, per riflettere sull’essenziale che si trova in una tavola (il pane e il vino, cioè la Parola di Dio) che sostiene e che rallegra la nostra esperienza umana e di fede.
Per la nostra Regione e, in particolar modo per Soriano, un’opportunità perché il passato, con il suo valore non solo religioso, ma culturale, diventi motivo per comprendere che la crisi che viviamo, non deve essere vista soltanto come danno economico, ma come opportunità per recuperare il senso e il significato di vivere per un ideale e non per noi stessi. Nell’attenzione verso tutti i coloro, a cui è impedito di vivere la dignità umana, i giovani a cui è negato di progettare il proprio futuro, agli anziani ritenuti uno scarto inutile.
Credo che la figura di san Domenico e la spiritualità di domenicani quali: Tommaso d’Aquino, Caterina da Siena, Bartolomeo Las Casas, Giorgio La Pira solo per fare alcuni nomi, ci possono aiutare in questa direzione.
San Domenico è “luce della e nella Chiesa” che, tutto ha posto al servizio della “causa del Vangelo” per la sua conoscenza. Per lui, non si tratta di difendere la Chiesa, ma far conoscere la Verità di Cristo, per donare “la Carità della Verità”, conosciuta attraverso lo studio che, per lui è preghiera e contemplazione, da condividere poi nella predicazione.
“SAECULIS CRESCIT NON SENESCIT”
Padre Giovanni Calcara, o.p.