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Tropea 2021: un sogno e una sfida

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Il prof. Saverio Di Bella
Tropea avanza la propria candidatura a capitale italiana della cultura per il 2021.
Un’ambizione sradicata dalla realtà? Un sogno? Una sfida ai luoghi comuni?
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Questa proposta la voglio vivere come un sogno e una sfida.
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Un sogno perché prima o poi l’Italia dovrà ricordarsi dei tanti piccoli centri, delle tante piccole città, e che hanno contribuito e contribuiscono a fare grande la storia del nostro Paese.
Cittadine le cui origini affondano spesso tra mito e storia e la cui esistenza si snoda nei tempi della lunga durata.
Cittadine ricche di monumenti, di tessuti urbani straordinari, di memorie divenute memoria collettiva spesso ubicate in paesaggi dall’incanto immediato immersi nella luce di terre e mari evocatori di leggende e sorgenti di miti che hanno conquistato il cuore e la mente dell’intera umanità occidentale.
Tropea è tra queste cittadine di pietra e sogni, di storia e leggenda. Un modello da premiare.
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La vivo come sfida: Tropea si propone come città della Calabria per dimostrare che la Calabria è parte integrante di una civilizzazione occidentale, in quanto è anche la terra di Pitagora, di Gioacchino da Fiore, di Tommaso Campanella, di Telesio, di Pasquale Galluppi.
E che pone con la candidatura di Tropea un modello di capitale della cultura policentrico. Perché Tropea intende camminare in questa sfida con l’intera Calabria, da Reggio Calabria a Cosenza, da Vibo Valentia a Catanzaro con i loro tesori d’arte e le risorse artistiche ed economiche.
Dai Bronzi di Riace a Taverna, dalla dieta Mediterranea alla cipolla rossa, dal Rendano a Cilea tutto sarà mobilitato per dare della Calabria il volto vero di una terra straordinaria.
Una terra che ha salvato la cultura latina con Cassiodoro e che ha accolto albanesi e valdesi, ebrei e bizantini in fuga dalla loro Patria per guerre e persecuzioni.
Una terra per uomini liberi  e per una società aperta a tutti, in quanto costruita dall’uomo per l’uomo.
I suoi parchi – dal Pollino all’Aspromonte e le sue biodiversità – sono un patrimonio già noto e tutelato.
Per l’Europa e l’Italia che hanno intrapreso la strada dell’economia verde (green) si chiede un allargamento degli orizzonti di questa scelta in quanto al verde (green) si deve unire il blu: il blu del mare. Non si salva la Terra e non si produce economia verde compatibile senza unire alla terra i mari. Su questo terreno una proposta: istituire un parco marino che includa la parte di Tirreno – che bagna le coste della Calabria – da Lametia Terme a Reggio Calabria -;  quelle della Sicilia – da Messina e Santo Stefano di Camastra – e si estende per almeno 10 miglia marine oltre le isole Eolie.
Solo estensioni così vaste di terre e di mari possono essere utili alla conservazione della flora e della fauna viventi minacciate dalla scelta assurda e innaturale della trasformazione di tutto ciò che sembra interessare l’uomo. La trasformazione, infatti, non garantisce la sopravvivenza né delle specie vegetali né delle specie animali, terrestri o marine che siano.
Ci piace sottolineare il fatto che all’interno di questo tratto di mare esiste una vera e propria prateria di corallo nero, per fortuna intatta. La creazione del Parco consentirebbe poi alla natura di ricostruire il corallo rosso, storicamente presente in più parti di quel tratto di mare ivi inclusa Tropea.
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La Calabria con questa scelta coraggiosa è capace di garantire il futuro agli uomini e alle specie viventi; tenuto conto dell’esistenza dei Parchi dell’Aspromonte, delle Serre, della Sila e del Pollino potrebbe diventare un modello europeo per un nuovo rapporto dell’uomo con la natura.
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Sul piano giuridico, così almeno mi sembra, la candidatura di Tropea parte col piede giusto.
Sarà, infatti, il Comune di Tropea ad essere l’Autorità di gestione della capitale dalla cultura.
E’ sarà a Tropea la sede della partita IVA.
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Nella proposta di diventare capitale della cultura del 2021 Tropea ci mette la faccia, il cuore, la fantasia creatrice, il talento, la passione civile, l’orgoglio. Tutte cose necessarie per dare voce alla Calabria  vera e alla sua gente taciturna e fiera.
Dà voce, così, ad un popolo che vuole farsi sentire, farsi ascoltare, farsi vedere per ciò che ha fatto e che fa di bello e di buono.
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N.B.: Alcune delle proposte qui avanzate sono già presenti nel Piano Strategico, ancora vigente, presentato nel 2008 e regolarmente approvato.
Saverio Di Bella

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