Sono passati 12 anni dalla morte di Giuseppe Pugliese, artista brattiroese, caro amico di famiglia, soprattutto di mia madre, deceduto il 4 gennaio del 2009.
L’ho ricordato più volte, sempre con tanta emozione (un precedente articolo sull’argomento), e continuerò a farlo: oggi pubblico una notizia di tanti anni fa in cui si parla proprio di lui.
m.v.
Nella seconda decade di maggio del “82, Giuseppe Pugliese valica i confini della regione, dove aveva preparato due mostre nella vicina Tropea, e lo troviamo a Messina presso il Rettorato dell’Università e in particolare presso l’Accademia Peloritana dei Pericolanti che dal 1729 rappresenta la casa della cultura.
Un’associazione prestigiosa riconosciuta in tutto il mondo, non solo per la qualità ma anche per la longevità.
Costituita da Accademici di chiara fama, “uomini di ingegno e di cultura” continua il suo lavoro nel tempo fino a tutto oggi.
Filosofi, scienziati, letterati, teologi con il loro amore per il sapere contribuirono e contribuiscono ad ampliare gli orizzonti culturali della città di Messina.
Dopo alcuni anni trascorsi a modellare tronchi di ulivo, gelso e noce nella struggente solitudine della sua dimora rurale, una casa di campagna fatta di blocchi di terra, a seguito della divulgazione giornalistica (Gazzetta del Sud) viene invitato a esporre le sue opere all’Università.
Dopo un’inaugurazione in pompa magna: Rettore, Presidi di Facoltà, Direttori delle quattro Classi dell’Accademia, Professori universitari, personale tecnico-amministrativo e tanti studenti, sono seguiti per otto giorni tantissimi visitatori e tanti articoli sui giornali per un evento che non aveva avuto precedenti.