Recentemente molti miei lettori mi hanno chiesto approfondimenti circa la storia della maestra Maria Teresa Tambuscio e la sua attività a Brattirò. Sul web esistono già delle informazioni al riguardo, a firma di mia madre, Sarina Rombolà, nipote della Tambuscio.
Pubblico ora un altro pezzo sull’argomento, estrapolato dal libro “Brattirò e la sua storia. Aneddoti, fatti, misfatti” scritto da mio padre.
m.v.
I genitori gestivano a Monteleone l’albergo “Italia” (oggi Hotel Risorgimento).
Maria Teresa conseguì il Diploma della Scuola Normale Magistrale Superiore a Monteleone nel 1900 con il massimo dei voti e la lode.
Era una evenienza rara che, a fine 1800, una donna frequentasse gli studi magistrali a Monteleone. Maria Teresa ci riuscì perché fu sempre, sin dalla fanciullezza, una donna tenace, ferma nei suoi propositi, energica e determinata. Queste erano rare “doti” per una donna che all’epoca doveva essere tutta casa, moglie obbediente e madre.
Dunque nel 1900 Maria Teresa Tambuscio ottenne, a 19 anni, il diploma di maestra.
Nel 1901, Maria Teresa Tambuscio insegnò a Mongiana, un paese delle Serre, allora accessibile, con molte difficoltà, solo a piedi o a dorso di asino.
Il clima rigido di Mongiana non la attrasse e, pertanto, la giovanissima insegnante cercava una sede dal clima più confortevole e mite, magari vicino al mare.
Poi ci fu l’incontro casuale con un brattiroese, il quale le riferì che gli amministratori comunali di Drapia cercavano una insegnante la quale organizzasse, a Brattirò, l’istruzione elementare che nel paese era inesistente, non c’era mai stata e perciò gli abitanti erano quasi tutti analfabeti. E allora la maestra Maria Teresa Tambuscio scelse Brattirò come nuova sede.
Dunque, la signorina Tambuscio era stata nominata maestra a Caria, ove non prese mai servizio, e la sua scelta cadde su Brattirò, forse perché più vicina al mare e per il clima meno umido e più mite.
Ella giunse a Brattirò nel 1902 insieme alla sorella Serafina e ai genitori. Al paese dovette subito affrontare tanti problemi. La scuola non esisteva come istituzione culturale e nemmeno come edificio. Non solo non c’era un edificio scolastico, ma nemmeno una casa preposta a ciò, semplicemente perché non c’era stata mai istruzione a Brattirò. Con l’aiuto e la comprensione di tutti, fu trovata una casa in stato decente da adibire ad aula scolastica. Certo non c’era adeguato arredo, ma fu portato l’indispensabile: qualche sedia e qualche panca prese in chiesa (ma qualcuno si portava una sedia da casa).
Iniziava l’attività scolastica della maestra che insegnava la mattina ai più piccoli (6 – 7 anni) e nel pomeriggio ai ragazzi dai 10 ai 16 anni. La sera insegnava ai più grandi. Non era una vera scuola serale: i più vecchi frequentavano la scuola se non altro per imparare le cose più elementari, leggere e scrivere almeno il proprio nome e cognome.
Lo scopo, allora, era riuscire a comunicare per iscritto con un marito o un padre lontano, magari nelle Americhe, o con un figlio soldato. Non c’erano “pretese” a Brattirò, nei primi anni del secolo, di fare gli studi superiori e universitari.
La maestra Tambuscio ebbe l’ardire e la capacità di insegnare in classi che comprendevano fino a 90 (novanta!) alunni di tutte le età. Ma non insegnava solo l’alfabeto e l’aritmetica, insegnava anche ricamo, taglio e cucito alle ragazze, nei giorni festivi, in un clima di felicità e serenità gioiosa.
Presto il paese si affezionò a questa maestra venuta da Monteleone e così perfettamente integratasi tra la gente. Ella diede sapere ed ebbe considerazione e rispetto nel paese; tutti seguivano i suoi insegnamenti con dedizione, passione ed amore.
Riportiamo un attestato del Sindaco di Drapia.
Il Sindaco, sentito il parere della Giunta Municipale, certifica che la maestra elementare di Brattirò, signorina Tambuscio Teresina, durante l’ultimo triennio, e cioè dal 1905 – 906; 1906 -907 e 1907 – 908, ha serbato lodevolissima ed esemplare condotta, politica e morale, tanto d’acquistarsi la stima della scolaresca e di tutti gli abitanti.
Si rilascia il presente certificato ad uso di concorso alle scuole elementari.
Drapia 5 agosto 1908
Il Sindaco
Michele Rombolà
Vista per la legalizzazione della firma del sindaco di Drapia, sig.Michele Rombolà
Monteleone 7 settembre 1908
Il Sottoprefetto
Palma
La maestra rinunciò al matrimonio come scelta di vita: sposò la scuola! Tutta la famiglia Tambuscio decise di non lasciare mai più Brattirò.
