“Il recupero della Memoria” – Pasquale Vallone 2008 (vai al precedente post sull’argomento)
Cap. 1.1 – RITRATTO DI VITA DELLA CIVILTA’ CONTADINA A BRATTIRO’
L’antico mulino
Poiché utilizzavano l’acqua come forza motrice, i vecchi mulini idraulici a molle rotanti sorgevano lungo il corso di qualche ruscello o fiumarella.
A dorso di mulo, di asino o sulle proprie spalle i contadini vi portavano il grano da macinare, o gli stessi mugnai (mulinari) andavano a prelevarlo con l’asinello.
Il grano era versato a interi sacchi nella tramoggia (trimoia) dove veniva triturato da due macine di granito spinte dalla forza motrice dell’acqua che era deviata verso il mulino da un attiguo torrente, e sbatteva contro le pale di una grande ruota facendola girare.
Questa a sua volta muoveva la ruota di granito (macina) la quale triturava i chicchi di cereali che così, lentamente, cadevano in un imbuto di legno e si raccoglievano nel farinato.
L’acqua, attraverso un altro piccolo canale, veniva riconvogliata nel ruscello, a valle del mulino, dal quale era pervenuta.
In genere questi mulini ad acqua riuscivano a macinare in un giorno una quindicina di tomoli di grano o di altri cereali.
Il trappeto
Il trappeto (trappitu) era il locale dell’oleificio nel quale veniva effettuata la frangitura delle olive.
Era formato da una vasca in pietra o in acciaio dentro la quale venivano poste le olive dove due grosse ruote di granito (macine), ruotando con la forza motrice generata da una vacca o un bue, le riduceva in poltiglia grondante l’olio.
Poi avveniva la torchiatura per separare l’olio dalla pasta ottenuta con la frangitura.
Questa avveniva all’interno della pressa nella quale erano sistemate le sportine a mò di pila, e tra queste era messa la poltiglia che, ben pressata, faceva colare l’olio verdastro raccolto poi in una vasca semipiena d’acqua.