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“Superfish” di F. Costa (inedito) – Cap.15

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Fortunato Costa

Il quindicesimo (e ultimo) capitolo del libro “Superfish” di Fortunato Costa (Mario Vallone Editore)

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Capitolo 15

Il giorno seguente nella gioielleria di Caroni si presentarono una donna ed un uomo mai visti da quelle parti; lui scelse un orologio e lei un paio di orecchini. Quando fu il momento di pagare l’uomo disse che doveva parlare un attimo con il titolare del negozio.

Antonio uscì e si appartò con lui per ascoltare ciò che doveva dirgli.

“Caroni, non ci sei piaciuto. Cosa ci facevi ieri a Vibo Marina con lo sbirro? Se hai detto qualcosa che non dovevi hai firmato una dichiarazione di guerra. E sarebbe un peccato!”

Nel dire ciò aprì il giaccone ed Antonio vide chiaramente il calcio di una pistola infilata nella cintura dei pantaloni.

“Questo è l’ultimo ed unico avviso. Grazie per l’orologio e gli orecchini.

Mica vorrai esser pagato? Ti saluto Caroni; facciamo in modo che questo non sia un addio.”

Antonio rimase in piedi fuori del negozio, come stordito, mentre la coppia si allontanava come se niente fosse accaduto.

Non disse niente agli altri, non ce ne fu bisogno. Tutti avevano capito tutto. Eros gli mise una mano sulla spalla e mormorò sottovoce: “Prima è, meglio è.”

Il lunedì mattina seguente, poco dopo l’alba, Eros venne prelevato da due uomini che gli chiesero cortesemente di lasciare a casa lo smartphone dicendogli che avrebbe potuto comunicare con i suoi grazie ad un telefono fornitogli direttamente da loro all’occasione.

Antonio lo abbracciò con le lacrime agli occhi.

Dopo quattro ore di viaggio giunsero sulla costa adriatica, nei pressi di Brindisi, e fu accompagnato in un porticciolo tra Brindisi e Lecce dove li attendeva un magnifico yacht di almeno 16 metri di lunghezza.

Dopo una mezz’ora di navigazione l’imbarcazione si fermò con i motori accessi.

Il boss era già a bordo ma si fece vedere solo all’ultimo momento.

“Dunque, caro Eros. Il carico si trova qua sotto. Sono diversi pacchi chiusi in una rete. Tu dovrai agganciare il carico e risalire. Siamo stati un po’ sfortunati perché il carico giace a circa 200 metri sotto la superficie e, come tu ben saprai, i nostri subacquei non possono raggiungere queste profondità. Ma tu si, da quel che ne so. Datti da fare. Buona fortuna.”

Eros si tuffò legato ad una robusta cima e s’inabissò nell’acqua a tratti torbida. Raggiunse con qualche difficoltà la profondità perché le correnti erano forti ma trovò quasi subito il carico che giaceva scompostamente sul fondo marino sabbioso. Dopo aver richiuso il grosso sacco di rete che conteneva il materiale lo fissò alla cima e strattonò con violenza.

Venne accolto a bordo con freddezza; nessuno gli porse un asciugamano, nessuno disse una sola parola.

Ad un cenno del boss l’imbarcazione fece ritorno al porticciolo ed Eros, ancora bagnato fradicio, fu fatto risalire sull’auto che l’avrebbe riportato a casa.

“Tu non sai niente, non hai visto niente, non hai fatto niente. Questa busta è per te ma non puoi aprirla adesso. Sei stato bravo. Casomai volessi un posto nell’organizzazione devi solo fare un fischio; ci servirebbe uno come te” furono le parole di commiato del boss che si allontanò fumando per risalire sul lussuoso yacht da crociera attorniato dai suoi sgherri.

“Non voglio parlarne. E’ andato tutto bene. E’ finita e voglio dimenticare tutto” disse Eros ad Antonio che stava cercando di interrogarlo per conoscere lo svolgersi dei fatti.

Nella busta c’erano 15000 euro. Ma non solo. C’erano le fotografie di Evelyn, di Antonio, Valentina, Nicola, Sabrina, perfino di Caterina. Ogni volto fotografato era al centro di un mirino telescopico disegnato con un pennarello. Quanta creatività sprecata, pensò Eros.

“Ed ora cosa ne faccio di questi soldi?”

“Beneficenza” disse Antonio. “Non vorrai tenerli?!”

“Hai ragione tu. Farò così, senza alcun dubbio.”

Una famiglia in gravi difficoltà economiche da sempre quel mese fece festa grazie ad una donazione misteriosamente piovuta dal cielo.

Questo gesto generoso non riuscì però a cancellare la profonda tristezza dal cuore di Eros.

“Vado via. Non voglio più vivere qui, è stata troppo grande la delusione. Oramai si è sparsa la voce e prevedo che non mi lasceranno più in pace, oltretutto.”

“Non dire sciocchezze, Eros. E’ solo un momento difficile per te ma passerà. Qui tutti ti vogliono bene. E dove pensi di andare?”

“Voglio andare via lontano da qui, non mi sento più sicuro papà. E per colpa mia rischiate anche voi. In Australia non sarebbe male. E’ un paese pieno di giovani ed in via di forte sviluppo. Ho degli amici che già si sono trasferiti e continuano a mandarmi messaggi positivi.”

“Ed alla tua famiglia non ci pensi? L’attività già avviata di tuo padre? La tua gente…” disse Antonio disperato.

“Non mi sento più legato a questa terra. Ho deciso e nulla mi farà cambiare idea ormai.”

“Non condivido la tua scelta ma non posso fermarti. Tua madre lo sa?”

“Non ancora le ho parlato. Evelyn sa tutto.”

“E che lavoro faresti?”

“Ho già trovato un posto come baywatcher tramite un ragazzo di Briatico che si è trasferito da due anni. Insegnerò diving, immersioni in apnea, windsurf. Me la caverò in qualche modo. Quando sarò pronto per tornare mi vedrai apparire come per incanto.”

Valentina non la prese affatto bene e pianse per due giorni di fila.

Nicola ci rimase altrettanto male ma capì lo stato d’animo di Eros e gli augurò tanta fortuna. Sarebbero rimasti in contatto tramite internet e l’amicizia non sarebbe mai cessata del tutto.

Eros attualmente è in Australia e vive con una ragazza del posto. Hanno messo su una bella attività di escursioni sul mare, nei pressi di Brisbane, con immersioni guidate e gite turistiche sulla Gold Coast, che sta riscuotendo grande successo.

Nessuno sa del suo segreto e lui preferisce così. Ogni tanto si concede una bella nuotata ed un’immersione di quelle epiche ma sempre quando è da solo. I delfini lo aspettano, come sempre, ma la cosa viene tenuta ben nascosta.

Nicola e Sabrina sono sposati ed hanno una magnifica bambina di nome Giulia. Continuano le loro attività di ricerca con impegno e presto si cimenteranno nel concorso per diventare professori associati all’Università di Napoli. Il professor Biagini li segue con assiduità ed affetto e si batterà accanitamente in campo accademico per la loro nomina. I cani sono ormai una muta ed è sempre alla ricerca di un’anima buona che possa sfoltirne il numero.

Antonio e Valentina continuano la loro vita con serenità e complicità costruttiva.

Caterina è diventata una volontaria della Caritas e si è disintossicata.

La bella Evelyn si è finalmente innamorata di un velista danese.

FINE

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