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Una figura fondamentale per Brattirò

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Approfondiamo la figura di Pasquale Rombolà di Brattirò, detto U Ntoceu, deceduto l’altro ieri (vai al precedente post sull’argomento).

Ho avuto modo di parlare col figlio Francesco, il quale mi ha raccontato tante altre cose su suo padre, informazioni che riporto perché fanno parte della nostra storia.

La lunga attività di commerciante di Pasquale, infatti, non si limitava ai generi alimentari e al bar, ma comprendeva gli elettrodomestici: televisori, radio, cucine e frigoriferi (si parla di parecchi decenni fa!).

Un periodo addirittura si occupava dell’installazione di antenne (quando vi erano i due canali RAI) e lo chiamavano, anche,  per i piccoli guasti tecnici.

Per diverso tempo si è dedicato anche alla preparazione dei gelati artigianali, buonissimi e genuini, fatti con ingredienti di qualità.

È  stato anche il primo a portare a Brattirò il latte confezionato, in un paese dove quasi tutti usavano il latte fresco. Mi ha riferito, in tal senso, Francesco che la gente, a quei tempi, lo prendeva per pazzo.

“Ha avuto per diversi anni – ha aggiunto Francesco – nel bar al secondo piano, oltre ai biliardini che, ricordo, che erano tre, il flipper e, in seguito, i videogiochi e la carambola. Anche il biliardo professionale con le stecche. Mi diceva – ha spiegato sempre Francesco – che durante i fatti di Reggio Calabria del 1970, i militari che si erano  insediati a Brattirò andavano nel bar a giocare al biliardo.”

É stato inoltre il primo a portare in paese i surgelati negli anni ’80: li teneva in un congelatore posizionato dentro il bar.

Durante il periodo di Natale si recava a Taurianova a prendere i torroni e le sussumelle che erano molto apprezzati dai nostri paesani.

Portava, quando ancora la gente non si spostava con l’auto per fare compere, addirittura giocattoli vari per la festa della befana.

“Quando andava via la luce (decenni addietro accadeva spesso) – ricorda lo stesso Francesco – tutti si riversavano nel negozio per acquistare i lumini a gas. Ricordo che a molte famiglie faceva credito. Dietro al bancone c’era più di un quaderno. Ogni volta che si doveva celebrare un matrimonio, ricordo ancora, quasi tutti si rivolgevano a lui per comprare grandi quantità di cioccolatini Perugina e le caramelle Rossana. Era inoltre l’unico che vendeva lo stoccafisso e il baccalà.”

Pensate che, addirittura, apprendo sempre chiacchierando con Francesco, Pasquale riempiva il magazzino di fertilizzanti (a base di zolfo) e antiparassitari per le numerose vigne e pergolati che allora erano rigogliosi nelle campagne di Brattirò.

Senza dimenticare che vendeva grossi sacchi di “farinaccio” per gli animali d’allevamento.

Sulla fine degli anni ’70 aveva addirittura aperto a Santa Domenica un deposito di vini e liquori (vicino all’ufficio postale), per rifornire i ristoranti e i campeggi. L’esperienza stava andando bene, ma poi, a causa di problemi con un collaboratore, venne chiusa.

Insomma, aveva una grande amicizia con molti rappresentanti del commercio, che lo rispettavano e gli volevano bene.

Aveva, poi, l’intuizione di comprare grandi quantità di generi alimentari (come ad es. la pasta Antonio Amato o Barilla e la Coca Cola) per poterli vendere ad un prezzo più basso.

“Negli anni del dopoguerra – ha riferito sempre Francesco –  mi diceva che spesso si recava a Messina per comprare lo zucchero e altri beni di prima necessità.”

Vendeva anche le bombole del gas, rifornendo molte zone del paese.

“Ricordo che a tua nonna Pasqualina – ha aggiunto Francesco facendomi emozionare – spesso la bombola la portavo io.”

“So anche che – ha concluso – se poteva aiutava economicamente tante persone. Amava molto i bambini, con i quali si divertiva a giocherellare. Durante l’Epifania regalava sempre qualche dolcetto ai bimbi che abitavano vicino al negozio.”

 

MarioVallone

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