Extract del libro “Flora spontanea nel circondario di Capo Vaticano” di Franco Laria (Mario Vallone Editore):
“L’elicriso italiano (Helichrysum italicum) è una piant¬a della famiglia delle Asteraceae (Compositae).
Etimologia.
Helichrysum deriva dal greco helios, sole, e chrysos, oro, per il colore giallo lucente dei capolini.
Specie officinale: la pianta intera veniva utilizzata per bruciare le setole dei maiali macellati, per l’aroma particolare che conferiva al lardo.
Le parti fiorite, che mantengono il loro vivido colore anche essiccate, vengono utilizzate per profumare la biancheria e gli ambienti. In cosmetica l’elicriso è impiegato come fissante nei profumi.
L’elicriso, come pianta officinale, era già conosciuta e apprezzata in epoca greco-romana e nel Medioevo. In epoca recente non solo sono state confermate le virtù già note ma se ne sono scoperte altre, per merito inizialmente di un medico condotto toscano Leonardo Santini.
La droga è costituita dalla pianta fiorita, che ha un odore caratteristico molto aromatico.
Essa contiene un olio essenziale, acido caffeico, acido ursolico, resine, mucillagini e sostanze coloranti che nell’insieme prendono il nome di elicrisina.
I diversi preparati a base di elicriso (estratto fluido, sciroppo, areosol, tisane) possono trovare impiego nelle malattie dell’apparato respiratorio, nelle malattie reumatiche e allergiche, nelle malattie epatiche, nelle flebiti, nelle cefalee e perfino nelle ustioni e per curare i geloni.”
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