Spilinga si appresta a celebrare una delle giornate più solenni della sua storia con la cerimonia di inaugurazione della targa toponomastica “Largo Luigi Scozzarro. Medico condotto di Spilinga.”
L’iniziativa, opera di un comitato promotore della comunità, coordinato dall’insegnante. Salvatore Marturano e che ha conosciuto l’immediato sostegno del Commissario Prefettizio Maria Rosa Luzza, si svolgerà sabato 18 gennaio, alle ore 10,30 nell’area prospiciente la stazione dei carabinieri Gruppo Forestale e la Guardia medica.
Ad officiarla sarà il vescovo della diocesi di Mileto, Tropea e Nicotera, mons. Luigi Renzo, presenti rappresentanti delle istituzioni e del mondo della politica, sanità, cultura e dell’associazionismo. Presente il figlio Agostino, docente di Robotica e tecnologia informatica all’Università Tor Vergata, a Roma.
Luigi Scozzarro, gentiluomo, medico condotto dal 1952 al 1985, tra i figli più celebri e prestigiosi di Spilinga, discende da una delle famiglie più antiche ed in vista del luogo.
Sabato mattina a delinearne la figura sarà Salvatore Marturano che è tra gli studiosi e storici più fini e dotti della missione di Luigi Scozzarro in Spilinga e dintorni.
Di alto profilo morale ed etico, si era distinto soprattutto per il suo alto senso del sacrificio e dell’intensa umanità. La vita contadina e della povera gente, spesso mortificata, all’epoca, dagli eventi quotidiani, spesso, come si ricorderà, si affidava ad uomini che avevano intravisto la efficacia di una professione mai apprezzata abbastanza.
Per la gente del posto era diventato medico di due riuscite lauree: quella “medica” e quella del “cuore” e della umana sensibilità, oltre che costretto ad operare con grande penuria di mezzi terapeutici, lontano spesso dagli ospedali e farmacie, dove mancava di tutto per affrontare ogni tipo di emergenza di salute.
“Durante quegli anni (1937 -1947), in Africa Equatoriale – scrive, tra l’altro, Salvatore Marturano – si specializza in Malattie Tropicali e sub Tropicali, presso la Scuola Militare Francese e cura con dedizione, malgrado i pochi mezzi, le popolazioni locali dai quali è ricambiato con affetto.
Nel 1947 riesce a rientrare in Patria, giunge a Napoli, sua città degli studi, lì non trova più la fidanzata, che credendolo morto era divenuta moglie di un ufficiale americano.
Gli viene offerto un posto presso l’Ospedale Militare di Bologna con il grado di Maggiore medico che rifiuta. La sua aspirazione più grande è diventare medico condotto di Spilinga, dove aveva trascorso la sua infanzia fra Panaia ed i parenti della madre a Carciadi. Sapeva che il posto era stato occupato da un prestigioso Dottore, Francesco Miceli, ormai in pensione e che prima o poi sarebbe stato messo a concorso.
Di Spilinga – aggiunge ancora Salvatore Marturano – amava i panorami, il clima e soprattutto i suoi paesani molti dei quali nati fra il 1948 ed il 1955 erano suoi figliocci, nati nelle sue mani presso l’abitazione, in quegli anni di miseria del dopoguerra, in assenza di un servizio sanitario nazionale efficace e soprattutto gratuito, non avendo la possibilità di pagare i costi del parto, con il battesimo stabilivano un rapporto familiare. Quando, dopo la morte del figlio Michele, avvenuta nel 1978, la famiglia si disgrega e la moglie va a vivere a Roma, lui rimane a Spilinga e si rifiuta in ogni modo di allontanarsi dal suo amato paese. Nato a Ricadi il 22 luglio del 1913, da madre Spilingese: Laura La Torre, padre Agostino, originario di Palmi, si spegne a Spilinga, il 19 gennaio 2004, all’età 91 anni,