“Il recupero della Memoria” – Pasquale Vallone 2008 (vai al precedente post sull’argomento)
Cap. 1.1 – RITRATTO DI VITA DELLA CIVILTA’ CONTADINA A BRATTIRO’
Il Fidanzamento
L’età della pubertà era intorno ai quattordici anni, raramente prima, anche per scarsa e/o incompleta alimentazione.
I fidanzamenti spesso erano combinati dai genitori.
Essenzialmente, in essi, si teneva conto di due cose: far sposare un giovane o una giovane di buon partito (chi possedeva terreni, animali, casa…). Però spesso non si concepiva né si accettava che una persona potesse “…nchianari u scaluni”, cioé fare la proposta di matrimonio a qualche persona di ceto sociale diverso!
Un problema piuttosto spinoso era che un fratello era tenuto, quasi obbligato, a trovare marito alla sorella nubile (schetta), per cui si doveva cercare e trovare una soluzione comoda, di parte e tale da poter fare un matrimonio “dubbru”, ossia che un fratello e sua sorella potessero sposare una sorella e suo fratello!
Quasi per un impegno contrattuale tendente a “legalizzare” l’atto del fidanzamento, il futuro sposo mandava “u mbasciaturi” ossia una persona di fiducia e di un certo peso sociale, quasi a garanzia di seria proposta, a casa della futura sposa per chiederne la mano, per suo conto.
“Concordato” il fidanzamento, questo veniva ufficializzato con l’atto formale della “prima entrata”, cioé in un giorno concordato il fidanzato, con i propri familiari e i parenti, si recava alla casa della fidanzata portando ognuno regali, mentre il fidanzato dava, e riceveva, l’anello di fidanzamento (u singu).
Si realizzava così il coronamento di un sogno d’amore, forse sbocciato, ma quasi certamente maturato con sguardi fugaci, magari in chiesa o per strada.
Il fidanzamento poteva durare anche anni, e si arrivava al matrimonio quando era concreta per la coppia la possibilità di mantenere una famiglia.
Pasquale Vallone
