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Le case e il magazzino – Brattirò

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“Il recupero della Memoria” – Pasquale Vallone 2008 (vai al precedente post sull’argomento)

Cap. 1.1 – RITRATTO DI VITA DELLA CIVILTA’ CONTADINA A BRATTIRO’

Le case

Le case generalmente erano a due piani, costruite con pietra e calce. C’erano una o più camere da letto dove si dormiva, a volte, in tanti, ognuno nel proprio lettino.

Nell’angolo cucina c’era un focolare a legna (focuni), un piccolo bagno (cessu) generalmente con vaso e lavandino e, dove mancava, i bisogni corporali si facevano in recipienti appositi (rinali) il cui contenuto veniva portato in campagna.

Quando non era ancora erogata l’acqua nelle case, si andava ad attingere alle fontane pubbliche con catini di zinco (bardi) e con le brocche in terracotta (‘mbumbuli) per gli usi domestici. Secondo un’antica tradizione da una “‘mbumbula” nuova il primo a bere doveva essere un maschio, altrimenti l’acqua poteva avere un certo odore sgradevole.

Per lavarsi si adoperavano bacinelle (vacili) in cui l’acqua era versata dai catini, e il sapone veniva fatto in casa.

Magazzino

Il magazzino era la parte interrata o a piano terra delle dimore. In esso vi si ponevano la “salodda”: un grande sacco bianco del diametro di circa un metro e mezzo che veniva riempito di grano o mais.

Attorno si ponevano altri sacchi più piccoli per grano, orzo, avena….In un altro angolo, in grosse e stupende giare (giarri) era conservato l’olio e in altre olive in salamoia.

Appesi a delle canne erano messi a seccare (stagiunari) i salami: salsicce, orbe, ‘ndui, macculari, suppressati….

Nelle cantine, umide e scure, in grosse botti di rovere o castagno, veniva conservato il vino.

In un angolo era appeso “‘u fezzaru”. Questo era il contenitore della feccia (a fezza). La feccia era il residuo solido a base di tartrato di potassio, di calcio e tannino che si formava nelle botti di vino e che veniva filtrato per recuperare il vino, che comunque era di pessima qualità.

In alcune case, al piano terra, c’era una stanza dove si teneva l’asinello o al bisogno la mucca prossima a partorire la quale veniva appositamente portata dalla campagna, la sera, evitando così, al contadino, di rimanere molte notti nel pagliaio.

Pasquale Vallone

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