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“Una testimonianza tangibile…”

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Andrea Runco ha recensito un libro da me pubblicato qualche anno fa col marchio Thoth edizioni: “Figli del suo oratorio” di Francesco Pugliese.

Del volume non ne sono rimaste copie, quindi non lo si può ordinare. Ma vi invito comunque a leggere il pensiero di Runco circa un libro molto rilevante per la storia di Caria, e non solo…

m.v.

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Il volume scritto da Francesco Pugliese, “Figli del suo oratorio,” vuole essere una testimonianza tangibile che lui, come ogni altro figlio di Caria, sentono in dovere di nutrire ed esternare nei confronti della famiglia Pugliese, che ha dato a Dio tre sacerdoti e due suore, tutti appartenenti alla grande congregazione dei Salesiani.

Gente nata povera, ma sotto l’ala protettrice della madonna del Carmelo, ha trovato la strada della consacrazione avendo come esempio san Giovanni Bosco e la guida della santa madre Maria Ausiliatrice, che hanno indirizzato i passi di ognuno per tutti i giorni della loro vita.

I cinque fratelli, anche quando sono stati lontani dal borgo natio, non hanno fatto mai mancare il loro sostegno alla comunità Cariese preoccupandosi per essa, fin quando una di loro, suor Rosetta, per tanti anni non si è direttamente occupata della casa salesiana costruita in paese e fatta funzionare per espressa volontà del fratello Agostino.

Le generazioni che ne hanno tratto beneficio della convivenza e degli anni di formazione nella stessa sono molte, e unanimemente affermano, che il tempo passato in serena armonia ha dato frutti graditi a Dio e al territorio, con la formazione di un tessuto sociale che ha sposato l’idea di una società più giusta e forse anche più santa.

Ciò si può dedurre dagli attestati di riconoscenza che ogni componente la famiglia Pugliese ha sempre ricevuto da parte dei compaesani e non solo.E la sintesi di tutto e di tutti, l’autore pare che l’abbia individuata in suor Rosetta, sua maestra e poi collaboratrice instancabile nelle varie attività connesse all’oratorio. Ella si è tanto prodigata per i giovani, al punto che nessuno di loro, può dire di non avere nemmeno un pizzico di stima per questa donna, che ha speso la sua esistenza per gli altri, avendo sempre nel cuore e nell’anima, la raccomandazione che Don Bosco ha lasciato ai suoi confratelli come testamento spirituale. E cioè, quello di occuparsi dei giovani per un vivere migliore di tutta l’umanità.

Il volume del nostro autore, agile nella lettura, senza alcuna pretesa, a chi si appresta a soffermarsi tra le sue pagine, umilmente gli indica la retta via da seguire dietro l’esempio di queste sante persone delle quali ne ha riportato le storie, che per suo merito, con questa pubblicazione saranno conosciute oltre i confini del territorio sul quale i fatti si sono verificati, e sicuramente qualcuno ne trarrà beneficio spirituale.

Andrea Runco

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