Su un muro della scuola fondata da Don Milani campeggia una scritta I CARE, letteralmente “mi interessa… mi sta a cuore”. Proprio perché mi sta a cuore la scuola, sono indignato per come l’amministrazione di Drapia ha gestito la situazione complessa delle scuole del nostro comune.
Qualsiasi decisione che riguarda la scuola ha conseguenze sulla vita quotidiana di decine di famiglie (genitori,nonni, zii etc), come tale, si tratta di un mondo a cui bisogna accostarsi con sensibilità, con umanità, con umiltà e con spirito di servizio. Non si può affrontare una materia di assoluto interesse pubblico come se fosse una questione privata; come se si trattasse di chiudere o spostare un cancello. C’era tutto il tempo perché l’amministrazione potesse informare la cittadinanza tutta, avanzare in maniera chiara la propria proposta, spiegare le ragioni tecniche, legali e di opportunità, ascoltare le esigenze e le proposte dei cittadini per potere arrivare ad una decisione più condivisa possibile.
La scuola unisce non divide, questa doveva essere la campagna che l’amministrazione doveva portare avanti da mesi per trovarsi pronta davanti alla ripartenza. Invece l’amministrazione Porcelli, nel silenzio più assordante, tenendo all’oscuro i cittadini, ha disposto la chiusura dei plessi della primaria di Brattirò e Caria ed lo spostamento a Sant’Angelo.
Oggi ci interroghiamo sulle modalità di questa decisione, perché l’amministrazione continua a lavorare sotto traccia? Perché non informare in maniera completa tutti i cittadini?
Badiamo bene, Don Milani aveva coniato il suo motto I CARE in netta contrapposizione al famigerato motto fascista ME NE FREGO. Questo mi sembra sia stato il motto porcelliano: “me ne frego” di quello che pensano le mamme, i papà, i nonni ed i cittadini.
Un’amministrazione che non si pone all’ascolto delle esigenze dei cittadini, che non si apre al confronto dialettico, libero e democratico, viene meno a quella dimensione essenziale al servizio che contraddistingue ogni pubblica amministrazione. Voi siete servitori dello stato e della comunità che rappresentate. Umili servitori, a cui è stato delegato l’onere e l’onore di decidere democraticamente, non abusando del proprio potere. Riguardo a questo, voglio tristemente sottolineare come il consigliere di maggioranza più votato e più rappresentativo della frazione Brattirò sia stato assente durante l’incontro con i genitori – convocato a decisione di spostare la scuola avvenuta e solo per discutere le problematiche di trasporto alunni – nonostante sia anche professore e responsabile sindacale del comparto scuola.
Vorrei invitare i miei cari concittadini a meditare liberamente se queste siano le modalità per decidere su una questione di elevato interesse pubblico all’interno di una comunità civile. Meditate, fate delle domande e chiedete a gran voce delle risposte a coloro che sono tenuti a darle in pubblica piazza.
La mia indignazione è grande e nasce dal mio essere cittadino drapiese e poi cittadino del mondo che non piega la testa davanti ad atti unilaterali.
A tutti coloro che dopo aver letto queste mie parole parleranno di campanilismo, perché non hanno altre argomentazioni, dico che la mia storia parla chiaro, di uomo impegnato attraverso lo sport ad abbattere qualsiasi barriera.
Ma poi vorrei chiedere ai vari campanilisti della parola: uno di Brattirò non potrebbe o dovrebbe parlare? Si chiude la scuola a Brattirò dopo oltre 100 anni, pur avendo i numeri legali, e non deve parlare? E’ vietata la parola ad uno di Brattirò, come è vietato l’uso della parola a qualche rappresentate eletto legittimamente a Brattirò.
Questo la dice lunga sull’aria che si respira in questo comune.
Invece a coloro che una volta letto, diranno che scrivo per politica, per partito preso. EBBENE SI’!! sono all’opposizione, lo sono sempre stato, fin dalla campagna elettorale e sempre alla luce del giorno.
E’ vietato parlare, essendo all’opposizione? Da quando?
C’è qualche delibera in merito? Rischio la galera?
Chiudo con una frase del più grande pensatore della storia Aristotele di Stagira:
“E’ da pazzi discutere su ciò che l’evidenza mostra come fatto”.
Ringrazio Mario Vallone per lo spazio concessomi, nel rispetto sacro del confronto dialettico e democratico.
Auguro un buon anno scolastico a tutti,
I CARE…
Mimmo Farfaglia