Una recensione di uno dei primissimi libri da me pubblicato nel 2012, allora col marchio Thoth Edizioni: “Oltre l’azzuro del cielo” di Annalisa Fusca.
L’incipit della silloge poetica della nostra cara autrice Annalisa Fusca, non poteva essere migliore di quello espresso col primo componimento, che riflette la vita di ogni uomo, e suona come un consiglio per chiunque si trovi in difficoltà nel corso dei suoi anni.
Infatti non bisogna mai dubitare di rimaner soli, qualcuno ci sarà pure dalla nostra parte, l’interessante è non cedere mai alle azioni che la vita ce la potrebbero distruggere, divenendo così la peggiore delle sconfitte.
Ella, con un filo sottile di malinconia, riconosce che nonostante le avversità, non bisogna mai mollare, perché in noi stessi è la cura per non commettere degli errori. E uno dei consigli che ci suggerisce, è quello d’amare nel senso di donarsi al prossimo che versa nel bisogno, e non rinunciare ai veri amici e alla vita seppur piena di problemi.
Questa sua convinzione o necessità manifestata, sicuramente scaturisce dalla perdita precoce della madre, della quale, ne avverte la mancanza fisica, peraltro insostituibile.
Ed è per lei, che i suoi pensieri rivolti a quel cielo azzurro a cui tutto si confida, diventano un fiume in piena per il ricordo indelebile che gli provoca tanto dolore e una ferita aperta che non cessa di sanguinare, toccando le corde più intime dell’anima.
Specialmente quando si ha l’esperienza hoimè comune, di essere stato vicino all’ultimo respiro di un genitore e non essere più riconosciuto per il ritardo di un treno che non arrivava mai, e sentire che anche il calore di quell’ultima stretta di mano pian piano si dissolve. Ti senti scoppiare il cuore e improvvisamente scopri che non ti è rimasto niente di quel caro che se ne va, se non cocenti ricordi.
Annalisa però non dispera, poiché sa che quell’angelo che avrebbe potuto ancora occuparsi di lei, sicuramente non l’abbandona mai, rimanendo da lassù il suo custode e la guida dei suoi giorni. Cosa che la rende sicura delle proprie scelte ed ottimista per il prosieguo della vita.
Ebbene che dire, dell’opera scritta dalla nostra autrice? In essa, prevale un linguaggio immediato e coinvolgente, che ti rapisce inconsapevolmente fino all’ultima parola, dando una visione profonda di un sentimento così intimo e oltremodo bello, che sicuramente non lascerà indifferente chiunque si appresterà a leggerla.
Andrea Runco