Voto Drapia – La mia analisi

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Mario Vallone

Forse è presto (o troppo tardi) per soffermarsi e fornire un’analisi dettagliata e documentata del voto drapiese di domenica.

Ma mi esprimo lo stesso.

Ha vinto Alessandro Porcelli con 67 voti di scarto; un dato che, ritengo, neppure lui ed i suoi sostenitori si aspettavano.

Intendiamoci.

Che l’esito fosse incerto e che quindi entrambi i candidati avessero possibilità, lo avevo scritto e riscritto, e ribadito nell’ultimo post prima della votazione.

Mi aspettavo però, sinceramente, una vittoria di Pino Rombolà seppur per non molte decine di voti, oppure – cosa per me  meno probabile – una vittoria risicata di Porcelli, per non più di venti/trenta voti.

Sono rimasto sorpreso, lo ammetto.

A mio parere il blocco Porcelli, composto da molte persone esperte e “gurpuna”, da settimane sapeva che Pino fosse avanti di poche decine di voti. Realisticamente, hanno analizzato la situazione, individuato i punti dove “colpire” e si sono dati da fare, specie negli ultimissimi giorni. Azioni ben preparate e portate avanti con  cura: “circoscrivere” le famiglie e le persone indecise e agire con decisione e “argomentazioni” su quei lembi di limbo.

Dal lato Rombolà ho visto troppa sicurezza e, in certi frangenti, sprazzi di superficialità: da favorito quale era un paio di mesi fa, è stato infine sconfitto. Qualche manchevolezza (più di qualche) sicuramente c’è stata.

Entriamo più nello specifico analizzando ogni singolo paese.

A Drapia capoluogo quasi tutti parlavano di pareggio e pareggio è stato (ha vinto Porcelli di soli due voti). Non erano credibili gli altri scenari prospettati da alcuni, in quanto i votanti effettivi sono meno di 120 e non sono plausibili esiti impronosticabili.

Veniamo a Gasponi. Qui c’è stata la prima, grande, sorpresa. Ritengo che i sostenitori della lista Porcelli non si aspettassero 40 voti di differenza anche se convinti di prevalere. Si parlava, infatti, di parità o, ipotesi meno probabile, di una vittoria di Porcelli per non più di 20/25 voti. Cosa è successo a Gasponi dove i votanti effettivi sono poco più di 300 e gli esiti sono ben pronosticabili? Certo è  che a Rombolà a Gasponi sono mancati almeno 10/15 voti… come è possibile siano passati da una parte all’altra in men che non si dica senza che nessuno (o forse qualcuno) se ne accorgesse?

Arriviamo a Brattirò. La differenza tra le due liste c’è stata, è stata significativa (66 voti a favore di Pino), ma non in modo così evidente e prevedibile. Mi aspettavo, personalmente, almeno 90 voti di distacco. I sostenitori della lista Porcelli mi hanno detto più volte di aspettarsi 260 voti e non si sono sbagliati. La lista Rombolà invece aveva più di 320 voti certi, per alcuni 350 (“cu bullu”, come si dice da noi) ma, come evidente, il pronostico è stato sbagliato, a meno che non si voglia credere che Porcelli abbia preso il 100% degli indecisi di Brattirò, cosa quasi impossibile. A Rombolà, quindi, a Brattirò sono mancati – a sorpresa -almeno 20/30 voti. Come e perché?

Infine Caria. Anche qui la differenza di 89 voti mi ha sorpreso e, a quanto ne so, ha sorpreso anche la lista Porcelli. Ci aspettavamo tutti una forbice minore. Evidentemente alcune famiglie negli ultimissimi giorni, forse nelle ultime ore, hanno cambiato posizione. Mancano anche qui almeno 20 voti a Pino Rombolà. Qualcosa è successo a Caria.

Insomma, mettendo insieme il puzzle sopra illustrato, capite perché avevo parlato di testa a testa e perchè sono rimasto sorpreso dell’esito della votazione.

Concludo dicendo a tutti i miei lettori (e so per certo che da Drapia e dintorni siete molti) che bisogna essere persone, non dico affidabili e coraggiose, ma almeno un minimo serie. Ogni scelta è – sicuramente – pienamente legittima, specie in politica, ma è inaccettabile e umiliante la modalità di queste scelte, più precisamente il comportamento di chi, magari viene lui a cercarti, e ti garantisce il voto per poi non dartelo. Se si è tintinnanti, se non si sa per chi votare o non si vuole dirlo o esternarlo – cosa, ripeto, legittima – perché non esprimere la verità e cioè dire che si è indecisi? E se non si è indecisi perchè non essere chiari anziché promettere falsità?

Non si prendono in giro le persone. E’ vergognoso un simile comportamento.

Che dire poi di quel manipolo di gentaglia che attende l’esito del voto per poi unirsi ai vincitori: semplicemente viscidi e indegni.

Ovviamente questo discorso vale per tutti, non per la lista X o la lista Y, ma per tutti, nello spazio e nel tempo: da sempre, per sempre e in ogni luogo. Ed a proposito di luogo, rimanendo a Drapia, anche qui ogni lista nelle elezioni comunali 2019 avrà certamente avuto i suoi falsi ed i suoi traditori.

Ma mi sa che Pino però, stavolta, ne ha avuti di più.

MarioVallone

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