La sorella Serafina (1882 – 1972) sposò un giovane falegname del paese, Francesco Rombolà (1881 – 1957) detto Pascalottu.
Maria Teresa Tambuscio fu la sola maestra di Brattirò, per oltre un decennio, fino al 1912, poi fu affiancata da altre due colleghe e così nacque, nel paese, la Scuola Elementare Statale.
A coronamento della sua attività di Educatrice e Insegnante esemplare, nel 1932 il Re d’Italia Vittorio Emanuele III le conferiva la medaglia d’argento al merito della Pubblica Istruzione.
La Repubblica Italiana le conferì nel 1948 la medaglia d’oro per i suoi “Alti Meriti Educativi”
Nel 1949, raggiunti i limiti di età per insegnare, la maestra Tambuscio si ritirò in pensione.
Venne festeggiata da tutto il paese riconoscente, e dal Circolo Didattico di Tropea con una commovente e partecipata cerimonia nei locali del Municipio di Tropea.
Nel 1950 le è stato conferito un altro Alto Riconoscimento.
La Maestra visse la vecchiaia in compagnia della sorella Serafina e sotto le amorevoli cure della nipote Pasqualina Rombolà, la figlia della sorella Serafina, di suo marito Rombolà Francesco, pure lui Insegnante, ricordato come Ciccu u Galantomu e Galantuomo lo era di nome, anzi, di soprannome e quel che più conta, di fatto, e della pronipote Sarina Rombolà, pure essa docente.
Maria Teresa Tambuscio, la Maestra, morì a Brattirò il 7 – dicembre – 1964.
Il 3 – maggio – 1990 l’Edificio Scolastico, o meglio, la Scuola di Brattirò, fu a lei intitolata con questa targa:
SCUOLA ELEMENTARE STATALE
MARIA TERESA TAMBUSCIO
Nell’atrio della Scuola è stato posto un busto di bronzo della Maestra con questa targhetta:
Maria Teresa Tambuscio
Vibo Val. 13 – 3 – 1881
Brattirò 7 – 12 – 1964
Dal 1902 al 1949 Educatrice Esemplare e Benemerita in Brattirò.
L’alunno Domenico Pugliese emigrato in Buenos Aires nel 1949,
Questo busto pose a perenne ricordo
Addì 1989
Questo busto di bronzo è stato opera di uno scultore italo – argentino. L’iniziativa e la realizzazione di ciò fu voluta da un ex alunno della Maestra, Domenico Pugliese, detto Micu Morettu, emigrato in Argentina nel 1949. Domingo Pugliese fece molta fortuna in Argentina ma rimase sempre morbosamente legato al suo paese natìo e frequenti furono i suoi viaggi a Brattirò.
Non dimenticò mai la sua Maestra e coltivò sempre l’idea, amorevole e nobile, di vedere il busto della sua Maestra posto nell’atrio dell’edificio della Scuola Elementare.
Fece fare questa scultura in Argentina e la portò, in aereo, a Brattirò.
Il 3 – maggio – 1990 c’è stata una cerimonia festosa e partecipata da tutta la popolazione presso l’edificio scolastico. Venne posto il busto nell’atrio e la targa con l’intitolazione della Scuola Elementare alla Maestra Tambuscio Maria Teresa.
Alla manifestazione parteciparono autorità civili, religiose e scolastiche della Direzione Didattica di Tropea e tutta la popolazione di Brattirò (clicca per vedere la foto).
Fra questi c’erano due novantenni: Pugliese Domenica (za Mica du Pantanu), (21 – 4 – 1898 / 20 – 4 – 1991) e Rombolà Ferdinando (Granatiere), (12 – 1- 1900 / 6 – 4 – 1995) che erano stati tra i primi alunni della Maestra, circa ottant’anni addietro.
Alla fine della cerimonia, un ricco buffet curato dagli allievi dell’Istituto Alberghiero Statale di Vibo Valentia è stato offerto dalla signora Pasqualina Rombolà, nipote della maestra Tambuscio.
Il gesto di Domenico Pugliese è stato un atto di amore e di riconoscenza verso la sua Maestra e rimarrà sempre nel ricordo di tutti per la sua nobiltà e signorilità.
Oggi può sembrare fuori dalla realtà considerato che, con le nuove generazioni, si sono persi, purtroppo, molti dei valori fondamentali della vita.
Oggi serpeggia nell’animo umano l’irriconoscenza, ma certamente la nobile iniziativa di Domenico Pugliese, quale testimonianza di amore e di affetto, rimarrà a perenne ricordo nella memoria di tutti.
Pasquale Vallone
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