Pasquale, uomo buono, intelligente, pacato, gentile ed ironico, era apprezzato da tutti, davvero da tutti.
Gestiva un negozio di generi alimentari, che aveva ereditato dal padre Antonio, situato nella parte vecchia del paese soprannominata “vinei”, poco prima della casa parrocchiale.
Il negozio era piccolissimo, ma in pochi metri vi era tutto.
E Pasquale era molto abile nello stipulare accordi con agenti di commercio per mettere in vendita anche prodotti rari e rinnovare continuamente offerta alla clientela rimanendo a passo coi tempi.
Io ricordo perfettamente il negozietto; è stato attivo fino a fine anni ’90. Mia nonna Pasqualina o mia madre, mi mandavano spesso ad acquistare qualcosa, e ci andavo spessissimo anche in compagnia di mio zio Peppe Vallone.
Lo gestiva assieme alla moglie Micia Russo.
Pasquale, se collochiamo la sua figura nello spazio e nel tempo, nel contesto in cui operò, può dirsi una sorta di antesignano.
Dietro al negozio, infatti, vi era un locale, al quale si accedeva da una porta situata nel vicolo adiacente. In questo spazio egli aveva collocato un bancone del bar, una cabina telefonica e due videogiochi. Poi, nella stessa saletta, vi era una scala e, al piano di sopra, la carambola.
Fu il primo a portare queste “innovazioni”, questa nuova “aria”, anche nel nostro piccolo paese (anche se il bar esisteva già in piazza).
Ho davvero numerosi ricordi di questi spazi da lui “creati”, delle persone che li animavano, che trascorrevano li ore e ore, specie durante il tardo pomeriggio.
Gli adulti e gli anziani a discutere di fronte al negozio, magari accovacciati a fumare una sigaretta, noi bambini – dopo una partita a pallone a Palumbu – ad attendere l’apertura della “sala giochi”, a fare la fila per giocare, ad aspettare con ansia l’arrivo di Pasquale o del figlio Francesco, nel pomeriggio, per aprirci la porta di questo, per noi, ineguagliabile appuntamento col divertimento.
E poi, dopo i videogiochi, divertirsi ancora, giocando a nascondino nelle case ammassate di “vinei”, senza pensare a niente.
Il tutto intervallato dall’ineguagliabile panino con la mortadella di Pascali u Ntoceu.
Ricordo perfettamente lui o sua moglie dietro al bancone: sempre gentili e garbati: tagliavano il pane con delicatezza, affettavano altrettanto delicatamente la mortadella e lo riempivano, poi lo arrotolavano nella carta liscia marrone: sotto i nostri occhi ed il nostro olfatto.
Un panino che emanava un odore, ed aveva un sapore, indescrivibili, che in nessun altro luogo, gastronomia, salumeria, ristorante, sagra, fiera, ho mai provato e mai proverò.
Un “afrore” e un gusto che mi sono rimasti nel cuore, nelle narici e nel cervello.
Quanti ricordi. Semplici ricordi. Bei ricordi. Magnifici ricordi.
La vita va avanti.
Pasquale ha concluso il cammino; lo ringraziamo per tutto ciò che ha realizzato e ha rappresentato per la nostra comunità: un uomo concreto e onesto; aperto al nuovo.
Rimarrà nella storia di Brattirò.
Mario Vallone
PS Un grazie ai figli per la preziosa foto. A loro vanno le più sentite condoglianze
Commenti
comments