Nel 2008 mio padre, dott. Pasquale, pubblicò un libro intitolato “Il recupero della memoria. Gli usi, la lingua e i costumi del territorio brattiroese“.
Il volume, in tutti questi anni, ha avuto ampio e crescente apprezzamento e ne sono rimaste davvero poche copie non più in vendita.
Allora non lo pubblicai io, col mio marchio, ma i diritti sono rimasti comunque a mio padre.
In futuro, ma non so quando, lo ripubblicherò in un’edizione aggiornata e ampliata.
Ed a partire da oggi “incollerò” sul mio blog dei “brani” tratti dal medesimo libro.
MarioVallone
PREFAZIONE
Il Calabrese è un vocalizzo che studia i fenomeni del linguaggio come manipolazione del pensiero, non dal punto di vista formale, perché il linguaggio calabrese nelle sue varianti non ha grammatica, in quanto è più parlato che scritto forse per mancanza di una cultura unica che non ha permesso la nascita di una lingua certificabile letteralmente.
Per lo più si trasmette oralmente, e per questo possiede insieme i caratteri della ricchezza e della povertà.
Si ingemma e prende spunti dagli idiomi dei popoli che nella nostra regione vi si sono insediati.
Il linguaggio di questo libro si collega alle tradizioni paesane di origine agricola.
La civiltà contadina nei suoi molteplici aspetti sopravvisse per più di un ventennio alla seconda guerra mondiale. Subì poi profonde mutazioni tecnologiche per l’incalzare della moderna civiltà consumistica. Siccome i depositari di tale cultura sono rimasti solo gli anziani, si intende recuperare le tradizioni per fare conoscere ai giovani la loro storia.
E’ importante, però, il recupero e la conservazione di certi valori della cultura contadina anche per far capire alle generazioni future, la semplicità, i sacrifici, il coraggio, la schiettezza, la ricchezza dei valori, la dignità di tutto quel mondo dei nostri padri perché tutto sia punto di riferimento per un futuro migliore.
Non si vuol far provare sentimenti nostalgici, solo far conoscere quel mondo povero ma ricco di valori nella sua semplicità.
La civiltà urbana e borghese moderna con le sue alienazioni, con la sua povertà di valori non può cancellare quel mondo.
Noi dobbiamo guardare al passato per costruire meglio il nostro futuro.
Un notevole recupero avviene dalla tradizione che non è solo conservazione e/o nostalgia del passato prossimo e remoto ma raccoglie la variabilità delle forme linguistiche e semantiche come un contributo necessario alla elementare rappresentazione.
Nella nostra Regione ci sono aspetti diversi di vita e di costumi a seconda dei luoghi. Ritengo che il patrimonio in vernacolo dei nostri antenati non deve cadere nell’oblìo ma deve essere recuperato e custodito dai giovani perchè 1) non abbiano crisi di identità e perché 2) possano prendere coscienza della realtà sociale, culturale e umana che è alle loro spalle.
Questo scritto, certamente per molti aspetti comune nei contenuti ai paesi limitrofi, è però, nel suo ritratto di vita vissuta, e nel suo vernacolo, di Brattirò.
Pasquale Vallone