L’estate zambronese entra nel vivo della sua programmazione e, fra gli eventi da segnalare, vi è sicuramente quello più noto: il Tamburello Festival.
Il programma segue un canovaccio ormai consolidato negli anni. Come ogni anno, il punto nodale è rappresentato da un fil rouge che lega l’insieme delle manifestazioni previste per la serata del 18 agosto nel capoluogo tirrenico.
Quest’anno, il fil rouge è “Torni e ritorni”. I torni sono gli utensili necessari alla costruzione di zampogne e pipite, due strumenti tipici della tradizione popolare calabrese. I ritorni evocano, invece, l’emigrazione. Cosa lega questi due elementi?
Nella presentazione al festival, il sindaco di Zambrone, Corrado L’Andolina così risponde all’interrogativo: «Gli antichi torni a pedale rappresentavano una componente essenziale per la trasmissione della tradizione musicale popolare. Il loro movimento circolare sembrava in qualche modo riprodurre la ciclicità della vita e i versi orari e antiorari portavano con sé l’idea dell’allontanamento e del ritorno.
La modernità ha sostituito i torni a pedale (circa sessanta giri al minuto) con quelli elettrici che hanno la capacità di compiere oltre tremila giri al minuto. Un vorticoso cambiamento che però non muta la qualità degli strumenti costruiti.
La lentezza di un tempo e la velocità di quella odierna è riflessa dai giri del tornio, limitati un tempo, molto più frequenti oggi. Eppure, tale evoluzione, non cancella le reminiscenze del vecchio mondo.
Il rientro fisico, i vitali frammenti presenti nella sfera del cuore o in quella coreutico-musicale restano insopprimibili esigenze umane che originano incroci di simboli, eventi reali frammisti ad evocazioni, torni e ritorni». Alto, come sempre, il livello della proposta musicale.
Ad aprire i concerti, il duo Adamà, composto da Nando Brusco (tamburi, cajon, darbouka, voce) ed Emanuele Filella, (violino, lira calabrese). A seguire, i Totarella, la cui musica viaggia a cavallo tra la tradizione calabrese e quella lucana ed unisce musicisti di Terranova di Pollino (Pz), Alessandria del Carretto e Canna (Cs). A chiudere i Parafonè, collettivo musicale in attività oramai da quindici anni, che rappresenta una delle band più attive ed innovative del sud Italia che si affaccia sul panorama della nuova world music italiana.
Durante il concerto sarà proiettato un video a tema con la trama festivaliera, curato da Ilenia Raffa, al pari del logo appositamente ideato. A fare da cornice, la “Galleria d’arte e… mille sapori!”, radicata esposizione enogastronomica e di prodotti d’artigianato locale.
Costante, la presenza dei Giganti Mata e Grifone. Per l’occasione, il ballo rituale sarà effettuato dai fantocci realizzi nei primi anni di vita dell’associazione Aramoni, soggetto organizzatore dell’evento presieduto da Anna Collia. Finale coi fuochi pirotecnici della “Cameiuzza”. Per la gioia dei bambini e non solo, durante la serata i pupi di Mattia Barbalaco costituiranno un ulteriore elemento di animazione della serata. Una XV edizione all’insegna della qualità, per una comunità che offre il meglio di sé gettando, ancora una volta, il cuore oltre l’ostacolo.
Centro studi umanistici e scientifici Aramoni
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